Una nota del consigliere Maurizio Bruno
Gli educatori professionali socio-pedagogici già occupati o che cercano occupazione nelle le strutture socio-sanitari, sono una risorsa straordinaria che ha il diritto di concorrere alle posizioni professionali di “educatore” al pari degli educatori professionisti socio-sanitari.
Senza essere numericamente discriminati come purtroppo oggi avviene a livello regionale.
E’ una questione di giustizia di cui ho avuto l’opportunità di discutere con la presidente regionale dell’associazione pedagosti educatori italiani APEI Stefania Coti e la consigliera regionale della stessa associazione Doriana Canovari.
Ed intendo farmene portavoce in tutte le sedi opportune.
Gli educatori professionali socio-pedagogici oggi vengono di fatto esclusi dagli avvisi pubblici e dagli enti del terzo settore per la copertura di posizioni lavorative di educatore professionale per lo svolgimento di funzioni educative.
E come se non bastasse i datori di lavoro dei servizi sociosanitari stanno prospettando agli stessi educatori l’ipotesi di una drastica riduzione delle ore lavorative, del licenziamento o del mancato rinnovo contrattuale.
Eppure gli educatori professionali sociopedagogici da sempre lavorano anche nell’ambito sociosanitario e della salute, con responsabilità deontologica, relativamente agli aspetti educativi.
Hanno i titoli, i requisiti, la professionalità e l’esperienza per farlo.
Escluderli in questo modo non è solo un’ingiustizia, ma è un cattivo servizio che si offre alla comunità che invece di simili figure, soprattutto in questi frangenti, ha urgente bisogno.
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