… il secondo reparto più che un reparto vero e proprio è una bancarella … una trentina di commessi e commesse improvvisati con a capo un ex commesso in vena di grandeur … ci passo giusto per par condicio anche se la cosa già mi pesa
… di buono c’è il nome che sta fra una proclamazione di intenti e un reparto nel consultorio … la merce non è granchè
… inutile e già vista e rivista …
è come quando alle fiere di paese ti fermi a guardare incuriosito la bancarella con i paioli di rame, le cappette di legno, l’angioletto del Tiziano in gesso o i sette nani da giardino …
ci passi, guardi, ti incuriosisci e poi, siccome non sai che fartene, prosegui …
non so bene quali siano le aspettative ma ho il vago convincimento che qui tutti sanno di essere stati assunti a tempo determinato e che il 10 giugno dovranno smobilitare tutti e in fretta …
perché si siano messi in proprio è uno di quei misteri difficilmente penetrabili …
per carità, non sono i primi e non saranno gli ultimi …
in genere succede che un gruppo ristrettissimo di venditori o aspiranti tali, senza grandi successi alle spalle e senza nessuna visione strategica, si auto convinca di essere il centro dell’attività commerciale della città …
la cosa nasce e pasce in una serie di riunioni nelle quali si sprecano paroloni roboanti, previsioni da roulette e presunzione …
tanta, tantissima presunzione …
lo spirito che si crea in queste situazioni è più o meno quello dell’allegra brigata nella quale ognuno carica di entusiasmo l’altro avventurandosi in disegni di futuro fulgidi nei quali la loro centralità e la loro “diversità” saranno inevitabilmente premiate dalla popolazione tutta senza ma e senza se …
io, più prosaicamente, in queste stravaganti avventure ci vedo altro: il tentativo del direttore di reparto di sperare che l’impegno di tutti i commessi porti alla fine almeno il risultato di salvare un solo posto a tempo determinato … il proprio …
auguriamoglielo: un posto non si nega a nessuno …
Apunto Serni
(continua)
No Comments