May 1, 2025

Nel settore edile è in atto una vera invasione di imprese provenienti da fuori provincia che risultano vincitori di appalti pubblici e privati, con forti ribassi. I lavori, spesso, vengono svolti senza rispettare le normative di legge in materia di sicurezza e salute delle maestranze impegnate. Un problema che riscontriamo per l’aumento dei contratti di socio/lavoratore e per l’applicazione di contratti di altri settori: metalmeccanico, del pulimento e non certo quelli di competenza. Inoltre rileviamo l’abuso dei voucher, della partite IVA, oltre al ricorso al lavoro nero fortemente presente nel settore dell’edilizia a Brindisi, estromettendo così dalle gare di appalto le imprese SANE con il risultato di effettuare una concorrenza spietata e sleale anche nel settore dell’edilizia privata. Ci domandiamo: i preposti pagati dalla committente svolgono con diligenza e responsabilità il controllo a loro affidato? Vigilano con accuratezza i lavori? Verificano il rispetto delle norme previste nella gara di appalto? Vogliamo ricordare che negli appalti pubblici i soldi stanziati sono dei contribuenti, nello specifico dei brindisini.

L’Ispettorato del Lavoro territoriale, pur nella difficoltà per la mancanza di risorse e di personale, svolge il suo ruolo di controllo per la lotta al lavoro nero ed irregolare; è necessario accertare anche il rispetto e l’applicazione dei contratti di lavoro: se sono conformi all’attività lavorativa svolta e se i versamenti alla Cassa edile vengono effettuati regolarmente.

Anche il ruolo dell’INPS è fondamentale perché deve intervenire con il proprio Ufficio Ispettivo nei casi in cui i lavori effettuati non corrispondono al contratto applicato. In questo modo si potrebbero recuperare importanti somme dei contributi versati ai lavoratori e dallo stesso Istituto. La UIL  e la FENEAL di Brindisi sono a conoscenza di denunce di lavoratori costretti a lavorare a paga globale giornaliera dai 35,00 ai 50,00 euro in possesso di qualifica ignorando le altre voci contrattuali e CIG per intemperie. L’aiuto del governo, fino al massimo di 80 euro va nelle tasche delle aziende. Nelle buste paga le ore sono sempre inferiori al numero di quelle lavorate veramente, la qualifica non è mai quella reale, ma più bassa possibile per risparmiare sui contributi INPS. Purtroppo i lavoratori, pur di portare qualcosa a casa, molte volte non denunciano l’impresa, anche per timore di essere licenziati. A noi chiedono un aiuto.

Riteniamo che tutti insieme possiamo limitare questi atteggiamenti arroganti nei loro confronti. Lo stato di crisi non può più essere l’alibi per giustificare quanto sta  avvenendo, non regge più!

La UIL e la FENEAL intendono promuovere al più presto una iniziativa pubblica sul territorio per denunciare tali soprusi. È il momento di dire BASTA a quanto sta accadendo, denunciando chi è complice dell’illegalità in edilizia nella nostra provincia.

C.S. SEGRETERIE TERRITORIALI CST FENEAL UIL

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