Questa mattina Maurizio Bruno, Sindaco di Francavilla Fontana nonché segretario provinciale del Partito Democratico, ha presentato la sua candidatura a presidente della provincia ed il programma della lista che lo sostiene.
Questo il documento programmatico diffuso dal candidato Bruno.
- LA MIA CANDIDATURA, IL NOSTRO PROGETTO
La mia candidatura viene fuori da un percorso che ha visto protagonisti i Sindaci e i Consiglieri comunali che nel nostro territorio si riconoscono nella cultura e nel patrimonio di idee e di valori che fanno riferimento alle politiche del Centro Sinistra. Tuttavia l’ambizione non è affatto quella di voler rappresentare una parte, anzi.
Il progetto qui esposto è orientato ad una rappresentanza ampia dei brindisini. E’ infatti chiaro che il nuovo Presidente della Provincia, soprattutto all’avvio di questa delicata riforma istituzionale, deve assumere un ruolo costituente divenendo non espressione di una singola parte politica ma rappresentante di tutti i sindaci e i consiglieri comunali brindisini, delle loro visioni e peculiarità e, attraverso ciò, dell’intera comunità.
Per fare ciò è però necessario avere delle proposte chiare: lo sviluppo della comunità brindisina, passa necessariamente dalla capacità della politica di avere visione del futuro, di elaborare strategie, fare progetti e condividerli.
In questo momento di palese difficoltà e disorientamento, nel quale le istituzioni più ampie sembrano prigioniere della dimensione burocratica ed incapaci di tracciare percorsi virtuosi di crescita, sono convinto che occorra riproporre con forza la necessità della politica, come occasione di confronto aperto tra le persone attorno alle idee e non agli schieramenti pregiudiziali.
PERCHÉ CREDERE NELLA PROVINCIA DI BRINDISI
Dopo anni di dibattiti sulle provincie italiane, nell’aprile di quest’anno è stata approvata la L 56 che ne ridefinisce l’assetto. Si tratta di una legge ancora incompleta, che dovrà essere inquadrata dentro una nuova architettura istituzionale.
Il nuovo assetto non potrà comunque non porsi di fronte alla dimensione reale dei problemi che, oggi, sono spesso di area vasta, cioè di dimensione ben maggiore delle realtà delle singole comunità locali. I problemi del riassetto territoriale, ma anche quelli di coesione sociale, spesso sono inaffrontabili se non presi alla misura di ambiti territoriali almeno sovracomunali.
Le province avevano questo compito, assegnato dalla L.142/90. Oggi, ed in particolare quella di Brindisi, hanno comunque davanti ancora un importante spazio di azione, solo però se sanno porsi come ente di servizio, a supporto delle comunità locali per aiutarle a dialogare tra loro ed a far emergere, divulgare e consolidare, le loro migliori pratiche amministrative.
Oggi, che di risorse economiche c’è n’è poche, ed anche quelle non si riescono ad impiegare per i vincoli di stabilità, occorre almeno spendere al massimo le risorse intellettuali e quelle della fatica politica, il cui costo economico è assai inferiore. In questa situazione la Provincia di Brindisi deve riuscire ad essere il luogo di riferimento per il rinnovo del territorio e la rivitalizzazione della comunità: il luogo dove i brindisini di oggi e di domani trovano uno spazio di elaborazione, confronto e di stimolo, parlando di industria, di edilizia, e di come queste possono e devono ritrovare spazio competitivo entro il paradigma ambientale, o di scuola e di comunità, e di come queste debbono e possono rinnovare ed adeguare le loro pratiche.
L’OCCASIONE DEL CAMBIAMENTO
Questo è un momento particolare, dove la politica deve cercare di esprimere il meglio di sé, e dove, di fronte al crollo del modello economico precedente, si sono aperti spazi di pensiero e di progettazione davvero nuovi ed anche, se li si sa e vuole vedere, entusiasmanti.
Purché si colga che la guida della trasformazione avviene solo se si è portatori di un pensiero strategico, orientato al medio lungo periodo, che sa collocare il procedimento amministrativo in relazione agli obiettivi di sviluppo, che privilegia il cambiamento positivo alla conservazione dello status quo.
Mi impegno a lavorare perché sia il Consiglio Provinciale che l’Assemblea dei Sindaci, riescano davvero a divenire spazio di espressione qualificata della comunità brindisina, dei suoi territori e dei suoi amministratori, di qualunque orientamento essi siano.
UN NUOVO GOVERNO PER IL SISTEMA BRINDISI
La L. 56 prevede vi sia ancora un ente provinciale, con però una rappresentanza di secondo livello, che chiama perciò ad una maggiore responsabilità i sindaci ed i consiglieri di tutti i comuni brindisini. Questa rinnovata forma di governo rischia di scontare un periodo lungo di assestamento che, oggi, in una situazione di emergenza socioeconomica, non possiamo permetterci. Occorre dunque che la rinnovata istituzione provinciale, ed in particolare gli amministratori del territorio chiamati a dargli consistenza, sappiano velocemente sia definire non solo obiettivi chiari ed adeguati, sia coinvolgere i dirigenti ed i responsabili con modalità moderne, ed anche definire criteri di azione nuovi per gli organi politici.
Il Consiglio Provinciale dovrà saper diventare organo fondamentale di governo, non un ratificatore di delibere, ma costruttore di idee e strategie pubbliche. Deve occuparsi degli argomenti centrali del territorio, dei nodi ambientali, delle problematiche urbanistiche, dell’evoluzione delle attività produttive, dell’aggiornamento delle pratiche sociali e di formazione. Il Consiglio Provinciale deve divenire il luogo dove il Sistema Brindisi si confronta, convocando con periodicità elevata l’assemblea dei sindaci, ma anche le rappresentanze delle categorie, l’università e gli altri soggetti di rilevanza territoriale, affinché le politiche proposte riescano a consolidarsi con la costruzione del consenso necessario.
- LE COMPETENZE CONFERMATE
Non essendo ancora ultimato il percorso di delega che Regione Puglia darà alle province pugliesi, per il momento mi riferisco alle competenze contenute nella L 56:
- pianificazione territoriale di coordinamento;
- tutela e valorizzazione dell’ambiente;
- pianificazione del trasporto pubblico, costruzione e gestione delle strade provinciali;
- programmazione della rete scolastica e gestione dell’edilizia scolastica;
- assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, controllo dei fenomeni discriminatori.
- promozione delle pari opportunità
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DI COORDINAMENTO
Approvazione definitiva del PTCP e costruzione di una sua agenda operativa.
La Provincia ha iniziato a pensare al suo ruolo di ente di coordinamento subito dopo la L. 142/90. Nel 2012 il Consiglio Provinciale ha adottato il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), compito del nuovo Consiglio dovrà essere quello di approvarlo in forma definitiva, per dare al nostro territorio uno strumento fondamentale di pianificazione strategica.
Tale Piano dovrà essere la cornice di riferimento della pianificazione locale. Quindi non semplice documento di controllo ma piano strategico orientato a temi concreti: la riqualificazione urbana mediante i singoli PUG, la qualificazione del nodo aeroportuale, la promozione di politiche a sostegno delle aree produttive, la riorganizzazione e modernizzazione del trasporto pubblico, la riqualificazione dei centri storici, la valorizzazione della costa brindisina.
Occorre però che, in pochi mesi, e con un percorso di condivisione, il piano debba essere approvato e correlato ad un’AGENDA STRATEGICA capace di supportare le amministrazioni locali e la cittadinanza nel perseguire attività di qualificazione del territorio, anche in linea con gli indirizzi comunitari per i quali, fra l’altro, è possibile candidarsi all’ottenimento di fondi.
L’attività di verifica dei singoli PUG comunali, dovrà divenire l’occasione per incentivare collaborazioni tra la Provincia ed i comuni sui temi di loro interesse ma sovracomunali, orientando così anche i PUG stessi ad essere strumenti snelli di promozione del territorio e di forme di cittadinanza attiva.
Tale riorientamento della pianificazione territoriale è oggi l’atto primo necessario dell’ente d’area vasta. In un momento in cui il modello di crescita edilizia per continua espansione è arrivato al limite, occorre rapidamente un piano operativo che riesca ad aiutare, con politiche chiare, con protocolli istituzionali certi e, possibilmente, anche con accordi col mondo bancario ed assicurativo, la riconversione del settore edile verso la prevalenza della rigenerazione urbana. Indicando altresì le pratiche e le procedure corrette per valorizzare l’ambiente naturale ed i beni culturali e storici della Provincia per utilizzare il Piano come strumento di promozione che riesca a conciliare attività economica e tutela e valorizzazione dell’ambiente.
TUTELA E VALORIZZAZIONE DELL’AMBIENTE
L’ambiente, come salvaguardia dell’identità del nostro territorio e come valore strategico per il suo futuro.
Per troppo tempo il nostro territorio ha vissuto la difficoltà di conciliare lo sviluppo e la presenza di impianti industriali a forte impatto ambientale, con la tutela della salute, del territorio e dell’ambiente stesso.
Negli ultimi anni, le vicende che hanno interessato l’ILVA di Taranto in particolar modo,
hanno portato la cittadinanza alla acquisizione di una sensibilità ambientale sconosciuta fino poco tempo fa. E’ nostra convinzione che non ci può e non ci debba essere lavoro e sviluppo senza la piena salvaguardia ambientale. Su questo non si può più transigere! Per questo, premesso che la tutela dell’ambiente e della salute è il principio a cui informare le principali scelte in campo ambientali, si ribadiscono i seguenti punti:
– l’assetto energetico deve essere orientato a ridurre significativamente le emissioni quale obiettivo di una volontà tesa a migliorare continuamente e progressivamente la situazione ambientale e volta a valutare i nuovi investimenti in un ambito di eco-compatibilità;
– impegno a ricercare tutte le risorse finanziarie e gli investimenti utili a valorizzare le vocazioni territoriali e le risorse paesaggistiche, avendo cura di tutelare – attraverso gli strumenti della programmazione e dell’assetto del territorio – l’ambiente, come salvaguardia dell’identità del nostro territorio e come valore strategico per il suo futuro;
– La realizzazione in continuo del monitoraggio dell’aria, del suolo e dell’acqua, del sito di interesse nazionale ad opera di un sistema autonomo e pubblico.
VIALIBILITA’ E TRASPORTI
Per un sistema integrato di mobilità.
La competenza sulla viabilità è una delle più antiche della Provincia. La provincia deve occuparsi delle strade sovracomunali, progettarle, costruirle e mantenerle. Dalla maggiore o minore qualità delle strade provinciali passa l’efficienza dell’economia brindisina, l’immagine del territorio, la sicurezza che va garantita ai cittadini.
Stante la continua riduzione dei fondi trasferiti per tali servizi, occorre un indirizzo politico deciso verso l’innovazione e l’integrazione dei sistemi di trasporto, per evitare la riduzione delle tratte e la selezione dei servizi.
Insieme al management della STP bisogna lavorare per ripensare interamente il tema del trasporto integrandolo con le nuove modalità oggi disponibili, car sharing, car pooling, telecontrollo e anche con una decisa integrazione con la rete della mobilità dolce (piste ciclabili), per la quale la provincia ha un proprio piano da coordinarsi con i Piani di tutti i comuni.
Occorre prendere atto come la crisi stia innescando effetti nuovi anche sulle abitudini della mobilità privata, potendo favorire lo spostamento di molti utenti dal costoso uso individuale dell’automezzo privato o verso un trasporto pubblico rinnovato o verso forme di integrazione del mezzo privato con la rete provinciale. All’interno di questo tema, fra l’altro, ben si colloca il progetto di shuttel finanziato dalla Regione Puglia e che ha la città capoluogo come cuore del progetto.
Ma oltre all’importanza del nodo centrale di Brindisi è il complesso del territorio, che può trarre giovamento dalla costruzione di un sistema territoriale di infomobilità.
Ragionare attorno al tema della mobilità significa fare i conti anche con quei disagi che alimentano gli alti tassi di mortalità scolastica ancora presenti nei nostri comuni. Il tempo che un ragazzo può dedicare alla formazione e allo studio dipende anche dall’ora in cui si alza per andare a scuola e dall’ora in cui riesce a tornare a casa. La mobilità è quindi un tema strettamente legato all’idea di innovazione e di giustizia sociale, e questi saranno i riferimenti valoriali sui quali costruire una nuova progettualità territoriale per il prossimo decennio.
EDILIZIA SCOLASTICA E FORMAZIONE
Scuola e comunità, scuole come cuore della vita urbana.
Progettare o ristrutturare una scuola, od anche solo farle manutenzione, significa scegliere se dare o meno valore alla comunità ove è inserita, e questo lo si può fare promuovendo la partecipazione alle scelte, disegnando lo spazio pubblico esterno ed il suo rapporto con l’interno, costruendo un rapporto tra nuovi spazi e Piani di Offerta Formativa, affinché le scuole non siano dei segmenti settoriali del sapere, ma centri riconoscibili della formazione culturale del territorio. Occorre superare la segmentazione delle competenze e considerare che gli spazi scolastici debbono essere fruiti in modo plurimo ed intensivo dalla comunità ed essere quindi coordinati con il tessuto urbano d’intorno (ad esempio coordinando ad essi la rete degli accessi ciclabili ed il sistema delle aree verdi) in modo che non risultino dei meri recinti.
L’integrazione degli usi e degli spazi, che passa necessariamente per la paziente tessitura di accordi con le dirigenze scolastiche e con le amministrazioni coinvolte, è un dato fondamentale dell’economia della condivisione che oltre a generare comunità, mediante la valorizzazione delle relazioni locali, produce anche risparmi riconoscibili.
Poiché il tema dell’edilizia scolastica è stato posto al centro dell’azione del governo, , la provincia potrà farsi promotrice di una decisa attività di supporto agli enti locali, in primis per la ricerca delle risorse necessarie, ma anche perché gli interventi divengano occasione di rinnovamento dell’identità locale e di valorizzazione della comunità.
ASSISTENZA AGLI ENTI LOCALI
Spingere l’acceleratore sulla strada dell’informatizzazione.
Lo sviluppo dei servizi ai cittadini passa sicuramente da una informatizzazione sempre più spinta. La realtà della Provincia di Brindisi, con Comuni spesso di medie e piccole dimensioni e capacità limitate in termini di risorse per la realizzazione di sistemi informativi adeguati richiede un intervento centrale di supporto e sviluppo. La Provincia può svolgere questo ruolo garantendo efficacia ed efficienza delle soluzioni, un notevole risparmio rispetto ad interventi parcellizzati e separati, una standardizzazione ad un livello proceduralmente e tecnologicamente più alto rispetto ad un processo lasciato alla spontaneità e al particolarismo. Gli assi di questa azione possono riguardare la fornitura di servizi centralizzati per i Comuni quali ad esempio la conservazione sostitutiva, il supporto e i servizi per garantire la continuità operativa anche di fronte a guasti, la spinta all’uso di software open source per produrre nel tempo notevoli risparmi per i bilanci comunali.
La Provincia come centrale di committenza e assistenza legale per i comuni.
La Legge assegna alla Provincia la possibilità di svolgere funzione di centrale unica di committenza. E’ una scelta che intendo perseguire rispetto ai beni, ai servizi e alle forniture che i Comuni riterranno produttivo ed efficace appaltare su scala provinciale. Al tempo stesso intendo implementare l’assistenza legale da parte della Provincia ai Comuni medi e piccoli.
La Legalità come rete di buone pratiche
E’ inutile fingere che da noi non sia penetrata la criminalità organizzata. I capitali sporchi stanno occupando il credito, le attività commerciali e produttive, oltre a minare il tessuto di convivenza.
Tuttavia a fronte di ciò la risposta sembra ancora essere solo quella, parziale, della redazione di strumenti amministrativi di controllo e non quella di promozione di buone pratiche. L’economia criminale si sconfigge invece promuovendo lo sviluppo e valorizzando le pratiche migliori. Compito della provincia è dunque soprattutto la codifica e la diffusione di una rinnovata cultura amministrativa che sappia rendere efficiente il nostro sistema istituzionale, facendolo uscire dal mero controllo di forma verso il raggiungimento di obiettivi di sviluppo.
E’ solo con la diffusione di una cultura della trasparenza e con la promozione delle pratiche migliori già oggi diffuse nel territorio che possiamo raggiungere quell’integrazione ed efficienza istituzionale che meglio di altre diviene capace di un’azione di presidio territoriale e di contrasto all’economia criminale.
PROMOZIONE DELLE PARI OPPORTUNITA’
La legge Delrio affida alle nuove Province la seguente funzione: “controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale”. Poca roba? Io non credo, anzi. La parità di genere in politica e nelle politiche è un obiettivo che non va declamato, bensì praticato. In Provincia esiste una “consigliera di parità” che svolge bene il suo lavoro ed esisteva una commissione “pari opportunità” fatta dai consiglieri provinciali con il compito di promuovere le pari opportunità attraverso iniziative che valorizzano le differenze ai sensi della legge 125 del 10 aprile 1991.
La mia proposta è quella di rafforzare il ruolo della consigliera di parità attraverso la collaborazione con le donne che svolgono funzioni di Sindaco, assessore e consigliere. Quel coordinamento, che dovrà saper relazionarsi con le associazioni che lavorano in tal senso oltre che con le consigliere regionali e le parlamentari brindisine, sarà per me un punto di riferimento con il quale confrontarmi sulle principali scelte amministrative, in particolare quelle che riguardano le politiche attive per il lavoro.
- LO STATUTO, CARTA DEI BRINDISINI
La Provincia di Brindisi ha già uno statuto, approvato a seguito della riforma dovuta alla L. 142/90. Il nuovo riassetto dovuto alla L 56 ne impone ora il rifacimento.
E’ questa un’occasione importantissima per aiutare il processo di coordinamento dei territori, definendo già nel testo le prime aggregazioni territoriali che potranno nel tempo dar luogo alle necessarie Unione dei Comuni e comunque delegando ad esse, in base ad un percorso di condivisione coi territori, le competenze che queste vorranno assumere direttamente, in relazione alla propria capacità di autoorganizzazione.
La legge definisce queste aggregazioni “aree omogenee”, e compito della Provincia sarà definirle, strutturarle e fornire ad esse il sostegno tecnico utile a diventare istituzioni territoriali che abbiano il fisico per stare al passo e governare i processi sociali ed economici che ogni giorno impattano sui nostri territori trasformandoli.
Occorre capire che lo statuto sarà la nuova Carta dei brindisini. Alla sua stesura intendo chiamare sia le comunità locali che i soggetti economici e sociali del territorio, in un percorso di partecipazione e dialogo capace di promuovere un documento non meramente regolamentare, ma specifico per questo territorio e comunità, che sia anche finalizzato al suo sviluppo economico e sociale.
LO STATUTO ED I NUOVI ORGANI ISTITUZIONALI
Il percorso di definizione dello statuto, la Carta dei Brindisini, dovrà stabilire anche le funzionalità del Consiglio Provinciale. Il mio obiettivo è il coinvolgimento nel consiglio, quale Camera dei Brindisini, delle rappresentanze delle forze economiche e sociali.
Raggiungere uno statuto che non sia solo un documento rituale ma possa divenire di riferimento per l’agenda di lavoro degli enti locali, e promuovere un Consiglio che sappia essere organo di valutazione ed indirizzo autorevole, è possibile solo con il pieno coinvolgimento dell’assemblea dei sindaci nel processo formativo e con la proposta di strategie di sviluppo che sappiano porsi al centro del dibattito locale.
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