Ci mancava anche la «bubbola» del nucleare a Brindisi. Magari la proposta di un mega impianto a Costa Morena, perché no? Visto che è ben infrastrutturato e super gettonato, così da metterlo accanto ai depositi di gas e di carburante. E chi più ne ha più ne metta.
In questa infervorata campagna elettorale contrassegnata da alcune scelte miopi dal “fiato corto”, in alcuni casi priva di visione prospettica, dimostra di non saper reagire alle sfide – enormi – che il nostro tempo ci impone, in campo di politiche energetiche, industriali e del lavoro, per offrire un futuro a questo Paese. Ma se errare è umano, perseverare è diabolico e deleterio per tutti e noi della Cgil e della Camera del lavoro di Brindisi, in particolare, non lo permetteremo.
Di fronte ad una crisi senza precedenti, i cui effetti si preannunciano più catastrofici di quelli prodotti dalla pandemia, difronte ad un aumento dei costi dell’energia assurdo che aumenta a dismisura la povertà di famiglie, anziani, disoccupati e rischia di mandare a gambe all’aria anche il tessuto produttivo del Paese e di questa provincia o c’è un cambio di paradigma nell’affrontare il problema o ne usciremo tutti sconfitti e con le ossa rotte.
La parola d’ordine è «indipendenza» o «autonomia» energetica. Dunque, occorre accelerare, con rapidità e decisione, per avere una transizione energetica fondata sulle fonti rinnovabili. Diversificare gli investimenti sulle fonti fossili non risolve il problema, anzi agevola ulteriormente quel processo di speculazione che si è creato e occorre disinnescare al più presto prima che sia troppo tardi, che l’inflazione continui a salire a livelli spaventosi e ingovernabili producendo catastrofi.
E allora bisogna cambiare passo, cambiare visione e avviare definitivamente quel processo di innovazione di cui il Paese e Brindisi hanno assoluto bisogno. Guardiamo al futuro e avviamo questa rivoluzione «green», non per un capriccio ma perché è la via d’uscita per innovare il Paese, creare «lavoro buono», affrancarsi dalla dipendenza e costruire il futuro. Ce lo impone questa crisi, ce lo impongono i cambiamenti climatici, ce lo impone una povertà dilagante che diventerà sempre più ingovernabile se non si agisce in questa direzione.
Siamo d’accordo col nostro segretario nazionale Maurizio Landini sulla «necessità di nuovo intervento per famiglie e imprese da finanziare ridistribuendo tutti gli extraprofitti, non solo quelli delle aziende energetiche, ma ad esempio anche quelli di banche e farmaceutici, mai così alti da 10-12 anni». E questo a livello nazionale.
Ma a Brindisi cosa si può fare? Come cogliere questa sfida sfruttando anche quella valanga di finanziamenti provenienti dal «Piano nazionale di ripresa e resilienza» mettendo in pratica anche quelle linee guida stabilite dal «Next generation Eu»?
Bisogna dare impulso quanto prima al progetto del Parco delle rinnovabili che è nelle intenzioni di Enel, che potrebbe sviluppare anche a Brindisi – così come sta facendo a Catania – una giga factury per la produzione di pannelli solari con la creazione di 1.000 posti di lavoro. Si può favorire l’insediamento di quelle aziende – e ce ne sono a centinaia in Italia – che intendo investire nella produzione di energia da fonti rinnovabili che si calcola sarebbero capaci, in soli tre anni, di annullare la dipendenza dal gas russo. Come Cgil Brindisi siamo favorevoli all’insediamento di quelle società che hanno proposto la costruzione di insediamenti per la produzione di impianti eolici off-shore con la creazione di una vera e propria filiera in grado di generare migliaia di posti di lavoro.
E come Cgil siamo stati antesignani nel proporre e favorire l’insediamento di una Green Hydrogen valley creando una filiera con il coinvolgimento dell’Università e dei centri di ricerca. Così come lo siamo stati nella proposta di creazione delle Comunità energetiche che sono quanto mai utili non solo alle piccole e medie imprese, ma soprattutto alle piccole imprese e alle famiglie che combattono con la povertà energetica. Tantissime famiglie non sono nelle condizioni di riscaldarsi d’inverno e refrigerarsi d’estate con continuità o – peggio ancora – di utilizzare gli elettrodomestici tutti i giorni.
Occorre agire subito nell’ottica di un cambio di paradigma che ci porti all’autonomia energetica, non con fantomatiche ricette che utilizzano solo fonti fossili o tecnologie falsamente spacciate per pulite e incomplete come quella atomica; ma utilizzando quelle che già esistono, sono spendibili da subito e hanno la capacità di creare posti di lavoro buoni, generando economie reali per gli italiani e i brindisini. E’ ora di smetterla, le chiacchiere stanno a zero, è ora di agire.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi
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