April 30, 2025

warhol001 (1)Tagore, il grande poeta bengalese, una sera è a bordo di una casa galleggiante sul Gange e, al lume di candela, legge un saggio di Benedetto Croce. Il vento fa spegnere la fiamma e, improvvisamente, la stanza è invasa dalla luce della luna. E Tagore scrive questi versi: «La bellezza era tutta intorno a me, / ma il lume di una candela ci separava. / Quella piccola luce impediva / alla bella, grande luce della luna di raggiungerci».
Il passo è riportato da Tiziano Tiziani (“Un altro giro di giostra”) che così commenta: «La nostra vita quotidiana è piena di piccole luci che ci impediscono di vederne una più grande. Il campo della nostra mente si è ristretto in maniera impressionante. Così come si è ristretta la nostra libertà…».

 

Non è che io abbia un animo così poetico e romantico da consigliare l’uso delle candele (d’obbligo solo nelle cene galanti e, appunto, al chiaro di luna), ma non sono nemmeno così conformista da sopportare, nel periodo delle festività di fine anno, l’ostentazione di luminarie, botti e regali al di sopra delle possibilità pubbliche e private.
Questo mio grido, purtroppo, giunge tardi (oltre che inopportuno ai più) perché la macchina comunale, quest’anno, si è messa in moto prima del solito per assicurare ai cittadini il necessario binomio del “panem et circenses”.
babbo natale br 2014Ma io vado avanti per la mia strada nella denuncia dello spreco di denaro pubblico anche se, rispetto agli anni passati, si nota una piccola inversione di tendenza. Che non è, però, una coraggiosa controtendenza che possa essere, perché no?, di esempio alle altre comunità cittadine, piccole o grandi che siano.

 

Il Natale ˗ mi riferisco a quello “nostro”, mediterraneo ˗ è soprattutto una festa della famiglia.

In casa è bello allestire il presepe, rappresentazione visiva del Mistero del Figlio di Dio che si fa uomo e viene tra noi. Avvertiamo la tenerezza di un Bambino che nasce povero e disarmato, chiedendo di essere accolto nel nostro cuore.

 

Il Natale, quindi, andrebbe vissuto soprattutto nell’intimità della casa e non certo sotto le luci sfavillanti dei negozi del Centri commerciali o nella baraonda di suoni e luci delle città.
Mi chiedo se sia appagante una società in cui pochi fortunati s’ingozzano bulimicamente, si vestono di stracci (firmati!) “made in China”, si scambiano costosi e inutili doni, si concedono lussuose vacanze esotiche. Mentre la restante parte (giovani in testa), condannata all’indigenza più mortificante, combatte la sua quotidiana battaglia per la sopravvivenza.
Per non parlare che di queste feste ciò che rimane sono poi tonnellate di spazzatura, i resti della gozzoviglia smodata, lo sfregio di beni pubblici e monumentali, il rimbombo dei botti nelle menti di anziani e ammalati. Ma anche gli animali non ne godono. Insomma, il segno avvilente di uno scomposto spettacolo finalizzato a tutto, meno che al richiamo e al mistero della spiritualità del Natale.

mercatino di natale brindisiTutto da bocciare dunque? Nossignore.

 

Va salvato il Natale dei bambini. E quindi, per quanto concerne la nostra realtà, un ben tornato alle casette di legno in piazza Vittoria e ai gazebo in corso Umberto, con i dolciumi, i regali artigianali, gli addobbi e i giocattoli. Tutto ciò in aggiunta alle animazioni, ai gioco-party, alle baby dance natalizie, ai laboratori didattici, al teatro dei burattini…
Per contro ˗ lo dico subito così non ci penso più ˗ si sarebbero dovute evitare le costose luminarie e gli addobbi che, oltretutto, sono motivo di malcontento tra i commercianti del centro storico e quelli che invece devono provvedervi in proprio se vogliono attirare qualche cliente in questi tempi di magra.

 

Si obietterà che, giusto quanto comunicato in occasione della presentazione del calendario degli eventi natalizi e di fine anno, la spesa impegnata dall’amministrazione comunale è di un terzo inferiore rispetto al budget stanziato lo scorso anno. Evviva! Ma si tratta pur sempre di 89 mila euro (la precisazione “iva inclusa” è un capolavoro di trasparenza!) a cui si aggiungono altri 39 mila euro per l’albero di Natale e le luminarie.
Se non altro, rispetto al passato, si è ritenuto opportuno sostituire abeti e pini naturali con quelli artificiali. Mi piace pensare che la sostituzione sia la conseguenza di una più accorta e sensibile politica ambientale tesa ad evitare, specie in questo periodo dell’anno, quel disboscamento selvaggio del territorio che risulta essere una delle concause degli allagamenti di campagne e città.

 

XXIX-RASSEGNA-PRESEPEMa vi è anche l’altra novità dell’assenza dei ridondanti presepi di “piazza”. Oltretutto si trattava di una spesa superflua visto che sono presenti in quasi tutte le chiese e in alcuni casi ˗ per la preziosità dei “pupi” che li animano o per l’artistica scenografia dell’allestimento ˗ costituiscono una tradizione storico-culturale di cui andare fieri.

Così come preziosa è la XXIX Rassegna Internazionale del Presepe nell’Arte e nella Tradizione che, anche quest’anno, il Club Unesco di Brindisi ha allestito nella casa di brindisini, il palazzo Nervegna.
Sempre in tema di presepi, un placet spetta alla comunità parrocchiale “San Giustino De Jacobis” che, al rione Bozzano, dà vita alla VII edizione del Presepe vivente. Le scene della Natività, ricostruite in grandezza naturale, si ispirano alla vita dei primi cristiani nella Roma antica.

 

brindisi-a-natale-2014Un programma ˗ quello stilato dal Comune ˗ che si propone di soddisfare le aspettative di un pubblico vasto e variegato con offerte di natura religiosa (interessanti gli eventi che promuovono il dialogo ecumenico tra le comunità cattoliche e ortodosse della città), culturale, musicale, enogastronomica, artigianale e sportiva (l’oramai tradizionale Tuffo di Capodanno alla Conca). Con un occhio anche alla solidarietà.

 

Insomma, un programma di festeggiamenti anche fin troppo nutrito.

 

Ma va bene così se, negli ultimi giorni dell’anno, può far dimenticare ai più l’incubo del tax-day e le zone d’ombra di una città che ancora non riesce a decollare.
Come dice Bukowski, «Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei invece un dicembre a luci spente e con le persone accese…».
Anch’io, caro Bukowski… Anch’io al Natale consumistico e delle luci preferisco un Natale di luce.

Anch’io al denaro investito per distrarre le menti preferisco incentivi per agevolarne la creatività.

Purtroppo le rivoluzioni, specie quelle che riguardano il costume, si fanno un poco alla volta.

E quindi, speranzosi, attendiamo il prossimo anno…

 

Guido Giampietro

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