Danneggiamento, Ricettazione, Detenzione e porto illegale di armi clandestine.
Con questa accusa i Carabinieri del NOR della Compagnia di San Vito dei Normanni hanno arrestato il pregiudicato Giuseppe Diamante, 38enne nato a Mesagne e residente a Latiano.
Diamante, assieme ad Antonio Di Cataldo (ucciso dal padre il 31 Maggio scorso, nel corso di una lite famigliare), ha esploso 6 colpi di pistola all’indirizzo della porta dell’abitazione della madre di un pregiudicato, in stato di detenzione.
L’atto sarebbe da ricondurre alle vicende giudiziarie del figlio.
L’arresto è stato eseguito in seguito all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, dott.ssa Stefania De Angelis, su richiesta della locale Procura della Repubblica, sost. Proc. Dott. Pierpaolo Montinaro, che hanno condiviso gli elementi forniti dai carabinieri nel corso delle indagini.
Gli elementi che hanno portato all’arresto di Diamante e all’individuazione del complice sono stati acquisiti grazie alle immagini di un impianto di video sorveglianza presente nella zona dove sono avvenuti i fatti, nonché grazie alle analisi tecniche del RIS che ha accertato che la pistola che aveva ucciso il Di Cataldo era la stessa usata per compiere l’atto intimidatorio.
Le inequivocabili immagini riprendono la massiccia figura del Diamante, comprese le braccia con vistosi tatuaggi, nel mentre faceva da “palo” all’azione di fuoco, compiuta dal suo amico e complice Di Cataldo.
Alla completa identificazione di Diamante si è giunti anche utilizzando le indagini trovate su facebook in particolare grazie a una sua foto che lo ritrae con indosso la stessa maglietta avente usata la notte del delitto.
Ulteriori elementi sono stati forniti dai contatti telefonici tra i due poche ore prima del danneggiamento.
Infine, la svolta nell’indagine è stata data proprio dal tragico evento del 26 luglio 2016. Quel giorno a Latiano si verificava l’omicidio Di Cataldo Antonio, ferito mortalmente dal padre Cosimo nel corso di una lite. L’autore dell’omicidio quella sera usa un a Smith & Wesson cal. 38 illegalmente, detenuta proprio dal figlio, ed esplode alcuni colpi di pistola uccidendo il figlio.
I carabinieri vengono in possesso dell’arma che, sottoposta a sequestro in seguito al delitto, è stata inviata ai Carabinieri del RIS che, in costante contatto con l’Arma di San Vito dei Normanni, hanno accertato la compatibilità tra i due episodi accertando la corrispondenza tra le ogive trovate a casa della donna con la pistola usata per l’omicidio.
L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa Circondariale di Brindisi.
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