Illustrata alla V Commissione la delibera di Giunta regionale contenente la pianificazione dello spazio marittimo dell’area Adriatico e Ionio e Mediterraneo Centrale, in attuazione della Direttiva 2014/89/UE.
Pur non potendosi esprimere nel merito, la Commissione è stata però ugualmente informata della visione e degli obiettivi specifici per le aree marittime di pertinenza della Regione Puglia, che sono la A06 appartenente all’area marittima Adriatico, in cui ricadono le acque territoriali della Puglia orientale e la IMC4 appartenente all’area marittima Ionio Mediterraneo Centrale, in cui ricadono le acque territoriali del Golfo di Taranto.
La dirigente della Servizio pianificazione, insieme al direttore del Dipartimento ambiente ed energia e all’assessore al ramo, hanno relazionato sul contenuto del documento di competenza della Giunta, evidenziando la visione e gli obiettivi specifici declinati, rilevando che a valle dell’approvazione sono state avviate le attività istruttorie volte alla individuazione delle Unità di pianificazione.
È stato innanzitutto specificato che la pianificazione non è lo spazio marittimo dove si decide l’istallazione degli impianti off shore.
Nella pianificazione all’interno dello spazio marittimo sono da regolamentare tante attività, pertanto essa non è da considerare solo dal punto di vista energetico.
È un documento che contiene quindi, sotto il punto di vista di un contributo al Ministero, una serie di misure e raccomandazioni di indirizzo per lo svolgimento delle attività negli spazi del mare.
Non è una pianificazione ristretta ma si pone con un approccio piuttosto equilibrato.
Sono state individuate solo tre aree a largo dei porti di Bari, Brindisi e Manfredonia a cui sono stati attribuiti usi generici.
La suddivisione delle unità di pianificazione è stata condotta, anche considerando tutti gli elementi informativi disponibili inerenti gli usi attuali delle aree e alle attività ivi svolte, avuto riguardo a tutti i settori allo sviluppo sostenibile dei quali contribuisce la pianificazione delle aree. A ciascuna Unità di Pianificazione è stato attribuito un uso (generico, prioritario, limitato o riservato) individuato al fine di limitare i conflitti tra i possibili usi del mare.
Sotto il profilo metodologico si è proceduto in coerenza con le impostazioni adottate a livello nazionale e dalle altre regioni italiane. Per la fascia adriatica, si è individuata dapprima la porzione di mare compresa tra la costa e le tre miglia nautiche per la quale l’uso prioritario individuato in quello turistico, paesaggistico e naturalistico; tale striscia continua è stata interrotta in corrispondenza delle aree di mare antistanti i porti, privilegiando in tal caso gli usi connessi alla portualità e al trasporto marittimo e per le aree destinate ad uso esclusivo militare in virtù dell’esistenza di specifiche ordinanze emanate dalle competenti autorità.
Tutte le aree marine protette regionali sono state perimetrate come autonome unità di pianificazione, privilegiando in tal caso l’uso naturalistico. Per l’area a mare distante oltre le 3 miglia e all’interno delle 12 miglia, sono state individuate, sulla base di considerazioni di natura paesaggistica, le zone del Gargano e del Salento come aree su cui rafforzare la tutela dal punto di vista paesaggistico con ciò intendendo escludere o comunque scoraggiare l’insediamento di infrastrutture off shore per la produzione di energia.
Al di fuori di tali aree (Salento e Gargano) sono state individuate delle fasce a distanza compresa tra le 10 e le 12 miglia alle quali è stato attribuito l’uso generico, con ciò intendendo che dette aree potranno essere destinate a insediamenti off shore per la produzione di energia.
Questa la dichiarazione di Fabiano Amati, presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione: “La delibera sullo spazio marittimo non decide i luoghi ove è vietato installare gli impianti di eolico offshore, per la ragione molto semplice che non può farlo. E questo è stato detto con chiarezza oggi in Commissione dai dirigenti regionali.
Gli impianti eolici offshore, compreso quello del sud-Salento, sono invece autorizzabili nel rispetto della normativa e a valle della valutazione d’impatto ambiente, che spesso si concludono con prescrizioni così come si può facilmente dedurre dalla cronaca di questi giorni.
Ne deriva che le opinioni campanilistiche corredate dal no-a-tutto, con effetti inquinanti sull’ambiente e nocivi per la salute, devono essere spostati nelle stazioni della demagogia, ove ad attendere c’è sempre un treno in grado di correre molto veloce sui binari morti”.
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