Dal 19-35 al 35-17. In mezzo un intervallo di 60′ che vale 4 punti in più in classifica. Ovvero, dal disastroso abbrivio del match di domenica scorsa in casa contro la Fiat Torino fino all’entusiasmante ultimo quarto di lunedì sera contro la Vanoli Cremona c’è la metamorfosi di un’Enel Brindisi che, sebbene tra qualche difficoltà ancora evidente, si sta lentamente trasformando da anatroccolo in cigno.
Così grazie ad un finale da manuale del basket, l’Enel Brindisi diventa finalmente “sacchettiana”, riesce nell’impresa di realizzare 35 punti in un quarto (primo come aveva fatto una settimana prima Torino al PalaPentassuglia), ad affossare Cremona sotto la precisione delle “bombe” (7/10 da tre e 7/10 da due) biancoazzurre che hanno portato alla prima vittoria stagionale in trasferta, dopo averla sfiorata a Pistoia ma soprattutto dopo averla gettata alle ortiche a Varese.+
Due punti che servono a migliorare decisamente una classifica che vede ora Brindisi a quota 6 in compagnia di Trento, Venezia e Capo d’Orlando, ed evidentemente restituisce serenità e consapevolezza nei propri mezzi ad un gruppo che, prima di domenica scorsa, si era contraddistinto per il grande talento mostrato e soprattutto per le occasioni sprecate. Questa volta, invece, nonostante qualche pericoloso passaggio a vuoto, l’Enel Brindisi ha trovato il suo basket migliore proprio nell’ultimo quarto. Esattamente il contrario delle due precedenti trasferte, nelle quali i biancoazzurri avevano demolito negli ultimi 10′ quanto di buono costruito nei 30′ precedenti.
La vittoria di Cremona (alla quinta sconfitta consecutiva) è sicuramente il frutto di una grande prestazione offensiva come detto negli ultimi 10′, ma è al tempo stesso il prodotto di una difesa che ha fatto la differenza nel momento di maggiore difficoltà, ovvero quando il quintetto di coach Pancotto ha avuto pericolosamente in mano le redini del gioco fino ad arrivare sul +12 (31-19), prima di essere travolta da un parziale di 19-2 che ha portato Brindisi al riposo lungo in vantaggio per 38-33.
É scoppiata la M’Baye mania
Anche a Cremona protagonista assoluto è stato Amato M’Baye che con i suoi 27 punti (10/13 da due) ha letteralmente mandato in tilt la difesa cremonese. Uno contro uno, spalle a canestro, dalla media, il suo repertorio sta ormai facendo di M’Baye non solo il miglior realizzatore del massimo campionato in queste prime sei partite, ma un leader indiscusso di questa giovane Enel Brindisi che in lui ha trovato mani sicure a cui affidare la palla a spicchi. E pensare che il fiuto del general manager Alessandro Giuliani è arrivato fino al Sol Levante, avendolo prelevato dal campionato giapponese. Un grande colpo di mercato, sicuramente nella “top 3”, da quando quando il dirigente vicentino con un passato da allenatore, è a Brindisi.
Finalmente Kris Joseph- A Cremona si è finalmente messo in evidenza l’ex Boston Celtics che nell’ultimo quarto con un devastante 3/3 da tre punti è stato fondamentale nell’allungo decisivo che ha portato Brindisi al successo. L’infortunio alla caviglia e il rischio “taglio” sono ormai un lontano ricordo. Le buone prestazioni e le vittorie solitamente camminano a braccetto e contribuiscono a crescere in autostima è ti danno gli stimoli giusti per fare sempre meglio. Ora la speranza di coach Sacchetti in primis è che Joseph trovi finalmente quella continuità di rendimento che sarà fondamentale nel processo di crescita di questa New Basket che oggi ha in M’Baye e Scott due punti di riferimento importanti ma che evidentemente non sono soffietti per fare di Brindisi una squadra costante e continua nel rendimento per tutto l’arco del match. E non è un caso che l’exploit di Joseph sia coinciso con il miglio quarto di queste prime sei partite.
Montagne russe “biancoazzurre”
Meo Sacchetti lo ha definito “up & down”, ovvero un alternarsi di buon basket e vistosi passaggi a vuoto sui quali bisogna porre rimedio. A volte devastante questa Enel Brindisi è capace di subire passivamente gli avversari prima di tornare a dominare. Questo accade principalmente nel secondo quarto, ossia quando la girandola di cambi vede in campo il secondo quintetto. In modo particolare a risentirne è la cabina di regia, ovvero la gestione del ritmo e del gioco. Phil Goss (in crescita nonostante il 2/9 da tre punti) ha la giusta esperienza per giocare da playmaker, pur essendo per caratteristiche tecniche più una guardia. L’assenza di Nic Moore sta pesando più del previsto, soprattutto se si considera che AJ English continua a collezionare prestazioni anonime (0/6 dal campo a Cremona). Lo stesso Marco Spanghero a volte va in difficoltà. Con Goss la squadra sta ormai trovando un buon equilibrio tattico; M’Baye, Joseph e Durand Scott dal perimetro sono tre giocatori capaci di fare la differenza; sotto canestro Danny Agbelese e Robert Carter si stanno dimostrando affidabili nonostante qualche distrazione difensiva di troppo; capitan Marco Cardillo é ormai un punto fermo mentre Daniel Donzelli, ristabilitosi dall’infortunio, si sta nuovamente ritagliando il suo spazio.
Brindisi giocherà due partite in casa (Brescia e Cantù), poi andrà ad Avellino e la settimana successiva ospiterà Sassari. Un poker di partite che porterà ad una scelta: tenere Goss fino al termine della stagione o uscire dal contratto? Difficile dire quale sarà la soluzione che Brindisi e lo stesso Goss decideranno di adottare. Se Brindisi e l’ex giocatore di Roma e Varese decideranno di proseguire fino al termine della stagione però bisogna decidere chi dovrà fare le valigie. È considerata la propensione di Goss a giocare sia da play che da guardia, a questo punto, considerata la difficoltà di adattamento palesata finora da English, non è da escludere che possa essere proprio il “figlio d’arte” il sacrificato di turno. A meno che…
Pierpaolo Piliego
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