April 30, 2025

“Approvazione piano Torchiarolo, approfondimenti utili e necessari” è l’oggetto di una lettera aperta inviata da Legambiente Brindisi al Presidente della Regione Puglia ed agli Organi di stampa e di informazione.

Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:

Abbiamo letto con attenzione le argomentazioni fornite da ARPA Puglia a sostegno della proposta di non assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (VAS), relativa allo “Schema di Piano contenente le prime misure di intervento per il risanamento della Qualità dell’Aria nel Comune di Torchiarolo (BR) per l’inquinante PM10” ed in risposta alle “osservazioni” presentate dalla scrivente Associazione.
In particolare, l’ARPA afferma, testualmente, “che non effettua analisi di combustibili” per cui, non conosce, alla fonte, la composizione mineralogica dei carboni che vengono portati in combustione; tale aspetto, a nostra avviso, risulta deficitario nella valutazione globale del confronto fra incombusti in ingresso alla centrale e loro presenza nelle polveri sottili registrate sotto forma di PM10 nelle centraline di rilevamento della qualità dell’aria.
A tal riguardo, l’identificazione certa della ricaduta di incombusti metallici e non metallici sul territorio e, dovuta alla combustione di carbone, passa necessariamente attraverso la ricerca di “markers” (indicatori) caratterizzanti ciascuna tipologia di carbone; appare opportuno rammen-tare che la tipologia nella presenza di micro componenti del carbone e componenti in tracce, dipende dal “bacino di sedimentazione” nel quale si viene a formare il fossile.
Quindi, a nostro avviso, identificare “markers” che costituiscono dei macro componenti di tutti i carboni, non è dirimente nel rapporto di identificazione della fonte emissiva del PM10 registrato.
E’ dirimente e quindi risolutiva, la ricerca degli isotopi del “carbonio” che, senza ombra di dubbio, definiscono l’origine del carbonio presente nelle PM10, eliminando ogni ragionevole dubbio che questo sia generato da “combustione di biomassa” e/o da “combustione di carbone fossile”.
Rileviamo che, in merito alla richiesta specifica della conoscenza del rapporto fra isotopi del carbonio, l’ARPA risponde alla nostra “osservazione”, testualmente che: “Questo tipo di accertamento richiederebbe di disporre di un acceleratore di particelle e di una tecnica di ricerca, patrimonio di pochissimi ed effettuabile solo da questi”.
La risposta di ARPA è, per chi scrive, non tecnicamente pertinente in quanto, riconoscendo la valenza scientifica, la esclude solo per non documentate difficoltà operative, disconoscendo del tutto la realtà locale che vede, all’interno della “Cittadella della Ricerca” di Brindisi e proprietà dell’Università del Salento, l’esistenza di un laboratorio attrezzato con acceleratore di particelle, anche utilizzato, come in vari Centri in Italia, per la datazione dei reperti archeologici con l’isotopo 14C.
In merito alla richiamata tecnica di ricerca degli isotopi, contrariamente a quanto afferma l’ARPA che, tale tecnica “non costituisce un elemento di controllo, né di consueta applicazione in situazioni quale quella in oggetto (sforamento dei limiti di PM10 in Torchiarolo)”, si ritiene, invece, che la metodologia richiesta costituisca elemento essenziale per la verifica del “carico ambientale” dovuto alla combustione del carbone.
Inoltre, anche con lo sforamento delle concentrazioni di PM10 registrato a Torchiarolo nell’anno in corso, per ben oltre 40 volte e con il rischio della “procedura di infrazione” da parte della UE, la situazione ambientale di Torchiarolo non può essere definita “consueta” e necessita, come tale, di particolare attenzione tecnico-scientifica, come quella avanzata da Legambiente.
In definitiva, quindi, basterebbe ricercare se l’isotopo del carbonio è instabile, come il 14C e quindi derivante dalla combustione di biomasse, oppure se è stabile (12C) e quindi derivante, esclusivamente, dalla combustione del carbone che, in quanto fossile e creatosi in milioni di anni, ha la componente carboniosa “decaduta isotopicamente” e, quindi, stabile e di origine certa.
Abbiamo sempre sostenuto le giuste richiede si ARPA in merito al potenziamento dell’organico e dei mezzi ma, l’attuale carenza, non può costituire una giustificazione per stabilire, senza i richiamati riscontri, che ben il 90 % del superamento dei limiti di concentrazione delle PM10 a Torchiarolo sia causato dalla combustione delle biomasse nei camini familiari e, solo la restante parte (10%) è attribuibile alla centrale di Cerano, agli altri impianti industriali, al traffico, alle attività agricole, ecc.
Pur riconoscendo la qualità e l’impegno profuso dall’ARPA, non possiamo non richiamare il Presidente Vendola, a compiere gli approfondimenti necessari e richiamati, anche come ulteriore e pregiudiziale prescrizione per l’attuazione del “Piano” già approvato in Giunta e con il quale si esclude l’assoggettabilità dello “Schema di Piano” alla VAS.

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE BRINDISI – CIRCOLO TONINO DI GIULIO

No Comments