June 8, 2025

Arriva il conto della Procura di Brindisi per l’operazione Virus-Mercadet, che nel novembre 2011 scoperchiò un sistema di appalti truccati all’interno della Asl di Brindisi.

I pm Nicolangelo Ghizzardi e Giuseppe De Nozza hanno chiesto il rinvio a giudizio per 51 persone. Tra essi vi sono i vertici dell’Azienda Sanitaria Brindisina, di Manutencoop e di Artsana. Tra le persone coinvolte anche alcuni politici come Cosimo Elmo, assessore ai lavori pubblici dell’Amministrazione Mennitti, e Salvatore Brigante, attuale capogruppo del PD al Consiglio Comunale di Brindisi (accusato di peculato per aver utilizzato l’auto di servizio per recarsi ad un congresso a Roma).

I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere, turbativa d’asta, utilizzazione di segreti d’ufficio, falso e peculato.
L’udienza preliminare è fissata per il 16 luglio prossimo dinanzi al gup Stefania De Angelis.

 

OPERAZIONE VIRUS – OPERAZIONE MERCADET
Nelle prime ore del mattino del 12/12/2013 il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi ed il N.A.S. dei Carabinieri di Taranto hanno eseguito un’ordinanza con cui il G.I.P, del Tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura della Repubblica di Brindisi, ha disposto l’applicazione di 22 misure cautelari personali nei confronti di alcuni pubblici dipendenti della Asl di Brindisi – Area gestione tecnica e di vari imprenditori, a seguito di complesse e penetranti indagini che hanno fatto emergere l’esistenza all’interno dell’Area Gestione tecnica dell’Azienda Sanitaria di Brindisi, di una associazione per delinquere che, con il concorso di numerosi imprenditori, interessati a partecipare a turno alla spartizione, pilotava le gare di appalto con modalità fraudolente in maniera da aggiudicare l’esecuzione di lavori pubblici ad un vincitore predeterminato in anticipo.

 

Furono indagate 133 persone, di cui 17 donne. Undici sono state quelle attinte dalla misura cautelare personale della custodia in carcere ed altrettante undici dalla misura cautelare personale degli arresti domiciliari; analoga misura non è stata eseguita nei confronti di un ulteriore indagato, nel frattempo deceduto.

In carcere finirono Giovanni Borromeo, Roberto Braga, Antonio Camassa, Vincenzo Corso, Antonio Ferrari, Vittorio Marra, Cesarino Perrone, Emilio Piliego, Adolfo Rizzo, Giuseppe Rossetti, Tommaso Vigneri.
I benefici degli arresti domiciliari furono concessi a: Claudio Annese, Cosimo Bagnato, Grazia Cito, Mauro De Feudis, Giovanni De Nuzzo, Daniele Di Campi, Ivo Grifoni, Armando Mautarelli, Francesco Perrino, Salvatore Perrino, Gianluca Pisani.

 

Furono contestati i reati di associazione per delinquere, turbativa d’asta, falso in atti pubblici, corruzione, frode in pubbliche forniture, violazione del segreto d’ufficio in un periodo di tempo compreso fra gli anni 2006 e 2011.
I Carabinieri del NAS hanno individuato gravi indizi di reità per 17 gare, per un valore complesivo di 11 milioni di euro. La Guardia di Finanza per 19 gare, per un valore complessivo di 23 milioni di euro.
L’attività d’indagine fece emergere un datato ed allarmante “sistema” di malaffare all’interno dell’Area gestione tecnica dell’Azienda Sanitaria di Brindisi, per truccare le gare di appalto con sistemi illeciti, realizzato dai responsabili della predetta Area con la interessata partecipazione di vari imprenditori.

 

Il modus operandi prevedeva, per le gare di valore superiore ai 50.000 euro, l’apertura segreta (e successivo risugellamento) da parte di un esperto faccendiere dei plichi contenenti le offerte presentate dalle ditte partecipanti alla gara, per prendere visione delle loro offerte, in modo da individuare e suggerire al vincitore predeterminato quale avrebbe dovuto essere la sua offerta per conseguire l’aggiudicazione.
Il sistema descritto è stato accertato mediante intercettazioni di conversazioni telefoniche e fra presenti, riprese video, accertamenti tecnici sulle buste contenenti le offerte.

Per le gare di valore inferiore ai 50.000 euro venivano invitate a partecipare 5 ditte “amiche”, 4 delle quali, però, fungevano da mere comparse, in quanto, seguendo le istruzioni ricevute dall’Area gestione tecnica, non presentavano offerte, oppure presentavano offerte superiori a quella del vincitore predeterminato, in attesa che venisse il loro turno per l’aggiudicazione di altri lavori.
Per agevolare il buon esito dell’illecito la commissione aggiudicatrice delle gare era composta dagli stessi appartenenti all’Area gestione tecnica, alcuni dei quali avevano anche costituito delle imprese (di cui erano titolari parenti o prestanome) per poter partecipare alla spartizione con le forme apparenti del sub-appalto.

Varie le utilità conseguite dei pubblici ufficiali indagati: Quote societarie di un albergo, affidamento di lavori in sub – appalto a ditte intestate a familiari e prestanome, titolarità di un’agenzia immobiliare, mobili, viaggi, preziosi.
E’ emerso anche un episodio di frode in pubbliche forniture per avere l’aggiudicatario fornito a lungo materiale (pannoloni per incontinenti) di qualità inferiore rispetto a quella promessa.

In una poco edificante conversazione telefonica captata nel corso delle indagini, Carmine Dipietrangelo, uno degli indagati si paragona a Mercadet, personaggio di una commedia ottocentesca di Honorè de Balzac, il quale utilizzava il denaro degli altri per i propri loschi scopi.

 

Furono contestati i seguenti reati:
-) associazione per delinquere;
-) turbata libertà degli incanti e rivelazione di segreti d’ufficio per aver manomesso fraudolentemente le buste contenenti le offerte economiche delle ditte concorrenti, prima della loro apertura ufficiale, al fine di rilevarne il contenuto e comunicarlo poi alle imprese prescelte per l’aggiudicazione;
-) falso ideologico commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici, per aver falsamente attestato, nei verbali di gara, di aver verificato l’integrità dei plichi risultati, in verità preventivamente aperti;
-) falso ideologico per induzione commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici, per aver redatto false relazioni istruttorie, relative al regolare espletamento delle gare risultate turbate e proponendo l’assunzione dei relativi atti deliberativi, traendo così in inganno il Direttore Generale dell’ASL di Brindisi, che adottava le false ed illecite delibere di aggiudicazione definitive;
-) corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio commessa al fine di favorire l’aggiudicazione di alcune gare risultate turbate, percependo utilità varie;

 

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