Se casomai qualcuno avesse ancora avuto dei dubbi, alle 21.01 di oggi è stata sancita la spaccatura tra le due anime del calcio brindisino che, con estrema fatica e con l’aiuto essenziale del presidente del basket Marino, erano riuscite a racimolare i 20mila euro necessari per inoltrare domanda di iscrizione al Campionato Nazionale di Serie D.
Le 21.01 è l’ora in cui è stato diramato il comunicato che ufficializza la circostanza che Francesco “Ciccio” Latartara è il tecnico che guiderà dalla panchina il Brindisi nella stagione 2015/16.
Di vera e propria spaccatura si tratta perché la scelta di Latartara è stata effettuata esclusivamente dal gruppo degli “ex floriani”, ovvero le quattro persone (Gilberto Niccoli, referente del settore giovanile, e i tre collaboratori) che hanno lavorato con Flora, Morisco e Daleno fino al giorno dell’arresto ed ai quali Flora e Morisco (rei confessi di aver truccato alcune partite dello scorso campionato) hanno “regalato” il Brindisi per il tramite del Signor Domenico Solazzo, la classica “testa di legno” che ha accettato di intestarsi il 98% delle quote sociali di una società super indebitata.
La “Per Brindisi”, che aveva rilanciato l’entusiasmo dopo il disastro di immagine di Flora (mai criticato da quegli ultras che oggi appaiono al fianco di Niccoli & Co.), che aveva offerto un contributo essenziale per l’iscrizione e che aveva concordato una sorta di co-gestione, non è stata resa partecipe della scelta.
Insomma gli oltre 600 tifosi che hanno fatto sacrifici versando denaro dalle proprie tasche con l’intento di poter partecipare più da vicino alle sorti della propria squadra e che hanno creduto in un nuovo modo di fare calcio in città, sono rimasti a dir poco buggerati.
Il quadro è chiaro: mentre la “Per Brindisi” – con tutti i propri errori e le proprie ingenuità – si barcamenava nel tentativo di cercare di dare solidità alla società, gli (ex) floriani, dopo aver preso i soldi dell’iscrizione e senza nemmeno dire grazie, hanno deciso di fare da soli senza dare conto a nessuno.
Che poi la scritta minacciosa sul muro dello studio di Marrone è stata funzionale ad un certo modo di agire, perché ha stordito la “Per Brindisi” in un momento importante, è storia che non riguarda il calcio e che – come altre vicende – è all’attenzione di Istituzioni che, siamo certi, non mancheranno di agire tempestivamente per evitare che la situazione possa ulteriormente degenerare creando un vulnus difficilmente sanabile nell’opinione pubblica locale e nazionale.
Non ce ne voglia Ciccio Latartara, indimenticato “guerriero” del Brindisi di Salucci e del Trani di Flora, se la notizia del suo arrivo – almeno per Brundisium.net – passa in secondo ordine rispetto ad aspetti ben più importanti che riguardano il futuro del calcio brindisino e della società (intesa non solo come “società sportiva”).
Ma Latartara – da persona intelligente quale è – sa benissimo che il suo nome viene utilizzato strumentalmente per guadagnare attenzione mediatica e qualche “mi piace” nei confronti di un progetto che, cosi com’è, non appare possedere le gambe per poter durare più di qualche manciata di mesi.
Un progetto che – per quanto ci riguarda – nasce senza quel tratto di discontinuità che possa garantire quel riscatto calcistico che la città di Brindisi attende da tempo.
Un progetto che – ne siamo sicuri – terrà lontano dal Fanuzzi non solo le migliaia di persone che si sono disaffezionate anno dopo anno, ma anche tantissimi altri tifosi che ci hanno creduto fino in fondo ma che oggi intendono prendere le distanze in quanto profondamente disgustate da un certo modo di intendere il calcio.
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