Genere: Shoegaze
Cantante canadese, chitarristi del Regno Unito, batterista tedesco e produttore americano. Questa la formazione dei Cheatahs, gruppo “internazionale” dedito ad uno shoegaze di stampo prettamente inglese, nel cui gioco dei riferimenti spiccano senza ombra di dubbio i My Bloody Valentine, condito con venature indie rock lo-fi tipicamente anni 90′. Seppur residenti in differenti nazioni, i Cheatahs sono certamente domiciliati negli Stati Uniti sia per una questione prettamente legata alle necessità fisiche delle prove e delle registrazioni, che per motivazioni prettamente artistiche, essendo il gruppo abile nel fondere i muri chitarristici inglesi, con l’attitudine indie tipicamente americana.
Il disco si apre con “Geographic”, brano corposo e movimentato con melodie godibili sostenute dal muro sonoro chitarristico, come la tradizione shoegaze richiede. “Northern Exposure” è un pezzo molto catchy, giocato su melodie semplici ed ariose. “Mission Creep” è uno dei pezzi migliori dell’album, sospeso fra chiarezza cristallina e chitarre fangose. In “Get Tight” fanno la loro comparsa i Dinosaur Jr, i Cheatahs giocano a fare gli indie rumorosi, la voce sembra funzionare ma la chitarra si esibisce in soli di discutibile efficacia. “IV” è un brano costruito su corpose chitarre ed un chorus prepotente, che ricorda l’anima movimentata del gruppo, mai abbastanza prodigo di distorsioni. Interessante l’esperimento di “Kenworth”, una suite di sei minuti che racchiude al suo interno divagazioni ambient perfettamente in sintonia con la totalità del brano. “Cut The Grass” è poi il pezzo di chiusura, introdotto da un organo sognante per poi esplodere in un assalto dalle venature oscure e noise.
I Cheatahs non sono certamente un gruppo di pioneristici avanguardisti, i loro riferimenti musicali sono chiari e precisi. Nonostante ciò questo self-titled riesce nel non trascurabile tentativo di proporre musica gradevole senza risultare “già sentito”. Il più grande limite del disco è forse quello di contenere delle tracce che globalmente rischiano di suonare troppo simili, difetto che con l’esperienza potrà essere sicuramente eliminato.
James Lamarina
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