May 2, 2025

L’ incidente avvenuto Lunedì scorso nel petrolchimico che ha procurato allarmismo e preoccupazione nei cittadini ed istituzioni oltre che alla politica è dir poco alquanto sconcertante, non tanto per la messa in sicurezza dello stabilimento che pur è cosa normale per evitare rischi maggiori, ma che deve avvenire eccezionalmente e non per un difetto tecnico di un compressore o per una ondata di calore inusuale, ma quanto per l’ inquinamento procurato in atmosfera che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi sulla salute delle persone.
Non è trascorso molto tempo dall’intervento della magistratura Brindisina che ha costretto l’ENI ad investire milioni di euro, proprio per eliminare quanto verificatosi Lunedì scorso e negli anni precedenti. Nonostante le sollecitazioni continue da parte delle OO.SS. nei confronti dell’ENI al fine di evitare la frequenza di questi fenomeni, c’è voluto un provvedimento del tribunale e grazie anche al contributo di CGIL- CISL e UIL oltre che alla sensibilità del magistrato che si è scongiurato pure il fermo degli impianti sottoposti a sequestro giudiziario, salvaguardando così occupazione e produzione.
Evidentemente i rischi corsi della interruzione delle attività produttive non hanno preoccupato più di tanto il management aziendale che continua, forse, a tenere bassa l’attenzione sulla conduzione degli impianti, a prestare il fianco alle continue strumentalizzazioni di chi vuole la chiusura dell’ impianti, a non dare le dovute giustificazioni tecniche attraverso i media degli avvenimenti e lasciando ad altri la difesa di ufficio.

Può essere solo una casualità la sequenza di queste circostanze oppure per caso non sia dovuta alla scarsa professionalità dell’ attuale gruppo dirigente e al non sapere intrattenere frequenti e continui rapporti sociali ?

E’ vero che da tutti il petrolchimico di Brindisi è considerato il fiore all’occhiello della chimica ed in particolare dell’ENI, ma questi comportamenti locali non stanno facendo altro che favorire altri stabilimenti dove la stessa sta effettuando ingenti investimenti, quando invece a Brindisi è stata persino slittata LA GROSSA FREMATA PER MANUTENZIONE STRAORDINARIA prevista per l’anno in corso, nel 2015.

Infatti, nonostante le ripetute richieste avanzate da CGIL-CISL-UIL attraverso la Confindustria e le Istituzioni, è allarmante il silenzio dell’ ENI che rifiuta di incontrarsi con le parti sociali e gli enti proprio per discutere sia sul futuro del petrolchimico che sulla sicurezza e l’ambiente.

La CISL TA/BR è fortemente preoccupata per le posizioni che si stanno assumendo sulla stampa poiché l’ ENI non può sempre fare affidamento sulla tolleranza delle Istituzioni, della Magistratura e delle stesse OO.SS. e per cui occorre che la stessa apra un dialogo con la città per far emergere in modo inequivocabile le tutele sulla sicurezza, salute ed ambiente.

No Comments