May 5, 2025

Credo che moltissimi cittadini, che hanno seguito le vicende di questa campagna elettorale , hanno faticato non poco a decifrare il vocabolario di quella parte della politica brindisina dominata dai personaggi di sempre, che in questi ultimi venti anni, spostandosi da un gruppo all’altro, Ispirati dalla propria convenienza, hanno provveduto a massacrare questa città. A ridurla allo stremo.

A riuscire a raccapezzarsi nella babele quotidiana delle tante dichiarazioni, che sembrano non avere alcun senso, se si orienta la bussola sul futuro di questa città.

Purtroppo si è replicata la sceneggiata di sempre, allo scopo di elaborare l’ennesima fumosa fantasia, l’ennesimo gioco di prestigio, per cercare di nascondere e far dimenticare le inefficienze, le responsabilità e i danni accumulati in questi ultimi 20 anni di malgoverno, che li ha visti sempre protagonisti, facendo naufragare le speranze di rilancio di questa città.

 

Come nelle precedenti occasioni, tutto l’impegno e l’attenzione si sono concentrati esclusivamente nella ricerca del candidato sindaco, facilmente telecomandabile, rigorosamente lontano dalla politica e dai problemi di questa città, che facesse da immagine, da paravento, allo scopo di poter sopravvivere e di replicare in tranquillità i comportamenti del passato, senza modificare i vizi e le inefficienze di una attività amministrativa mediocre, lontana dai bisogni della città e dei cittadini.

Un’operazione esclusivamente di facciata. Per questo tutta la discussione è rimasta ingabbiata in un ambito molto ristretto, nello spazio truccato delle esibizioni televisive o della carta stampata , rigorosamente in solitaria, evitando rigorosamente ogni confronto pubblico con l’altro candidato.

Perchè l’obiettivo non erano e non sono state le idee, i progetti, il futuro di questa città, ma solo le convenienze, le tattiche, la manipolazione del consenso, finalizzate alla rioccupazione del potere.

 

Nessuna riflessione sui provvedimenti da adottare con urgenza per evitare il disastro, per porre argine alla situazione di emergenza finanziaria di un comune strutturalmente deficitario, su come far quadrare i conti, eliminare gli sprechi, governare con efficacia un bilancio diventato ingestibile, su come arginare il ricorso continuo ai prestiti bancari e alle somme stratosferiche che si continuano a pagare per far fronte al pagamento dei corposi interessi.
Ma anche, e principalmente, come, con quale progetto, in quanto tempo mettere riparo ai servizi scadenti, al livello di disoccupazione, alla crescente povertà, al degrado dei quartieri, alla desertificazione del centro urbano, alla crisi del commercio, dell’artigianato e dell’industria, del porto, delle società partecipate,delle sofferenze della mobilità urbana, al livello esagerato delle tasse e delle imposte, all’inquinamento, alla crescente emigrazione, che fotografa una città invecchiata, per la fuga di tantissimi giovani, costretti ad andare altrove, lontano dalla propria famiglia, dai propri affetti e dalla propria città, per trovare un lavoro ed un progetto di vita.

 

E come potevano farlo? Avrebbero dovuto riconoscere la propria incapacità, le loro gravi responsabilità.
Allora è stato facile addossare tutta la colpa a chi è estraneo, che non c’ entra niente, che oggi può essere Emiliano, ma domani potrebbe essere Putin o Trump o Peter Pan o l’Uomo ragno. Non c’è limite alla fantasia.

 

In questo modo pensano di confondere il cittadino, cercando di distorcere fatti e responsabilità, nel tentativo di anestetizzare la loro capacità di scelta, il diritto a determinare il proprio futuro, il diritto a non rinnegare la propria storia, la propria identità, i propri valori, a scegliere liberamente il proprio sindaco , non condizionato dai soliti noti .
Non credo che ci sia più tempo per i soliti giochetti, perché su questa città, sui giovani, sul suo futuro, credo che si debba riservare un impegno più ampio della solita demagogia che sono soliti propinare.

 

Auguri ai cittadini di Brindisi, che spero non si facciano ingannare dalle apparenze, perché in gioco non c’è solo il loro portafoglio, avvilito dalle tasse e dalle imposte, ma anche la loro vita e il futuro dei propri figli.

 

Vincenzo Albano

No Comments