May 2, 2025

Secondo alcune anticipazioni di stampa il decreto di riforma dell’autorità portuale prevede due sole autorità pugliesi: quella del Mar Ionio (di stanza a Taranto) e quella “del Mare Adriatico Meridionale” (che comprende i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli).

Sarebbero così deluse le aspettative del territorio brindisino i cui rappresentanti avevano chiesto l’indipendenza dell’Autorità Portuale di Brindisi nel caso in cui in Puglia fosse prevista più di un’authority.

Proprio stamattina il Sindaco Consales aveva scritto al Presidente della Regione Emiliano per sollecitare, come da mandato ricevuto all’unanimità dal Consiglio Comunale, un intervento diretto per evitare che il porto di Brindisi venga penalizzato attraverso la nascita di due Autorità di Sistema Portuale a Bari ed a Taranto.

 

Questo il testo approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Brindisi:

 

ORDINE DEL GIORNO SUL PIANO STRATEGICO NAZIONALE DELLA PORTUALITA’ E DELLA LOGISTICA E SUGLI ATTI LEGISLATIVI SUCCESSIVI PREVISTI IN TEMA DI RIORDINO DELLA GOVERNANCE PORTUALE – RIVENDICAZIONE DELL’AUTONOMIA DEL PORTO DI BRINDISI E CONSEGUENTE ED EVENTUALE IMPUGNAZIONE DEL COMUNE DI BRINDISI IN CASO DI SUO DECLASSAMENTO

IL CONSIGLIO COMUNALE DI BRINDISI,

PREMESSO

– che la legge 28 gennaio 1994, n. 84 e successive modificazioni disciplina l’ordinamento e le attività portuali per adeguarli agli obiettivi del piano generale dei trasporti, dettando contestualmente principi direttivi in ordine all’aggiornamento e alla definizione degli strumenti attuativi del piano stesso, nonché all’adozione e modifica dei piani regionali dei trasporti;

– che con la stessa legge all’art. 6 fu istituita l’Autorità Portuale nel porto di Brindisi con compiti di a) indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioni portuali di cui all’articolo 16, comma 1, e delle altre attività commerciali e industriali esercitate nei porti, con poteri di regolamentazione e di ordinanza, anche in riferimento alla sicurezza rispetto a rischi di incidenti connessi a tali attività ed alle condizioni di igiene del lavoro in attuazione dell’art. 24; b) manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni nell’ambito portuale, ivi compresa quella per il mantenimento dei fondali, previa convenzione con il Ministero dei Lavori Pubblici che preveda l’utilizzazione dei fondi all’uopo disponibili sullo stato di previsione della medesima Amministrazione; c) affidamento e controllo delle attività dirette alla fornitura a titolo oneroso agli utenti portuali di servizi di interesse generale, non coincidenti né strettamente connessi alle operazioni portuali di cui all’art. 16, comma 1;

– che il Governo italiano con DPCM del 26 agosto 2015 ha varato il Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica (PSNPL), redatto in attuazione dell’articolo 29 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n.164, Sblocca Italia e con la finalità “di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico, di agevolare la crescita dei traffici delle merci e delle persone e la promozione dell’intermodalità nel traffico merci, anche in relazione alla razionalizzazione, al riassetto e all’accorpamento delle Autorità Portuali esistenti” ;

– che il PSNPL, nelle sue considerazioni iniziali, evidenzia i limiti e le distorsioni dell’attuale assetto della governance portuale plasmato dalla legge n. 84 del 1994 individuando nella dimensione “mono-scalo” degli organi di governo dei porti, uno dei fattori principali su cui intervenire e propone un nuovo modello di governance, da realizzarsi attraverso atti legislativi successivi, che pone tra gli strumenti serventi alla realizzazione degli obiettivi del PSNPL la razionalizzazione, il riassetto e l’accorpamento delle Autorità portuali esistenti, definendo, in particolare, una strategia di intervento ipotizzando l’istituzione di otto Autorità di Sistema Portuale (AdSP);

– che, per la nostra area di riferimento il PNSPL individua l “Autorità di Sistema Portuale Pugliese” ricomprendendo i soli porti già sede, attualmente, di Autorità Portuale costituita: Bari, Brindisi, Taranto e Manfredonia;

CONSIDERATO

– che, tra gli atti legislativi successivi previsti dal PSNPL, è in previsione un decreto legislativo di riforma del sistema portuale della cui bozza si ha conoscenza attraverso le dichiarazioni ufficiali dei rappresentanti del Governo e attraverso un testo divulgato recentemente dal quale risulterebbe la scelta di individuare 14/15 Autorità di Sistema (di cui 7 monoscalo) con identificazione presso un porto principale e il conseguente declassamento dei porti restanti;

– che la Corte Costituzionale, con sentenza n. 261/2015 del 17 novembre scorso, ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 29, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 (Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive), convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, nella parte in cui non prevede che il piano strategico nazionale della portualità e della logistica sia adottato in sede di Conferenza Stato-Regioni” ;

– la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, riunita il 7 agosto 2015, in relazione agli aspetti di governance del PSNPL, aveva auspicato che “si distingua tra livello programmatorio, in una visione di sistema, in cui le scelte infrastrutturali perseguano scopi strategici, e livello ordinamentale, con scelte di governance che tengano conto delle funzioni delle AP in una riforma complessiva del’ordinamento portuale, conciliando le disposizioni del Piano con quelle degli altri atti normativi in itinere, evitando approssimative ipotesi di accorpamenti. A tale specifico proposito, le scelte riguardanti gli assetti ordinamentali dovranno essere correlate al piano di rilancio della portualità italiana, non potendosi attribuire automatico e semplicistico rilievo alla classificazione delle Reti TEN in ambito Comunitario”. ;

– che il Consiglio comunale di Brindisi ha già impegnato il Sindaco ad “intraprendere ogni azione utile affinché il porto di Brindisi e le connesse strutture viarie e ferroviarie vengano inclusi nella rete trans-europea dei trasporti” anche attraverso l’auspicato prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico già inserito dal Parlamento Europeo nelle priorità strategiche della regione Adritica e Ionica;

– che il PSNPL, nella parte in cui riferisce sulla “proposta di governance“ non presuppone alcuna corrispondenza tra la programmazione europea delle reti transeuropee di trasporto e le future sedi delle nuove Autorità di Sistema Portuale;

RITENUTO

– che le preannunciate decisioni, consequenziali al PSNPL appaiono essere in contrasto con i princìpi dettati dallo stesso, prevedendo, per la Puglia, lo sdoppiamento della AdSP in due governance distinte per Bari e Taranto;

– che è irragionevole la decisione secondo cui una riforma di siffatta natura arrivi a prevedere sostanzialmente il solo declassamento del porto di Brindisi rispetto invece alle previsioni del PSNPL che, al contrario, aveva trattato la materia come una vera e propria organizzazione in cluster di porti vicini in associazione orizzontale tra loro retta da una governance sovraordinata, per l’appunto, l’Autorità di Sistema Portuale con la costituzione di una “direzione portuale” in ogni singolo porto già sede, prima della riforma, di Autorità portuale;

– che per la città di Brindisi è sostenibile collaborare responsabilmente alla costruzione di una riforma che tiene conto della individuazione di una unica AdSP ma non è tollerabile, invece, subire la decisione paventata che, in contrasto con quanto preannunciato dal PSNPL, declassa il solo proprio porto senza alcuna considerazione dei dati infrastrutturali ed economici che lo riguardano anche con riferimento agli enormi suoi spazi retroportuali ed alle sue connessioni con le reti di trasporto di rilievo nazionale ed internazionale;

– che, tra le varie alternative della governance di sistema (compresa anche quella “mobile” allocata per tempi stabiliti in uno scalo per poi trasferirsi in un altro), la individuazione di due AdSP così vicine (Bari e Taranto) e il contestuale declassamento del porto di Brindisi appaiono come un chiaro cedimento a interessi campanilistici non supportati da ragioni tecniche ed economiche;

– che la sentenza n. 261/2915 della Corte Costituzionale riapre il fronte delle decisioni da prendere sul PSNPL e rimanda ad una consultazione decisiva delle Regioni italiane e quindi anche della Regione Puglia chiamata ad esprimersi in conferenza Stato-Regioni;

– che le reti europee oggi disegnate, siano esse centrali – core network – o globali – comprehensive network – sono suscettibili di possibili variazioni negli orizzonti temporali previsti bastando ciò a dimostrare l’impraticabilità dell’assunto di corrispondenza tra la programmazione europea delle reti transeuropee di trasporto e le future sedi delle nuove Autorità di Sistema Portuale così come rilevato anche dalla Conferenza delle Regioni;

– che è indispensabile per il futuro della città e del suo porto intraprendere una iniziativa istituzionale forte a tutela degli interessi legittimi e diffusi del territorio che potrebbero essere definitivamente compromessi dalle decisioni conseguenti a tutto quanto sopra descritto;

IMPEGNA

il Sindaco:

– ad intraprendere ogni azione utile e necessaria nei confronti del Governo nazionale e della Regione Puglia al fine di evitare il declassamento del porto di Brindisi, fornendo, in collaborazione con la Autorità portuale, i dati infrastrutturali ed economici che lo riguardano a supporto della richiesta di inserimento dello stesso tra i porti sede di AdSP ovvero a supporto della individuazione di una unica AdSP pugliese e di “direzioni portuali” nei porti già sede di Autorità portuale, così come già previsto nel PSNPL approvato con DPCM del 26 agosto 2015;

– a tenere conto, nella sua azione, delle premesse e delle considerazioni contenute nel presente ordine del giorno, rappresentandole nelle posizioni ufficiali dell’Amministrazione comunale;

– a impugnare ogni atto legislativo inerente l’argomento trattato dal presente ordine del giorno che palesemente contrasti con la tutela degli interessi e le prerogative del porto di Brindisi;

CHIEDE

– ai rappresentanti del territorio in Consiglio regionale e in Parlamento di operare in tal senso;

SOLLECITA

– il Presidente della Regione Puglia per una chiara espressione di volontà a difesa del mantenimento della Autorità Portuale di Brindisi

IMPEGNA ALTRESÌ IL SINDACO

– a riferire al Consiglio comunale sulle evoluzioni dell’azione intrapresa e sulle decisioni eventualmente assunte e comunicate dal Governo nazionale e/o dalla Regione Puglia.

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