Abuso edilizio, smaltimento illecito di rifiuti, frode in pubblica fornitura, falsità ideologica, abuso d’ufficio. Per questi reati contestati a vario titolo, la procura di Brindisi ha chiesto il rinvio a giudizio di Ugo Patroni Griffi, presidente dell’autorità di sistema portuale dell’Adriatico meridionale, e di altre 12 persone, tra i quali Salvatore Giuffrè e Francesco Di Leverano, rispettivamente ex segretario e funzionario dell’ente portuale e Mariangela Danzì, ex subcommissario del Comune di Brindisi.
Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Brindisi, coordinata dal pm Raffaele Casto, riguardano ipotesi di reato inerenti la realizzazione di opere pubbliche portuali tra le quali la realizzazione di alcuni gabbiotti per i varchi doganali, una strada e una recinzione di un’area portuale.
L’udienza preliminare, dinanzi al gup Maurizio Saso, è stata fissata per il 13 luglio.
Con un post su facebook Patroni Griffi ha commentato: “Non solo non ho commesso nessun reato (e meno che mai un abuso di ufficio) come costantemente accertato dalla magistratura penale ed amministrativa oltre che dal consiglio superiore dei lavori pubblici, ma tutti gli elementi raccolti nelle 27000 pagine lo confermano. Così come raccontano di un impegno non comune per infrastrutturare il porto di Brindisi e per attirare investimenti. Nelle stesse pagine le trame di un mondo di mezzo a cui si deve l’arretratezza del porto e del suo rallentato sviluppo. Io le ho lette tutte. Buona lettura a tutti coloro a cui sta a cuore Brindisi e il suo porto. Il processo é la luce. E forse questo processo per l’enorme mole di dati raccolti era necessario per raccontare una storia nota a molti ma non a tutti”.
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