May 14, 2025

Sono comparsi questa mattina innanzi al Giudice Monocratico di Brindisi, che ha convalidato l’arresto ordinando la contestuale rimessione in libertà, Daniele Garganese (45 anni), Carmela Lucia Filomena (35), Giada D’Ambrosio (23), Maurizio D’Oria (39) e Leonella Filomena (32), arrestati dai Carabinieri della Stazione di Villa Castelli, coadiuvati da quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana, nell’ambito di un servizio straordinario di controllo delle zone rurali di quest’ultimo centro. Il processo a carico delle cinque persone è stato fissato per il 7 marzo 2018.

 

Queste le fasi dell’operazione come riportate nella nota stampa del Comando Provinciale:

Nella prima mattinata di sabato, una pattuglia, transitando lungo le Provinciale Francavilla – Villa Castelli, all’altezza della contrada Giovannella, notava in lontananza, lungo una strada interpoderale a fondo sterrato, alcuni soggetti che, alla vista dei militari, abbandonavano il loro da fare e si allontanavano dal posto a bordo di una vettura che partiva a velocità sostenuta. Solo dopo breve inseguimento, i carabinieri riuscivano a raggiungere l’auto in fuga, il cui conducente, a piedi, si dava a nuova e precipitosa fuga nei terreni circostanti, facendo perdere le proprie tracce. Nell’immediatezza i militari bloccavano gli altri quattro, tre donne ed un uomo, e, a seguito di perquisizione veicolare, rinvenivano due grossi sacchi in nylon colmi di olive, del peso di circa due quintali, che erano state asportate dall’uliveto proprietà di un’azienda olearia del luogo, già vittima in passato di analoghe azioni delittuose che incidono negativamente sull’economia aziendale. Allertata la Centrale Operativa, venivano diramate le ricerche del fuggitivo, che, conscio di non poter proseguire oltre l’improbabile impunità, si presentava poco dopo presso la Stazione Carabinieri di Villa Castelli.

A seguito di accurata ispezione dei luoghi gli stessi Carabinieri rinvenivano poi attrezzi utili alla raccolta e, purtroppo, diversi rami spezzati da ulivi secolari, verosimilmente utilizzati come “scope” per ammucchiare le olive e raccoglierle nei sacchi di nylon. L’autovettura e gli attrezzi venivano sequestrati mentre la refurtiva veniva consegnata all’avente diritto. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, venivano tradotti presso le rispettive abitazioni e lì sottoposti agli arresti domiciliari, come disposto dal Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi.

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