October 5, 2024

A proporre l’idea è il prof. Michele Trotti, Agronomo, veterano dell’Istituto, docente di Geopedologia ed Estimo, ma ben presto il progetto, alla cui definizione collaborano gli studenti delle diverse classi, prende forza ed è condiviso con entusiasmo dall’intero gruppo docente e dal Dirigente Scolastico, prof. Vincenzo Micia.

Nasce così il primo Orto Urbano Biologico della città di Brindisi, nell’ambito di un’area a verde residuale e incolta ricadente nel recinto scolastico dell’Istituto, al rione Casale, circa 350 metri quadri, recuperata a tale scopo.

Quanto basta per coltivare Fave, Cavoli, Rape, Lattughe, Sedano, Cipolla, Verza, Prezzemolo, Finocchio, ortaggi irrigati con un efficiente impianto per microirrigazione progettato e realizzato dagli stessi studenti,  entusiasti dell’iniziativa, che consente di ridurre al minimo i consumi idrici, a supporto di una coltivazione  curata  secondo i criteri dell’Agricoltura Biologica, ovvero limitando o escludendo del tutto  l’utilizzo di prodotti chimici e concimi di sintesi, con un basso impiego di imput energetici esterni.

L’orto a scuola, unitamente a tanti altri progetti formativi in fase di avvio,  è esemplificativo della  nostra idea di innovazione didattica e formativa, spiega Michele Trotti, referente del progetto, che non si limita semplicemente all’introduzione ed impiego di strumenti informatici, di cui l’Istituto è ben dotato, ma mira a costruire esperienze di apprendimento fondate su modelli nuovi (il “learning by doing”: apprendere facendo), su una didattica induttiva sostenuta da solidi progetti didattici pur con l’ausilio di strumentazioni tecnologiche e informatiche.

L’esperienza dell’Orto consente di far scuola con una organizzazione innovativa degli spazi, dell’ambiente e del tempo, sviluppando un percorso di  educazione ambientale ed alimentare che conduce  gli studenti a riconoscere ed abbandonare il cibo spazzatura prescegliendo  forme di  consumo critico e consapevole, superando le cattive abitudini alimentari.  Il tutto lo si fa con modalità nuove, prescindendo dai vecchi approcci nutrizionisti o salutistici, che nel tempo si sono rivelati fallimentari.  Ma non è solo questo: avvicinare gli studenti  alla terra facendo loro coltivare  frutti e verdure locali , educandoli alla stagionalità, alla conoscenza dei cicli biologici, alla cultura del saper attendere,  alla rivalutazione del lavoro manuale,  alle pratiche di agricoltura biologica,  al rispetto della natura e di tutte le creature viventi (biodiversità), ad incuriosirsi per ciò che è diverso e ad assaggiare ciò che loro stessi coltivano è educare allo sviluppo sostenibile.  E tra un’irrigazione e un diserbo, si parla di pianificazione territoriale, di PUG, di consumo e uso del territorio, di qualità dell’ambiente, delle acque, dei suoli, di rappresentazione grafica dei progetti, di rendering, di Catasto, di mercato immobiliare. Come dire, dai sapori… ai saperi.

Hanno espresso il loro interesse garantendo un proprio contributo formativo al progetto Coldiretti Brindisi e la condotta locale di Slow Food.

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