May 4, 2025

snim 2013   La notizia è di qualche giorno fa. Lo Snim, il Salone Nautico della Puglia, lascia Brindisi dopo tredici edizioni che l’hanno fatto diventare uno tra gli eventi fieristici di settore più importanti del Mezzogiorno e certamente un imprescindibile punto di riferimento del diportismo pugliese.

 

Con le decine di migliaia di visitatori, la presenza di tanti espositori (anche stranieri) e il centinaio d’imbarcazioni esposte a terra e in acqua, ha contribuito a coinvolgere sempre più la “Macro Regione Adriatica” ai fini della promozione e sviluppo della cantieristica, della portualità, del turismo nautico e della blu-economy.

 

Certo, anche in occasione dell’ultima edizione, non sono mancate le critiche di alcuni espositori che non hanno condiviso la location del lungomare a discapito di ciò che avrebbe potuto offrire il Porticciolo turistico.

 

Aggiungo che, a mio avviso, anche il fatto di continuare a non far pagare i visitatori non sia una brillante idea. Forse che al Salone Nautico di Genova o alla Fiera del Levante o all’Expo di Milano si entra gratis? Noi, in controtendenza, abbiamo Enti (il Comune ha investito 40.000 euro in questo evento, mica noccioline) così munifici da affrancare i cittadini da questo balzello. E questo è uno dei motivi per cui gli organizzatori di eventi fuggono via.

 

 

conferenza stampa snim 2015 bari Senza entrare nel merito delle problematiche e nemmeno delle decisioni di trasferire altrove lo Snim a una conclusione si può arrivare senza tema d’essere smentiti. La “Porta d’Oriente” cui più volte si è riferito il Presidente del Salone, Giuseppe Meo, nel corso della presentazione dell’ultima edizione suona oggi come una beffa. È una porta ­ l’ennesima ­ che c’è stata sbattuta in faccia.

Senza che qualcuno dei nostri affabili amministratori si sia sollevato o abbia fatto finta di sollevarsi. Anzi, no. Il sindaco così ha commentato l’evento: «Sono certo che sarà lo stesso Meo a raccontare come sta la situazione… Il tutto, pur non considerando strategico tale avvenimento in quanto si svolge troppo presto rispetto agli obiettivi di rilancio turistico della città che intendiamo raggiungere prevalentemente attraverso il “Giugno brindisino”». E conclude augurando a Meo «di traguardare risultati positivi…».

 

Ma come? Gli facciamo anche gli auguri a costui? E che senso ha anticipare la notizia che ad aprile, al posto di un avvenimento non strategico (lo Snim, secondo lui!), nel Parco Cillarese si svolgerà la terza Mostra mercato dell’orto e del giardino “Hortus”. Questo sì che è un evento strategico!

 

 

Foto: Fabio Taccola

Foto: Fabio Taccola

Probabilmente questo mio commento potrà sembrare un po’ troppo lungo per una notizia che avrebbe meritato meno attenzione se non fosse che… Se non fosse che si tratta dell’ultimo scippo perpetrato ai danni di questo territorio. E, sia che provengano dal governo centrale o da quelli territoriali, sempre di scippi si tratta.

 

La storia è iniziata con la graduale sparizione delle decine e decine di traghetti che portavano in Grecia la gioventù di mezza Europa. Ce ne accorgemmo solo quando non si sentirono più gli accordi delle chitarre sul lungomare di Brindisi. Quegli accordi, qualche anno dopo, diventarono un grande concerto sull’isola di Wight.

 

Ma non facemmo tesoro di questo primo segnale. E così, pian piano, la città cominciò a perdere pezzi.

 

L’emorragia, complice anche la sopravvenuta spending review, è iniziata nel 2008 con la chiusura della filiale della Banca d’Italia. Mi chiedo quali vantaggi in termini economici abbia ottenuto il palazzo Kock di via Nazionale se quel gioiello della sua ex sede brindisina rimane tuttora abbandonato. Perché l’immobile non è stato venduto a qualche società che avrebbe potuto trasformarlo in un hotel con un numero imprecisato di “stelle” o in una struttura museale (a Brindisi manca il Museo del Mare…) o semplicemente in appartamenti di lusso per una clientela internazionale che dal Salento è sempre attratta?

 

addestramento aereo (8)   Via via le soppressioni hanno interessato molte Direzioni provinciali come quella della Telecom e del Tesoro. Ma hanno riguardato anche il dipartimento della Difesa con il graduale depauperamento delle risorse umane dell’arsenale della M.M., il trasferimento ad Amendola (FG) del glorioso 32° Stormo e, a seguire, quello del 64° Centro SAR (Soccorso Aereo) presso l’aeroporto di Gioia del Colle.

 

Soppressioni che hanno costretto decine e decine di famiglie a lasciare la città (il solo Stormo aveva una forza lavoro di oltre duemila persone tra militari e civili) decretando al contempo una crisi dell’indotto.

 

Sempre senza che nessuno (Parlamentari, cariche regionali e amministratori locali) alzasse un dito, elevasse una voce di protesta. Non fosse altro che per farsi notare dal proprio elettorato. Per dire loro: “Io ci sono, sono con voi. Ma contro le leggi nazionali e i poteri forti non posso fare nulla”.

 

magnifica trenino   Anche la “Magnifica” della Costa Crociere, sì proprio quella che ha dimostrato a tutta l’Italia la grandezza di questo porto, dopo una stagione esaltante che sembrava l’inizio di una vera, grande ripresa turistica, ci ha abbandonati per un’altra destinazione. Di proposito non uso la parola “porto” perché offenderei tutte le città che un vero porto ce l’hanno!

 

Ma il futuro che attende Brindisi fa venire i brividi. All’oramai inevitabile accorpamento dell’Autorità Portuale (e questo può anche starci dopo la vergognosa conduzione ventennale della stessa) si aggiungeranno la sparizione della Provincia, il trasferimento della Squadra Sommozzatori del Distaccamento portuale dei Vigili del Fuoco, l’accorpamento (un altro!) tra le Camere di Commercio, la soppressione della Prefettura…

 

E sempre senza che nessuno alzi un dito, inoltri una protesta, metta in campo tutte le iniziative per fermare questo stillicidio. O, viceversa, proponga coraggiosamente di cancellare dalla carta amministrativa anche il Comune di Brindisi, insieme al suo porto, all’aeroporto, al nodo ferroviario (tanto la Freccia Rossa non arriverà mai quaggiù), a un entroterra ricco di infrastrutture in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi industria “pulita”. Vergogna!

 

E meno male che non possono portarci via i due castelli e il Monumento al Marinaio d’Italia (la cripta non ha nulla da invidiare ai Sacrari nazionali; per inciso è visitabile nelle ore antimeridiane di tutti i giorni e, per iniziativa dell’Assoarma di Brindisi, offre anche la possibilità di ascoltare la S. Messa ogni prima domenica del mese).

 

colonna-antica   E dovremmo conservare pure le Colonne romane anche se, con il precedente di qualche secolo fa, il rischio sussiste per quella superstite…

 

Però abbiamo ancora un paio di gioielli che possono fare gola: la Regata Internazionale Brindisi Corfù e la squadra che milita nel massimo campionato di pallacanestro… Non c’è limite all’umana ingordigia. Basta farsi avanti, tanto nessuno reclamerà. I nostri amministratori sono troppo presi dalle piccole beghe di partito per rendersi conto di quello che succede intorno a loro, delle sofferenze della gente e di quelle della città.

Sì, perché anche una città soffre. Non lo sapevate, cari politici? È vero, non potete accorgervene. Perché la sofferenza è condivisa solo se c’è amore. E voi, di questa città, non siete stati mai veramente innamorati.

 

Guido Giampietro

 

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