Torna nei guai Carmine Gianniello, il 39enne di Brindisi, che nella notte del 21 Gennaio 2015 diede alle fiamme una palazzina a due piani di Via Bastioni Carlo V, notoriamente abitata da migranti provenienti dai paesi africane.
Come si ricorderà l’incendio che fu appiccato al piano terra, si propagò ai piani superiori dell’edificio e causò il ferimento di quattro persone.
La palazzina fu dichiarata inagibile ed ancora oggi è tale.
Precedentemente Gianniello era arrestato per un’aggressione ad un poliziotto che si era recato presso la sua abitazione per una semplice notifica di atti e successivamente fini in galere con l’accusa di evasione dai domiciliari e di guida in stato di ebbrezza, quando, ubriaco, alla guida di una Peugeto 307 fu coinvolto in un incidente stradale che provocò la frattura del femore ad un giovane brindisino).
Successivamente all’incendio della Palazzina (confessato da lui stesso), Gianniello fini nuovamente in carcere perché sorpreso fuori dalla propria abitazione in compagnia di una donna.
Stamattina l’uomo è tornato alla ribalta della cronaca, quando due volanti della Questura di Brindisi l’hanno fermato nei pressi del luogo dove erano stati appiccati due incendi: il primo ad un cassonetto dei rifiuti, il secondo ad un’auto.
Gianniello stava fuggendo, aveva segni di bruciatura ed annerimento da fumo sugli indumenti ed aveva un accendino nascosto nei pantaloni.
Non solo. La successiva analisi delle immagini di una telecamera di videosorveglianza collegata alla sala operativa della Questura hanno confermato i sospetti mostrando chiaramente che il 39enne aveva appiccato il fuoco ad un cumulo di rifiuti
No Comments