… la neve a Brindisi …
i primi fiocchi, lo stupore, la meraviglia, la poesia del bianco, l’incanto di una città travestita da diva …
il freddo al quale non siamo abituati, i disagi, la noia per due giorni chiuso in casa senza che per una volta non fosse una scelta libera …
il vento gelido …
la macchina bloccata e face book come unico parco giochi nel quale divertirsi con foto alterate e battute così così al posto delle palle di neve … basta …
indosso un cappello da eschimese che ricorda un po’ Totò a Milano, due sciarpe, due maglioni fra i più caldi e scendo a far fare la solita passeggiata a fuffy …
i marciapiedi sono scivolosi e sporchi di ghiaccio pericoloso e infangato … per strada pochissima gente e poche, caute, macchine …
qui vicino alla stazione gli unici passanti sono neri sorridenti e mediorientali torvi e frettolosi …
c’è l’eco …
forse per il poco traffico … non so …
fuffy ha registrato un suo rituale che quasi mi impone strattonandomi … prima verso le aiuole di sinistra e poi, dopo poche imperscrutabili soste, nelle aiuole di destra, di fronte ai negozi di via Bastioni …
il bianco rigonfio ed immacolato è solo su un paio di macchine parcheggiate …
per il resto devo stare attento a questa poltiglia scivolosa e sporca che mi sta già inzuppando le scarpe …
sono solo …
nessun altro cane …
nessuno che si appresti per la partenza …
nessuno che arrivi guardandosi attorno …
le voci altissime e incomprensibili mi raggiungono infastidendomi …
due signori gridano ed insultano un nero che tenta di scherzare con loro …
sono ubriachi tutti e tre …
i due locali seduti su una panchina, il nero in piedi davanti a loro …
a terra , allineate, quattro bottiglie di Dreher da tre quarti …
mi avvicino in tempo per assistere ad una specie di rissa alla quale il ragazzo nero si sottrae velocemente …
bastardo… neru di mmerda … tind’à sceri ha capitu? … vavvandi ‘mbucatu …
volano spintoni e calci …
il nero non si difende e va via gridando a sua volta …
i due tornano a sedersi e ridono …
gridano frasi sconnesse che per gioco fanno finire con “stein” … nculestein …
ridono …
cazzestein …
gridano e bevono …
sembrano urla di dolore antico …
mettono via una bottiglia finita e ne iniziano un’altra … ogni parola storpiata e gridata rimbomba per l’intera piazza …
mi accorgo che sto provando vergogna … sono imbarazzato …
ad un tratto il più giovane dei due smette di ridere …
quella zoccola …
quella balena ….
mama si ca era nnu ficacchioni … ‘
dda zoccula è rruvinatu nna famigghia …
poi grida perchè lo sentano tutti ZOCCOLA …
ci ripensa …
ce l’ha col padre … ce scemu …
il più anziano dei due va via verso la stazione senza salutare l’amico … adesso il ragazzo è solo sulla panchina e rimugina … ce scemu … è propria scemu …
mentre apre un’altra bottiglia …
ho freddo, ho mal di stomaco …
mi avvio velocemente e quasi scivolo su questo cazzo di ghiaccio di mmerda … e pulitele queste cazzo di strade …
stasera alle 19,15, nel piazzale della stazione
A.Serni
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