November 6, 2024

Se è vero, come ama ripeter spesso il ministro Delrio che: “la Geografia è Destino”, il porto di Brindisi, già Porta d’Oriente dell’Impero Romano, Base Logistica delle “Crociate” nel medioevo, può diventare con i porti pugliesi, la “Porta d’Oriente” del Sistema Paese.

Questa è la scommessa e l’occasione irripetibile per Brindisi, la Puglia ed il Mezzogiorno a valle della riforma della portualità: la rete delle città portuali del Mezzogiorno, strettamente connesse via ferro al Corridoio Baltico Adriatico, come Gateway dell’Europa sul Mediterraneo, potrà rivelarsi il nuovo motore dell’economia del Mezzogiorno. La Puglia e tutto il Sud non è, e non deve essere la periferia di Bruxelles e del Nord d’Italia, ma è invece, secondo un’intuizione secolare che risale a Federico II ed ai normanni, il cuore del Mediterraneo che guarda ad Oriente.

 

Il territorio di Brindisi e della Puglia, ricompreso nella giurisdizione dell’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico Meridionale, può e deve diventare il soggetto di una strategia di sviluppo logistico sostenibile, deve riacquistare la capacità di pensare da se, riacquistare la propria soggettività e la propria autonomia; non deve continuare ad essere governato e programmato da un pensiero e da un’idea di sviluppo esterna.

 

Bari, per la prima volta, dalla riforma del 1994 esprime un presidente e sarebbe opportuno un analogo riconoscimento per Brindisi, a livello di Segretario generale: scelga liberamente il Presidente, ma tenga presente, come è avvenuto per Napoli con Salerno, l’opportunità di non mortificare ulteriormente questo territorio e questa città, attualmente senza sindaco.

 

Considerato che il Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico Meridionale si è insediato il 28 luglio, il Piano Operativo Triennale dovrà essere approvato entro (90 giorni) il 26 ottobre e che ancora non è stato nominato il nuovo Segretario Generale, (che, come previsto dalla legge: tra le altre competenze, “elabora il piano regolatore di sistema portuale”) le problematiche rischiano di aggravarsi.

 

Brindisi non può continuare ad essere, come negli ultimi 60 anni, il porto e la periferia delle grandi industrie petrolchimiche o energetiche, dove si replica tardi e male un’idea di sviluppo inadeguata e insostenibile. Seguire tale spirale equivale a commettere due errori complementari che si amplificano a vicenda: da una parte la “terapia-strategia” propinata dall’esterno, spesso aggrava le patologie, dall’altra si rinuncia all’origine alla possibilità di rovesciare il rapporto: non pensare Brindisi e la Puglia alla luce dello sviluppo “esogeno”, ma pensare allo sviluppo del territorio alla luce della Puglia e di Brindisi, delle sue naturali prospettive e potenzialità ambientali, posizionali e logistiche.

 

Occorre una visione lungimirante sul ruolo che il porto di Brindisi può ricoprire, occorre un forte segnale di discontinuità’ col passato delle vecchie Autorità Portuali (a quelle di Bari e Brindisi in due anni sono stati revocati un totale di circa 110 Milioni di euro), ma occorre anche una forte perequazione territoriale a livello di risorse professionali ai livelli apicali.

 

Questo è l’appello che lanciamo oltre che al presidente Ugo Patroni Griffi, anche al ministro Graziano Delrio, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ed al sindaco della città metropolitana di Bari Antonio Decaro (auspicando che nel suo ruolo di presidente dell’ANCI rappresenti pienamente la città di Brindisi in questo particolare momento in cui si trova senza guida politica): il tempo si fa breve, occorre scegliere con urgenza il nuovo Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico Meridionale tenendo presenti gli anzidetti criteri di discontinuità e di perequazione territoriale.

 

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
I Propeller club port of Bari, Brindisi, Taras
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