Indignez-vous!
Anzi, no. Sono io ad indignarmi e a gridare che così non si può più andare avanti. Che anche quello che sembrava il fondo non lo è, perché si continua a scendere sempre più giù.
Speravo che la crisi politica intervenuta dopo il patatrac Consales sarebbe stata salutare per voltare pagina e scriverne una con volti e programmi nuovi rivolti all’esclusivo interesse della città. E invece tanto clamore per non cambiare nulla e i fantasmi (che poi non sono tanto fantasmi) sono tornati a condurre le danze.
Sono indignato! Perché la scena politica brindisina, dopo un momento di riflessione (almeno, così sembrava), ha vomitato sulla piazza una congerie di coalizioni (meglio sarebbe definirle accozzaglie) che, a loro volta, raggruppano fantasiose liste civiche.
Ho dovuto prendere carta e penna per capire quante sono e a quali “ideali” si rifanno. Certamente non a quelli della Destra storica dei Ricasoli, Rattazzi, Quintino Sella e Minghetti. E nemmeno a quelli della Sinistra storica di De Pretis e Francesco Crispi. Questi “fabbricatori” di liste civiche forse, a mala pena, sanno distinguere la mano destra dalla sinistra.
Sono indignato! Nel constatare che, distribuite tra le varie coalizioni, c’è un’infinità di liste: Brindisi Bene Comune, Act, Possibile, Sel-Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Conservatori e Riformisti, Impegno Sociale, Repubblicani, Democratici per Brindisi, Noi Centro, Brindisi prima di Tutto, PD, Udc, Sviluppo e Lavoro, Ncd, Brindisi Può, Brindisi Piazza Pulita (o Brindisi Nazione, o un’Amica in Comune, che, se ho ben capito, sarebbero riferite alla medesima persona!), Italia Unica. E potevano mancare anche Forza Italia, Noi con Salvini e Fratelli d’Italia? Sempre che non mi sia sfuggito qualche altro movimento politico o qualcuno non stia ancora prendendo forma nelle fucine dei vari laboratori.
Sono indignato! Perché questi signori, privi anche di fantasia, abusano del nome di Brindisi. Qualche anno fa, a livello centrale, si davano alle liste i nomi di animali o di fiori, aggiungendovi, a scanso di equivoci, anche quello del politico di riferimento (Berlusconi, Fini, Di Pietro, Mastella, ecc.). Dunque, signori candidati, lasciate stare il nome della città perché, salvo qualche eccezione, non si è nemmeno degni di pronunciarlo. Lasciate in pace Brindisi e dedicatevi ai vostri interessi visto che siamo proprio noi a permettervelo!
Sono indignato! Ma forse c’è qualcun’altro che mi fa compagnia. È Riccardo Rossi, il candidato sindaco della coalizione “Brindisi Smart” quando denuncia: «Se in questa città due degli ultimi tre sindaci negli ultimi quindici anni finiscono la loro esperienza con un arresto, evidentemente non è un episodio, c’è un sistema Brindisi che non va, che deve essere sconfitto assolutamente». Un ragionamento che non fa una piega; è sulla sconfitta del sistema che nutro grosse perplessità.
Sono indignato! Perché in queste liste ci sono/saranno quelli che da una vita siedono sugli scranni del Comune. E non vanno via. Non cedono il posto ai giovani, a chi avrebbe diritto di cimentarsi nel governo della cosa pubblica. Costoro, invece, che hanno l’esempio degli Andreotti, dei Napolitano e degli altri peones del Parlamento, continuano imperterriti a presentarsi, compresi quelli che, nella maggioranza e addirittura in Giunta, hanno appoggiato la politica di Consales.
A che cosa è servito il decalogo etico sottoscritto dai cittadini probi della città? Quello che, tra l’altro, fissava in due mandati al massimo l’impegno dei cittadini eletti. E se non sta funzionando il decalogo, che ne è allora della legge morale “dentro di noi” di cui parlava Kant? Morale, etica, parole parole parole, come cantava Mina.
Sono indignato! Anche per lo svolgimento delle primarie che sembrava uno zefiro, il venticello che spazzava il vecchio e preparava il terreno al nuovo. E invece, a poche ore dallo spoglio, sono cominciate a circolare voci tendenziose. Come quella dell’On. Euprepio Curto che così denunciava: «Mi giungono molte segnalazioni di voti (a mezzo sms) effettuate da soggetti estranei alle forze politiche impegnate nelle primarie, col dichiarato scopo di orientare il consenso in una determinata direzione e comunque non coerentemente con la propria collocazione politica…».
A conferma di questa impressione, il trafiletto di BrindisiReport del 12 aprile: «Si dice, ma non sappiamo quanto ciò sia vero, o frutto di fantasiose ricostruzioni post-primarie, che sia stato Pasquale Luperti a spostare i voti necessari per assicurare la vittoria dell’avv. Angela Carluccio sui concorrenti Vincenzo Boccuni e Pietro Guadalupi. Quasi un patto spirituale tra chi da assessore ha sofferto del fardello costituito dalla storia del padre, e chi potrebbe soffrirne (quello di Luperti ucciso in una guerra interna alla Scu, quello della candidata, l’ex sindaco Bruno Carluccio, finito ai domiciliari il 18.10.1984 per un finanziamento da 161.249.400 milioni di lire alla Società calcistica Brindisi Sport di Biagio Pascali».
Sono indignato! Perché, pur consapevole che sui figli non possano ricadere le colpe dei padri, ritengo che il senso dell’opportunità debba sempre guidare le nostre azioni. Anche se questo può comportare una sofferenza dell’anima, una limitazione delle aspirazioni, una mortificazione della personalità. In questo confortati dal fatto che ci sono tanti altri settori in cui si può dare libero sfogo alla giusta voglia di offrire il proprio contributo alla comunità in cui si vive!
Sono indignato! Per la mancanza di programmi che, dicono tutti a una voce, saranno resi noti prima delle elezioni di giugno. Ma come? I fabbricatori di liste prima sistemano il busillis dei nomi e poi pensano ai programmi? Mancano poche ore al referendum sulle trivelle e non ho sentito levarsi una-voce-una che parli del nostro mare, delle energie alternative e/o rinnovabili… Senza contare i grossissimi problemi che gravano sulla città.
Sono indignato! Perché il Presidente della Regione, alias sindaco della Puglia, “sceglie”, al posto nostro, il candidato del suo Partito. Brindisi continua ad essere depredata e commissariata ed ora vengono date “indicazioni” anche su chi debba fare il sindaco! Se continua di questo passo finiremo, insieme a tutto il Salento, a fare parte del territorio metropolitano di Bari…
Una giovane amica che risiede all’estero per motivi di lavoro, attenta alle brutture che accadono in Italia e a Brindisi, mi confessa che non vede l’ora di prendere la nuova cittadinanza ed abbandonare l’Italia al suo destino… A lei, per l’ultima volta, indirizzo l’“Indignez-vous” a suo tempo lanciato da Stéphan Hessel.
Le ho ricordato quello che diceva George Orwell: «Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri e traditori non è vittima. È complice». E ho aggiunto che, a mio avviso, lo è anche chi disconosce la propria Patria e le proprie radici. Spero con tutto il cuore (le persone “indignate” ce l’hanno un po’ più grosso di quelle assuefatte) che mi ascolti perché le voglio bene quanto a Brindisi.
Guido Giampietro
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