May 2, 2025

Genere: shoegaze/dream pop

Alcest è la one man band dietro cui si cela Neige, nome d’arte di Stéphan Paut, artista poliedrico salito alle ribalte della scena musicale rock nel 2007, con il suo disco di esordio Souvenirs d’un autre monde. Album atipico che riscosse grande successo tanto fra gli ambienti rock quanto in quelli prettamente “metal”. Motivo di tale interesse era da rintracciare in un stile nuovo che fondeva i muri chitarristici e sognanti della scena rock/pop shoegaze inglese di metà anni 90′, prendendo a piene mani da gruppi come My Bloody Valentine e Slowdive, con la velocità e l’aggressività tipica del black metal, genere estremo di nicchia che con la melodia tipicamente “pop” ha sempre avuto poco a che fare.

Souvenirs d’un autre monde fu un fulmine a ciel sereno nella scena musicale mondiale, nonché l’apripista di un nuovo stile compositivo che in breve tempo si saturò di imitatori e discepoli. Neige, abile nel maneggiare i dizionari musicali di cui si era servito, ha poi proseguito con la sua carriera artistica, sfornando altri tre album: Écailles de Lune,  Les Voyages de l’Âme  e l’ultimo album Shelter.

La nuova fatica di Neige presenta delle novità consistenti a livello stilistico che rappresentano una netta rottura con il passato, la componente aggressiva che è andata via via diradandosi con il proseguire della discografia, giunge al capolinea. Shelter è un album di musica eterea, che cattura appieno le atmosfere shoegaze attraverso massicce dosi di melodia. In questo senso, gruppo di riferimento sono senza ombra di dubbio i  Sigur Rós, come testimonia la presenza del medesimo produttore dietro il mixer.

L’album si muove lungo coordinate tipicamente dream-pop, sciorinando attraverso la collaudata forma strofa-ritornello, una tracklist che imbastisce scenari solari dal sapore prettamente romantico come accade in “Wings”-“Opale”e suscitando echi onirici che si rifanno direttamente agli epigoni islandesi del genere,  attraverso pezzi come la titletrack.

Il valore assoluto di un album come Shelter è sicuramente minato dal venir meno di quella specificità musicale che aveva permesso ad Alcest di proporsi come una ventata d’aria fresca nel panorama musicale. Shelter scorre senza intoppi, lasciandosi ascoltare gradevolmente, ma non ha la marcia in più dei primi due dischi, preferendo accompagnare l’ascoltare verso i territori già abbondantemente esplorati del dream-pop.

 

James Lamarina

No Comments