April 30, 2025

qualita-della-vita Sono di questi giorni due distinti rapporti, pubblicati da Il Sole 24 Ore, il quotidiano di Confindustria: l’uno sulla mappa del crimine nei capoluoghi di provincia (dati provenienti direttamente dagli archivi del Ministero dell’Interno) e l’altro sulla qualità della vita.

 

Prima di addentrarci nell’analisi dei dati e delle statistiche ritengo però necessaria una precisazione.

Come per le temperature dell’aria così per le questioni attinenti alla sicurezza si dovrebbe distinguere tra le asettiche graduatorie e la reale “percezione” di malessere che il cittadino avverte sulla propria pelle. Infatti non è fuori di luogo affermare che, anche in presenza di dati obiettivamente e comparativamente rassicuranti, la sensazione di paura avvertita è sicuramente maggiore.

 

Passando ad esaminare i dati si nota che, per quanto concerne i reati totali commessi nel 2013,  Brindisi occupa la 53^ posizione su scala nazionale, con una variazione del +8,2% sul 2012, mentre risulta al terzo posto tra le province pugliesi.

Entrando nel dettaglio, è al 21^ posto (4^ in Puglia) per le rapine (con una variazione addirittura negativa del 4,5% rispetto al 2012). Un dato confortante, dunque. Che sa invece di amaro se si pensa alle rapine di questi ultimi tempi e, in particolare, a quella perpetrata solo pochi giorni fa in una gioielleria del Centro Commerciale “Le Colonne”! Tra l’altro un assalto con tanto di mitraglietta, del tutto ingiustificata in rapporto al pugno di euro della merce arraffata…

7_1024x768  Per i furti in casa Brindisi occupa la 57^ posizione nazionale, risultando la più “virtuosa” tra le province pugliesi (ma con una variazione del +1,8). Nel campo dei borseggi si trova all’81^ posto in Italia e al 4^ in Puglia (addirittura con una variazione del +48,8%!). In fatto di rapine è al 21^ posto su scala nazionale e 4^ su quella regionale (variazione del -4,5%). E per truffe e frodi è 56^ in Italia e 3^ in Puglia (variazione del +18,3%).

 

Un’analisi di più ampio respiro porterebbe alla conclusione dell’inesistenza, in Puglia, di una “cupola” intesa come vertice di organizzazioni tipo “Cosa nostra”. Esiste, invece, una costellazione di clan criminali in grado d’intervenire in ogni ganglio della vita economica e produttiva. E proprio la mancanza di una centralizzazione verticistica di queste attività delittuose ha favorito le loro  delocalizzazioni. Come dire, una sorta di subappalto dei lavori malavitosi…

In tal modo le bande di rumeni si dedicano ai furti nelle case di campagna e negli appartamenti in città (con o senza i legittimi proprietari all’interno). Quelle di albanesi continuano a trafficare in armi, contrabbando di sigarette e carne umana. I clan africani si sono riservati il business dello spaccio di droga. La microcriminalità locale cura invece le più redditizie (e infamanti) attività del racket e dell’usura. Gli zingari, infine, checché ne pensi la Presidente della Camera dei Deputati, tiranneggiano i propri bambini ai semafori pagando a loro volta il pizzo ai clan…

Malgrado ciò il sottosegretario agli Interni Bubbico, pochi giorni fa, asseriva che Brindisi è “sufficientemente sicura” e che non giungeranno rinforzi alle nostre forze dell’ordine. Se lo dice lui possiamo stare tranquilli!

 

handcuffed_to_money[1]   Invece quello di cui non parlano i dati ministeriali è la corruzione. Ad aprirci gli occhi (ma non era nemmeno tanto necessario) è la classifica mondiale di Transparency International, che bolla l’Italia come il Paese più corrotto dell’Europa insieme con Romania, Grecia, Bulgaria. Questa indagine misura, in ciascuno dei 175 Paesi selezionati, il grado di consapevolezza, insicurezza, disagio o paura di fronte ai cicloni di bustarelle che frullano negli uffici pubblici (Roma docet, ma non solo) o in qualunque ambiente.

 

L’Italia, al 69° posto, sta peggio di Ghana e Ruanda… La Danimarca sta meglio di tutti, come Paese più pulito del mondo. E la Puglia? E Brindisi…? Quién sabe? A naso si può tranquillamente affermare che anche in questo caso non siamo messi molto bene.

Il latino “corrompere” voleva dire sia “fare in mille pezzi”, sia “rovinare, guastare”. In fondo è quello che succede oggi: corruttori e corrotti mandano in frantumi il funzionamento della macchina pubblica e ne compromettono la credibilità. La speranza è che sul tema si intervenga quanto prima. Finché almeno ci sono pezzi da rimettere insieme.

 

Capitello colonna romana Brindisi -   Un discorso a parte merita l’argomento “qualità della vita”, ovvero la graduatoria della vivibilità delle città italiane. Anche in questo caso il rapporto stilato da Il Sole 24 Ore evidenzia l’enorme divario esistente tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno d’Italia. Infatti, escludendo Roma (che sale dal 20^ al 12^ posto), la prima città meridionale nella classifica è L’Aquila (70^).

E mentre l’anno scorso la capofila pugliese era Lecce (90^) seguita da Brindisi (92^) e Bari (97^), quest’anno a salire sul podio è proprio Brindisi che, guadagnando sei posizioni, si attesta all’86^ posto.

Ma, esaminando nel particolare i parametri, si notano delle contraddizioni nei sei “ambiti” in cui si articola l’indagine. Se, infatti, per i “Servizi e Ambiente” e per il “Tempo libero” è al 66^ posto, si trova al 70^ per il “Tenore di vita” e l’“Ordine pubblico”, e all’83^ posizione per gli “Affari e lavoro”. Precipita addirittura al 106^ posto per quanto riguarda la “Popolazione”!

Anche questa graduatoria della vivibilità mi lascia però alquanto perplesso. Mi sarei aspettato, nell’ambito “Servizi e Ambiente” un indice che indicasse, per esempio, la qualità dell’aria che respiriamo. E invece si parla di “Indice Tagliacarne (?)  della dotazione di infrastrutture”, di “Indice sintetico di Legambiente sull’ecosistema urbano”, di “Indici presa in carico asili nidi”…

 

thumb-montanelli%202[1]  Per capire quale sia lo stato di salute dell’aria ho dovuto allora chiederlo all’alberello di arance  che si trova nel mio piccolo agrumeto cittadino. Mi è bastato guardare il colore della parte superiore dei frutti ˗ un nero antracite ˗ per rendermi conto della sofferenza della pianta che un tempo mi regalava pomi d’oro. Gli stessi che Goethe declamava alla sua bella: «Conosci tu la terra dove il limone fiorisce, / dove le arance d’oro splendono tra le foglie scure (…). Laggiù, laggiù voglio con te fuggire».

E ritorno alla piaga del malaffare e della corruzione, la madre di tutti i nostri guai. Il mio giornalista di riferimento ˗ Indro Montanelli ˗ così si esprimeva: «Sono giunto alla conclusione che la corruzione non ci deriva da questo o da quel regime o da queste o quelle “regole” di cui battiamo, inutilmente, ogni primato di produzione. Ci deriva da qualche virus annidato nel nostro sangue e di cui non abbiamo mai trovato il vaccino. Tutto in Italia ne viene regolarmente contaminato».

Ecco il vaccino di cui abbiamo veramente bisogno! Altro che quello antinfluenzale…

 

Guido Giampietro

 

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