Una “X” tracciata con vernice nera sullo stemma comunale. Un messaggio sgrammaticato e minaccioso (“Non si può fare il verde sotto i tralicci Enel! Vietato”) che campeggia su un cartello legittimamente autorizzato dal Comune per la bonifica dell’area.
È l’ultima ferita inferta al “Corridoio Verde”, il progetto di riqualificazione urbana e ambientale nato nel 2021 dalla volontà di due giovani brindisini, Daniele Cangiamila e Andrea Guadalupi, per restituire dignità a terreni comunali in stato di abbandono nel quartiere La Rosa.
L’area sotto attacco è quella di via dei Garofani, dove negli anni il degrado aveva lasciato spazio a rifiuti edili, detriti, incuria.
Con caparbietà e senso civico, i promotori del progetto hanno rimosso tonnellate di scarti, ripulito i canali del consorzio Arneo e messo a dimora quasi 200 alberi – tra cui carrubi, lecci, pini domestici e cipressi – donati dall’ARIF o acquistati personalmente.
Una vera rinascita, sostenuta da cittadini e realtà locali, che oggi rischia di essere oscurata dalla mano arrogante dell’inciviltà.
Non è la prima volta. Già nel novembre 2023 l’area era stata oggetto di danneggiamenti e comportamenti incivili: giovani alberi imbrattati, cartelli divelti, deiezioni canine lasciate ovunque, nonostante i numerosi appelli al rispetto e i cartelli educativi installati. Oggi, a distanza di pochi mesi, si torna a colpire con una modalità ancora più esplicita, sfidando non solo il lavoro di tanti cittadini volontari, ma anche la legittimità degli interventi autorizzati dalle istituzioni.
Sul quel terreno, come sottolineato dai promotori del Progetto insistono gallinai improvvisati, reti di materasso trasformate in cancelli, materiali di scarto, appropriazioni indebite. Un disordine che si vuole difendere dietro a una maschera di “legalità personale”, contrapposta a quella vera, sancita dalle autorizzazioni comunali e dalla partecipazione civica.
Serve un segnale forte. Serve che le istituzioni garantiscano presenza e tutela. Ma serve anche che la cittadinanza si stringa attorno a chi, con gesti concreti e disinteressati, sta cercando di cambiare volto a un quartiere e visione a un’intera città.
Perché piantare un albero è un gesto semplice, ma dal valore estremamente significativo: toglie spazio al brutto e lo restituisce al possibile.
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