May 14, 2025

Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota stampa del Dr. Francesco Calò, Presidente del Comitato delle cooperative edilizie di Ostuni

 

 

Abbiamo appreso dalle pagine dello SCUDO di gennaio 2016 che il nuovo assessore all’urbanistica, Avv. Nicolangelo Zurlo, intende dare vigore alla prassi che prende il nome di “urbanistica partecipata”, ossia alla partecipazione attiva della comunità cittadina alla pianificazione dei luoghi del vivere comune.
Dal contenuto del pubblico intervento dell’assessore apprendiamo altresì che lo stesso legislatore nazionale e regionale ha previsto la partecipazione popolare nella fase del procedimento amministrativo di formazione degli atti di pianificazione, come momento di controllo di legittimità e di merito delle scelte di pianificazione.
Il Comune di Ostuni prevede poi una pubblica consultazione nel regolamento sulla trasparenza.
In questo contesto il Comune intende portare a conclusione la procedura di formazione della variante di adeguamento del PRG al piano urbanistico territoriale tematico della Regione Puglia, che fu avviata nel 2009 ed adottata dal Consiglio Comunale nel marzo 2013, e trasmessa alla Regione.
Inutile dire che, con queste premesse, moltissimi sono i cittadini che si aspettano di risolvere il problema abitativo, nell’ambito di una offerta orientata sull’edilizia popolare, da troppo tempo finita nel dimenticatoio.
Ricostruiamo i fatti.
Il piano particolareggiato di zona 167 è stato adottato con delibera del C.C.n.53 del 20.12.2006, in variante al PRG ai sensi del 4^comma dell’art.3 della L.167/62 e situato in un’ampia area che abbraccia le strade provinciali per Francavilla e Ceglie Messapica.
Il P.d.Z. prevedeva la realizzazione di n.306 alloggi tutti uguali, della superficie netta interna di mq.95 più balconi e posto macchina interrato, distribuiti in 17 edifici da assegnare ai soggetti legittimati per legge, in primis le cooperative edilizie, da tempo costituite da cittadini in cerca di casa, a prezzi accessibili.
L’intervento era previsto in n.12 edifici tipo A (di 5 piani e n.15 alloggi per edificio) e in n. 5 edifici tipo B da n.6 piani e n.18 alloggi per edificio.
La delibera precisa che tutti i costi derivanti dall’attuazione del piano di zona in argomento come urbanizzazioni e indennità di espropriazioni troveranno copertura finanziaria negli oneri di assegnazione ai soggetti legittimati per legge (cooperative edilizie, IACP ecc.).

 
La Regione Puglia, nel 2008, ha approvato il P.d.Z. con alcune osservazioni volte sostanzialmente ad abbassare l’altezza degli edifici, con riduzione di n. 51 alloggi e, nel mese di aprile del 2009, il Consiglio Comunale, nel recepire le osservazioni critiche della Regione, ha approvato in via definitiva il nuovo P.d.Z. della 167.
In questo quadro, poco tempo prima delle amministrative del giugno 2014, sembrava che la giunta comunale stesse per procedere alla approvazione del bando pubblico di concorso (ex art. 10 L.167/62, come sostituito dall’art. 35 L. 22.10.1971 n. 865) per l’assegnazione dei lotti di edilizia residenziale pubblica ubicati nel nuovo P.d.Z. approvato con delibera di Giunta regionale n.2589 del 30.11.2010.
Ma mentre ci si avviava alla fase operativa del progetto che avrebbe consentito la costruzione di n.249 alloggi di edilizia economica e popolare, diretto a dare risposta concreta alla domanda abitativa a prezzi più bassi di quelli correnti, l’esito delle amministrative ha nuovamente sospeso i lavori, con diseconomia di tempo per chi ha aveva riposto le sue speranze in questa iniziativa.

 
Veniamo ora alla domanda.
Egregio assessore, la Sua giunta vuole o non vuole risolvere il problema abitativo facendo ricorso allo strumento dell’edilizia popolare?

 
Se il problema è il costo dell’esproprio (che la precedente amministrazione aveva valutato dell’ammontare complessivo di 3milioni di euro, a carico dei soggetti assegnatari) lasciamo che i cittadini che compongono le numerose cooperative edilizie valutino, ma intanto si proceda alla assegnazione dei lotti.
E se lo strumento del P.d.Z. 167 non piace, facciamo ricorso all’alternativo strumento della “rigenerazione urbana”, ovvero ad azioni strategie e progetti che abbiano come denominatore comune la ristrutturazione urbanistica di parti della città, oggi abbandonate a se stesse, inabitabili e, ben presto, inagibili, dismesse o dismettibili che possono diventare luoghi di maggiore potenzialità per la città.
Il Comune deve essere strumento di organizzazione e promozione sociale e non mezzo di speculazione, atteso che il modesto patrimonio edilizio sul mercato, spesso obsoleto, non risponde alla domanda sia in termini di prezzi e sia in termini di qualità delle abitazioni.

 
Come società civile ci chiediamo cosa impedisce al Comune di approvare uno strumento urbanistico di riqualificazione urbana a favore di soggetti tutelati per l’attribuzione delle aree disponibili e per la realizzazione di nuove abitazioni, rivolte a quelle categorie sociali intermedie, a quella “fascia grigia” che non riesce a soddisfare il proprio fabbisogno abitativo sul mercato per ragioni economiche (giovani coppie a basso reddito, famiglie mono-genitore, anziani, studenti e lavoratori impiegati fuori sede).

 
Peraltro una simile soluzione rinfrancherebbe i soggetti tutelati dal pagamento degli oneri di urbanizzazione per agevolare la realizzazione di nuovi insediamenti abitativi contestualmente al risanamento di abitati fatiscenti.
Non crede l’amministrazione che all’uopo sarebbe funzionale la pubblicazione di un bando per Tecnici della riqualificazione urbana ?

 
Dr. Francesco CALO’
Il Presidente del Comitato delle cooperative edilizie di Ostuni

-PANORAMA COOPERATIVA EDILIZIA VIA Fogazzaro n.37 Ostuni
-COOPERATIVA EDILIZIA ITACA A R.L. VIA Mercadante, n.4 Ostuni
-SOCIETA’ COOPERATIVA EDILIZIA DIAMANTE A R.L. VIA Passatoio dei Giudei, n.3 Ostuni
-COLUMBIA SOCIETA’ COOPERATIVA EDILIZIA A R.L. VIA Viterbo, n.2 Ostuni
-SOCIETA’ COOPERATIVA EDILIZIA BELLAVISTA A R.L. VIA Mercadante, n.4 Ostuni
-COOPERATIVA EDILIZIA “LU BARCARULU” via Cav. Di Vittorio Veneto n. 1 Ostuni

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