L’escalation criminale che sta flagellando Brindisi e l’intera provincia abbisogna di adeguate misure di contrasto da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, e, purtuttavia, al netto di qualsiasi pulsione giustificazionista, bisogna dire che essa è anche figlia di quell’autentico dramma sociale che sta vivendo la città in termini di mancato sviluppo e di crollo dei livelli occupazionali.
Nessuno si meravigli. Quanto sta avvenendo era ampiamente previsto. Per tempo, infatti, avevamo denunciato che l’aver retrocesso il problema occupazionale a questione subordinata a quella ambientale avrebbe portato al disfacimento di quel tessuto sociale costituito dai precari, dai sottoccupati, dai disoccupati storici e cronici, che, in definitiva, sarebbe divenuto il brodo di coltura in cui opera la manovalanza criminale.
Rapine non solo di migliaia, ma di poche centinaia, se non, in alcuni casi, di poche decine di euro, rappresentano la terribile spia dell’anticamera di una rivolta sociale che non tarderà a concretizzarsi e da cui tutti potrebbero essere travolti.
A rendere ancora più grave il contesto, vi è il fatto che vi sarebbe bisogno, insieme con l’azione repressiva, di una forte azione politica orientata dal basso, e cioè dall’Amministrazione comunale, ma tale ipotesi appare preclusa dalle contraddizioni e dalle inadeguatezze, tutte politiche, che stanno caratterizzando l’amministrazione Consales.
Un’amministrazione comunale che, invece di convocare e coinvolgere i consiglieri regionali e i parlamentari su materie di bassa cucina politica (quale di certo è la questione Haralambides), meglio avrebbe fatto ad impegnare gli stessi su un modello di sviluppo e su iniziative concrete, capaci, in tempi rapidissimi, di fornire risposte alla fame di posti di lavoro che a Brindisi emerge prepotentemente dalle visceri dei ceti più umili.
Sarebbe stata l’occasione per far riconciliare la Politica con la città, e anche per comprenderne meglio i drammi. Anche perché non è dato sapere se il sindaco di Brindisi abbia preso contezza di un dato devastante: Brindisi è una città in ginocchio.
E se è vero che ci sono stati gravi errori nel recente passato (tant’è che sono stati pagati duramente dal centrodestra nelle ultime competizioni amministrative), è pur vero che oggi non possono esserci alibi per nessuno di coloro che al centrodestra sono succeduti: Consales, ovviamente, per primo.
Il vero dramma è la contraddizione che emerge tra un segmento importante ma minoritario di Brindisi che quasi ogni domenica esulta per un canestro, e le molte migliaia di emarginati che quotidianamente restano sideralmente lontani da qualsiasi tabellone.
Si presti un po’ di attenzione a questa Brindisi, prima che sia troppo tardi.
COMUNICATO STAMPA EUPREPIO CURTO – CONSIGLIERE REGIONALE FLI
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