April 30, 2025

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Il tavolo tenuto ieri presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha portato alla firma di un protocollo d’intesa sul piano di trasformazione di Versalis. L’accordo è stato sottoscritto da Cisl, Uil, Cisal, Ugl e Regione Lombardia, mentre la Cgil ha deciso di prendersi una settimana di tempo prima di esprimere la propria posizione definitiva. Anche le amministrazioni regionali coinvolte, Puglia, Sicilia ed Emilia Romagna, non hanno ancora siglato l’intesa, nonostante quest’ultima abbia manifestato un orientamento favorevole.

 

L’obiettivo del protocollo è garantire la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali, compreso l’indotto, e prevede l’istituzione di tavoli locali per il monitoraggio del nuovo piano industriale di Versalis. Secondo il ministro Adolfo Urso, il piano rappresenta una “tappa fondamentale verso un futuro sostenibile per il settore chimico”, trasformando la crisi in un’opportunità per rilanciare l’industria in chiave green.

 

Il piano industriale prevede la ristrutturazione della chimica di base, con la fermata degli impianti di cracking, e lo sviluppo di nuove piattaforme sostenibili nel settore della chimica circolare, bio e specializzata. Tra i progetti chiave figura la realizzazione, a Brindisi, di una gigafactory di accumulatori sviluppata in collaborazione con Seri Industrial SpA, con investimenti superiori ai 2 miliardi di euro e una riduzione delle emissioni di CO2 del 40% rispetto ai livelli attuali.

 

Il Ministero ha garantito il massimo supporto all’attuazione del piano, istituendo un tavolo di coordinamento per monitorare il rispetto degli impegni assunti, inclusi tempi di realizzazione, tutela occupazionale e impatto sull’indotto.

 

Sul fronte sindacale, la mancata firma della Cgil si basa su una valutazione critica del documento, ritenuto troppo generico e privo delle necessarie garanzie per i lavoratori diretti e dell’indotto. “Per noi la giornata di oggi non è esaustiva, continueremo nella mobilitazione”, ha dichiarato il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, sottolineando la necessità di modifiche per garantire maggiore sicurezza occupazionale. Nei prossimi giorni, il sindacato presenterà le proprie richieste di integrazione al testo.

La Cgil ha inoltre espresso preoccupazione per gli effetti dello smantellamento della chimica di base sulla tenuta complessiva del sistema industriale italiano. La protesta organizzata all’esterno della sede del ministero ha visto la partecipazione di diverse categorie di lavoratori, dai chimici ai meccanici, fino agli addetti ai trasporti e ai servizi.

 

La situazione rimane quindi in evoluzione, con l’attesa di un’eventuale adesione della Cgil e delle regioni ancora non firmatarie. Nel frattempo, il governo e le parti sociali firmatarie spingono per l’attuazione del piano, considerandolo un passaggio cruciale per il futuro del settore chimico italiano.

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