May 12, 2025

L’Associazione “Per Brindisi” non lascia ma rilancia.
Nessuna assemblea dei soci al 30 Giugno (come era stato annunciato in una conferenza stampa di metà maggio). Nessuna decisione sul da farsi sulla base delle sottoscrizioni raccolte.

Nessun rinnovo di cariche.
Nulla di quanto annunciato in precedenza.

Anche perché – inutile nasconderlo – la sottoscrizione di quote è andata molto al di sotto di quanto preventivato (si sarebbero appena raggiunte le 1000 quote con un introito di circa 10mila euro, sebbene il contatore ufficiale dica che sarebbero state sottoscritte meno di 800 quote).

 

Ma l’associazione – o meglio chi tira le sue fila – non vuole mollare.

Vuole insistere nell’obiettivo di aiutare il calcio brindisino.
Ma in che modo aiutare fattivamente la rinascita, non lo sa nessuno.

 

Intanto la “Per Brindisi” intende proseguire con le iniziative tese ad aumentare gli iscritti.

Magari di quelle che non servono alla bisogna di aiutare concretamente a fare calcio. Basta che facciano parlare di sé.

 

Ed allora via con l’annuncio di un’azione legale che assomigli ad una costituzione di parte civile contro Flora.

Ecco perchè l’associazione ha convocato la stampa. Ha dato l’annuncio di aver dato mandato all’avvocato Giacinto Epifani, di costituirsi parte civile nel procedimento avviato dalla Dda di Catanzaro contro i due Flora, Morisco e Daleno al fine di rivendicare “il danno da passione sportiva rovinata”.

 

Non importa che per farlo ci sarebbe tempo fino almeno fino alla udienza preliminare (parliamo – realisticamente – della seconda parte del 2016…).
E non importa se – altrettanto realisticamente – una richiesta di costituzione di parte civile della “Per Brindisi” nel processo di Catanzaro, potrebbe essere respinta in quanto un nugolo di motivi legali non legittimerebbe il soggetto (la “Per Brindisi” è un’associazione costituita dopo la commissione dell’eventuale reato, l’Associazione non è un soggetto costituito da tifosi del calcio ma formato per la promozione e la pratica sportiva, l’obiettivo statutario non perseguirebbe in nessuno modo la tutela dei tifosi calcistici, non avrebbe ancora ottenuto il “riconoscimento”, la costituzione in giudizio potrebbe avere più di un difetto nelle modalità di deliberazione).
 

E non importa nemmeno se la situazione è ben diversa da quella che ha portato il risarcimento per la combine di Bari-Lecce (allora, ad essere riconosciuta come parte civile non fu un’associazione bensì tifosi “singoli” che dimostrarono di aver subito un danno “personale” allegando alla loro richiesta l’abbonamento o la tessera del tifoso).

 
Non importa tutto questo. Non importano le grandi difficoltà incontrate.
Quel che importa è, invece, rilanciare la sfida. Proseguire come un ariete. Spostare in avanti la lancetta dei sogni e degli obiettivi fissati, senza prendere alcuna coscienza della realtà.
 

Per chi dirige l’Associazione occorre continuare a mostrare che la “Per Brindisi” è vicina al tifoso biancazzurro e sta indubbiamente dalla sua parte.
Ma su questo nessuno ha mai nutrito dubbi.
Casomai i dubbi hanno riguardato la capacità del tifoso brindisino di contribuire fattivamente alle sorti della propria squadra del cuore. Non è la prima volta, infatti, che le “collette” falliscono miseramente.

Era capitato ai tempi di Salucci ma anche con la crisi del duo “Pupino/Galigani”. E si è ripetuto oggi.

 

Ben vengano tutte le iniziative finalizzare a cercare di dare una svegliata all’ambiente.  
Ma, per favore, cerchiamo di avere maggiore cura dell’intelligenza del tifoso.

Cerchiamo di essere “diversi” da chi fino ad oggi ha gestito il calcio a Brindisi.
 
Per una buona volta pensiamo che il calcio, le Persone e la città siano elementi davvero degni di essere tutelati. Smettiamola di utilizzare strumentalmente la passione per ottenere benefici d’immagine per un’associazione o per qualche singolo. E poi quel che sarà sarà…

 
 

E allora quanto costa dire chiaro e tondo che bisognerà aspettare almeno la fine del 2017 per avere l’eventuale beneficio economico di un (tutt’altro che probabile) accoglimento della richiesta di risarcimento di parte offesa, da devolvere “a favore della società che andrà a gestire la squadra in futuro”?
 
Occorre dire chiaro e tondo che questa storia della costituzione in giudizio contro Flora centra come il cavolo a merenda con il salvataggio del Brindisi attraverso l’associazionismo. Anzi, se proprio si vuole trovare un legame tra gli obiettivi dell’associazione e la “causa contro Flora” possiamo dire che proporre l’azione legale crea delle spese che rischiano di ridurre le già scarse risorse introitate dall’associazione.

 

Allora, non è la notizia di aver deciso di agire in giudizio contro Flora che cambierà le sorti della Brindisi calcistica.

A meno che non si è tanto ingenui da pensare che uno come Flora si lasci intimidire dal ricattuccio di un risarcimento da erogare (forse) fra chissà quanti anni e torni a caricarsi di problemi (e soldi) che ha volutamente messo sulle spalle di Morisco.
D’altronde – se tutto va a finire con un patteggiamento (come lascia presagire l’avvenuta confessione del reato) gli spazi per la parte civile si riducono inevitabilmente…

 

E allora, scartiamo chiaro.

Chi ha creduto nel progetto della sottoscrizione popolare ha bisogno di risposte concrete e plausibili.

Di risposte REALI, non certo di tentativi POTENZIALI e ALEATORI che al tifoso brindisino possa essere riconosciuto un risarcimento tra due o più anni.

Altrimenti Signori, si dica chiaro e tondo: “ci siamo impegnati ma non ce l’abbiamo fatta perché il tifoso non risponde” oppure “noi stiamo tentando di recuperare quanto più possibile per aiutare chiunque verrà”.

 
 

Ecco, recuperiamo la sincerità ed evitiamo ogni strumentalizzazione della passione.

Sarebbe già un primo, grande, passo per tentare di cambiare l’inerzia di quella incultura che ha distrutto il calcio brindisino.

 

One Comment

  • Rispondi
    Pizzi
    27 Giugno 2015

    Adesso sono curioso se tutta questa profonda e sballata analisi fatta nei nostri confronti, la farai apertamente correttamente e con onesta’ intellettuale, sugli attuali aggiornamenti calcistici, sulla squadra in mano ad una parte della tifoseria, dicendo pane al pane, vino al vino.