May 17, 2025

Sabato 13 ottobre 2018, alle ore 18:30, presso Sala consiliare del Comune di Villa Castelli (Brindisi), vi sarà l’evento: presentazione del libro “Storiografia del brigantaggio postunitario” dal 1860 ai giorni nostri, con la partecipazione dei relatori Pino Aprile.

PROGRAMMA
Vito Nigro: Introduzione
Pino Aprile: Prefazione al libro
Rocco Biondi: Contenuto del libro

 

[Dalla prefazione di Pino Aprile]
Il libro di Rocco Biondi è particolarmente utile in questi anni di grande ripresa degli studi sui tanti lati oscuri di un Risorgimento che la storia ufficiale, preoccupata più di forgiare patrioti che di raccontare le cose come sono davvero andate, ha ridotto a una narrazione ingessata e in qualche caso favolistica. Al punto che, per le cattedre di lorsignori (salvo ottime e, per fortuna, sempre più convinte e numerose eccezioni), il compito dello storico più che cercare e riferire sarebbe quello di custode della versione ‘più utile’, e ‘revisionismo’, invece di essere la missione di chi cerca e rivede alla luce di nuove conoscenze, è diventato un insulto. Un uso dichiaratamente politico della storia, rivendicato dai fondatori della nostra storiografia, ‘i sabaudisti’, dal 1830 fino agli attuali loro epigoni (il più sincero, forse con qualche imbarazzo tardivo, Alessandro Barbero).
Accade così che (salvo, ripeto, quelle notevoli eccezioni accademiche) per saperne di più e meglio, specie su alcuni aspetti quali la repressione, l’entità dei saccheggi e delle stragi ‘unitarie’, si debba far ricorso più proficuamente a studiosi e autori che non devono temere per le loro carriere e cattedre. Come Rocco Biondi.

 

[Dalla introduzione di Rocco Biondi]
Molto ampia è stata e continua a essere la storiografia sul brigantaggio postunitario. Questo periodo, che va convenzionalmente dal 1860 al 1870 quando fu fatta la cosiddetta Unità d’Italia in seguito all’invasione e annessione al Piemonte sia del Regno delle Due Sicilie sia dello Stato Pontificio, noi lo facciamo arrivare fino ai giorni nostri. I ‘nuovi briganti’ del Sud non sono più armati di fucili ma di parola, briganti della comunicazione che diffondono la conoscenza, stimolano le coscienze, suscitano la reazione.
Gli studi sul brigantaggio non si sono mai fermati e continuano tuttora. Si è continuato a scavare nella memoria collettiva e negli archivi, producendo molte storie locali e seri studi complessivi. Sono state attraversate varie fasi bibliografiche, da quella che presentava testi di cronaca, documenti, processi, discorsi, a quella che raccoglieva testi di memorie, all’altra che utilizzava il brigantaggio come fenomeno antropologico (i crani), a quella del silenzio e della rimozione durata fino alla caduta del fascismo, all’ultima che dura tuttora con approfonditi scavi appunto nella memoria collettiva e negli archivi. Di recente vengono anche pubblicati libri per le scuole, a mo’ di sussidiario, che contengono la storia del brigantaggio.
Il brigantaggio meridionale postunitario è qualcosa di essenzialmente nuovo e diverso rispetto all’endemico banditismo, che per secoli fu caratteristico del Mezzogiorno d’Italia; ha contorni più vasti e profondi. La sua storia, che non è ricostruibile come storia isolata, deve essere studiata strettamente collegata all’intera vicenda di tutto il Sud.
[…]
Il termine ‘brigante’ ha subito nel tempo una progressiva modificazione. Inizialmente aveva assunto prevalentemente una connotazione negativa, sulla spinta degli storici che si allineavano all’interpretazione risorgimentale dettata dai piemontesi. Indicava una persona che vive alla macchia (spesso in bande organizzate) compiendo rapine a mano armata e taglieggiando le persone e la proprietà privata. Ma successivamente è venuto ad assumere pian piano una connotazione positiva, andando oltre la posizione ufficiale.

 

Rocco Biondi, Storiografia del brigantaggio postunitario dal 1860 ai giorni nostri, prefazione di Pino Aprile, Magenes Editoriale, Milano 2018, pp. 319, € 20,00

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