Emergono dettagli allarmanti dall’indagine che ha portato all’arresto di Vincenzo Corsano e altri affiliati e che, sebbene non riportato tra i capi di accusa, ha svelato il suo presunto coinvolgimento in un episodio di compravendita di voti durante le elezioni per il sindaco di Brindisi, svoltesi tra il 14 e il 15 maggio 2023, con ballottaggio il 28 e 29 maggio.
Secondo quanto riportato dagli atti, Corsano avrebbe esercitato una forte influenza nella zona di Sant’Elia, interferendo nel libero esercizio del voto con modalità che destano seria preoccupazione.
Le indagini sono state condotte anche attraverso attività di intercettazione che hanno rivelato dettagli precisi su un sistema organizzato per comprare voti. Nello specifico, Corsano avrebbe avuto contatti con soggetti incaricati di procurare voti in cambio di 30 euro per ciascuna preferenza. I voti dovevano essere documentati tramite una fotografia scattata all’interno del seggio elettorale.
In una conversazione intercettata il 29 maggio 2023 (in pieno turno di ballottaggio), Corsano avrebbe chiaramente discusso la dinamica del compenso: “trenta Euro per uno”. Coinvolti in questa operazione ci sarebbero stati anche altre persone, tra le quali Salvatore Pizzolante, un altro degli arrestati.
L’influenza di Corsano emerge in un’altra conversazione, registrata il 30 maggio 2023, in cui si conferma la consegna di 30 euro a più persone per votare un candidato non indicato. Un terzo soggetto, identificato come Andrea, ha lamentato il mancato rispetto degli accordi e, nella fattispecie, la circostanza che sarebbe stata inviata una sola foto per certificare tre voti.
Corsano, preso atto delle accuse, ha subito contattato una sua parente per ottenere spiegazioni. E le giustificazioni ottenute non lascerebbero alcun dubbio sul verificarsi dell’illecita compravendita. Non solo. Con fare minaccioso, Corsano avrebbe preteso anche la restituzione dei 30 euro per ogni voto non correttamente eseguito.
No Comments