Etichetta: Chemikal Underground
Genere: Hard Rock
Dalla Scozia con furore. Il terzetto originario di Glasgow da alle stampe un secondo disco di hard rock con la H e la R maiuscole. Il moniker del gruppo è un tributo all’omonima pellicola del maestro Jodorowski, un tripudio di visionarietà e simbolismo artistico, che narra la storia di uno pseudo-Gesù Cristo e di nove uomini impegnati a raggiungere la montagna sacra per ottenere l’immortalità. Ancient Astronauts è un disco che farà felici tutti gli appassionati delle sonorità anni 70′, prendendo a piene mani soprattutto dalla tradizione sabbathiana, oggetto di una riscoperta (a volte sinonimo di insipido saccheggio) tutta contemporanea, aggiornandola lungo divagazioni doom/psichedeliche. La title-track è il pezzo manifesto: partenza lenta in pieno stile Black Sabbath, voce filtrata e chitarre minacciose, con la batteria ed il basso a scandire l’incedere del bulldozer ritmico. Nel mezzo una rapida accelerazione che sfocia in un finale rallentato che non manca di suscitare certe rimembraze di “sleepiana” memoria.
“Luftwizard” è un pezzo giocato sui controtempi di batteria mentre le chitarre viaggiano lungo rotte psichedeliche di distorsioni e brevi soli. “Tokyo” è hard rock allo stato puro, adrenalina a non finire. “100 Years A Day” è un po’ stoner, un po’ Black Sabbath, un po’ Motorpsycho un po’ tutto quello che l’hard rock e le sue metamorfosi hanno fatto di buono in questi decenni. Il disco si mantiene su livelli elevati per tutta la sua durata, merito di un songwriting ispiratissimo che non nasconde la matrice settantiana, omaggiando i maestri nel migliore dei modi: con un tributo musicale personale.
Ancient Astronauts è un disco che diverte, carico di energia. I brani non girano mai a vuoto, merito di una pianificazione compositiva intelligente nell’alternare tempistiche sostenute a fasi più cadenzate, immancabili nel genere. Consigliato.
James Lamarina
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