Il “Comitato Liberi/e Cittadini/e” , organismo di base nato durante le iniziative contro il deposito GNL della Edison, ha maturato l’idea di essere dentro i meccanismi e le scelte che riguardano il Porto di Brindisi per favorire un modello di sviluppo alternativo a quello che ci è stato imposto nel corso degli ultimi 65 anni.
C’è la necessità di dare una risposta a MSC per le crociere, così come per Grimaldi che ambisce alle banchine che l’Enel dovrebbe lasciare quanto prima
Il Comitato lancia un appello ai cittadini , ai lavoratori , agli operatori portuali , alle agenzie , agli albergatori, ai portatori di interesse per la nautica di diporto, ai gruppi che si sono formati nel corso degli anni sui social, agli storici, che sono interessati a costruire un fronte unico per la costruzione di un modello di sviluppo alternativo al nostro porto.
L’intera città deve essere coinvolta nella discussione sul porto per dare una risposta a MSC per le crociere, così come per Grimaldi che ambisce alle banchine che l’Enel dovrebbe lasciare quanto prima.
Il porto di Brindisi rappresenta storicamente la più grande risorsa della nostra città e ne ha sempre indicato il livello di benessere.
Ci troviamo di fronte ad uno snodo della vita brindisina con la crisi dei settori che hanno trainato l’economia per tanti anni ed hanno concluso totalmente od in parte le loro attività.
L’idea è quella di realizzare una serie di eventi con la conclusione di una marcia per il porto, con delle fermate dove trattare i diversi aspetti che l’hanno caratterizzato come la sua storia millenaria a quella industriale.
Ci troviamo di fronte alla chiusura del ciclo energetico a Brindisi prima con lo stop della centrale A2A di Costa Morena perché ritenuta non conveniente economicamente il suo funzionamento a carbone e poi il fermo della centrale Enel di Cerano dovuto al piano di decarbonizzazione voluto dalla stessa società.
Per poi passare al ciclo chimico che dagli oltre 10.000 lavoratori degli anni 60/70 e passato a tra 1000/1500 , con la chiusura in questi mesi prima dell’impianto di proprietà Basell e la recente crisi di Versalis, con un effetto domino che la caratterizza.
Addirittura assistiamo alla crisi , che qualcuno ritiene temporanea, del settore aeronautico con la collocazione allo stabilimento Avio(produzione motori) di 200 lavoratori in queste settimane.
Una situazione grave che ha visto la solitaria iniziativa del deputato Mauro D’Attis sulla istituzione di un comitato sulla de carbonizzazione della centrale Enel di Cerano che non ha visto ancora nessun impegno ufficiale dell’Enel.
Il risultato migliore di questa iniziativa è stato segnato da un incontro nella Prefettura di Brindisi dove numerose imprese hanno mostrato la volontà di investire a Brindisi, però a particolari condizioni che si devono incastrare.
L’unica proposta concreta in queste settimane è stata fatta dal sindacato Cobas con la proposta di smantellare subito la Centrale di Cerano, liberare le banchine dove si scaricava il carbone , liberare il territorio di 13 KM di nastro trasportatore.
Di fronte abbiamo le organizzazioni confederali che continuano ad insistere con la costruzione di una centrale a gas, oppure alcune categorie come i metalmeccanici che hanno proposto un termovalorizzatore a Cerano durante lo sciopero che si sta svolgendo a Cerano in questi giorni.
Ineluttabile inoltre la crisi del settore chimico con la chiusura del cracking senza che ci sia una valida alternativa, proponendo nelle ultime ore la costruzione di una fabbrica di batterie.
Qualcuno già ci propone una economia di guerra istallando a Costa Morena ,lì dove sorgerà una colmata che nasce dal dragaggio dei veleni del porto, la nuova portaerei italiana “Trieste” che ha la assegnazione di 500 metri di banchina.
Una portaerei pronta ad intervenire in tutti gli scenari attuali e futuri, come l’Indopacifico contro la Cina.
Si tratta quindi di decidere per quale tipo di futuro lottare per il nostro porto, per la nostra città.
Comitato Liberi/e cittadini/e
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