May 1, 2025

Ho detto e scritto più volte in passato che in merito al gasdotto che dovrebbe approdare a San Foca – Melendugno, molto si sarebbe potuto e dovuto fare per sollecitare la fase di scooping ed una scelta che derivasse da un processo democratico e partecipato sulla fattibilità dell’opera.
La polemica è invece montata quando era avviata la Valutazione di Impatto Ambientale sito specifica (sull’unico sito prescelto e non su diversi siti nella stessa area).
In questa fase, compito delle istituzioni e della “politica”, in gran parte inadempiente rispetto ai propri compiti nella fase precedente, non avrebbe dovuto essere quello di cavalcare la tigre della legittima contestazione popolare, con cadute di stile ed accenti demagogici a volte manifestati a tutela dell’orticello elettorale, spingendo l’opera fuori da S.Foca (soprattutto verso Brindisi, con la risibile motivazione di collegare al gasdotto non la riconversione di cui si è parlato, ma la chiusura della centrale Brindisi Sud per crearne una nuova a ciclo combinato).
Compito delle Istituzioni e della politica, sarebbe dovuto essere quello di motivare e valutare la strategicità dell’opera per un mercato che non può essere quello delle centrali termoelettriche alimentate da metano, in quanto tali impianti, tecnicamente più avanzati rispetto a quelli tradizionali, sono in profonda crisi, con 30.000 MW funzionanti ben al di sotto del regime, o in riserva o, addirittura fermi ( figuriamoci in tale contesto che senso abbia parlare di ciclo combinato a Cerano!).
Compito delle Istituzioni e della politica, sarebbe dovuto essere quello di contestualizzare il ricorso transitorio al metano, soprattutto per usi civili.

 
L’Energy Road Map dell’Unione Europea, prevede al 2050 l’obbiettivo dell’80% dei consumi finali coperti dalle fonti rinnovabili, grazie, principalmente, alla riqualificazione, già iniziata fra luci ed ombre, del sistema energetico, puntando su efficienza e risparmio. E’ in tale quadro di riferimento che andava seriamente valutata e motivata la strategicità dell’opera.
Compito delle Istituzioni e della politica, sarebbe dovuto essere quello di valutare, quando è stata prospettata, la fattibilità sull’unico sito indicato (anche se mi risulta che una prima localizzazione nella stessa area è stata discussa ed accantonata a favore di quella in seguito oggetto di V.I.A.).
In fase di VIA sono le osservazioni (alcune di quelle presentate del tutto condivisibili) a costituire l’unico oggetto di esame tecnico (regionale prima e nazionale poi) e quindi, di emissione del pronunciamento del Ministero per la tutela dell’ambiente del mare e del territorio. La VIA è un atto procedimentale che concerne il progetto dell’impianto proposto dalla TAP nel sito prescelto e, sarebbe tecnicamente e giuridicamente molto grave se le commissioni tecniche, compiendo un evidente abuso rispetto alle funzioni assegnate, avessero introdotto nell’esame siti alternativi in un procedimento che, visto l’iter percorso e l’essenza stessa della VIA, deve necessariamente essere sito specifico.
Se la VIA dovesse avere esito negativo, andrebbe aperto un nuovo procedimento, ovviamente sin dall’esame della fattibilità dell’opera (ben prima della VIA) in altri siti.
In ogni caso soltanto un elevato livello di demagogia e pressapochismo (anche esso da rimettere all’attenzione dell’autorità giudiziaria se i “rumors” fossero confermati) potrebbe giustificare, per di più nell’ambito di altro procedimento, l’individuazione di altri quattro siti ipotizzati a sud e (assurdo!) ben undici a nord di Brindisi, ipotesi che ovviamente, tanto più alla luce delle giravolte elettoralistiche che le sottendono, incontrerebbero la ferma opposizione popolare, umorale per alcuni aspetti, ma altrettanto legittima (ancor più visto il demagogico scaricabarile).
Al premier Renzi, che rivendica la guida di un “governo del si può fare” in contrapposizione all’ottica del no, rivolgo l’invito a rispettare e far rispettare gli obblighi derivanti dalle direttive europee e dalle leggi italiane per quel che attiene ambito, contenuto, trasparenza ed oggettività tecnica nel procedimento in corso, elementi da cui soltanto discende o meno il “si può fare”.

 

Dottor Doretto Marinazzo, Consigliere Nazionale di Legambiente

No Comments