“Fuori dal buoi dei combustibili fossili” è l’oggetto di una lettera aperta inviata da un gruppo di associazioni (CTG – Centro Turistico Giovanile, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, ISDE – Medici per l’Ambiente, Italia Nostra, Legambiente Brindisi, No al Carbone, WWF Brindisi) al Ministro Francesco Boccia, al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ed al Sindaco di Brindisi Riccardo Rossi.
Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:
Abbiamo appreso dagli organi di informazione che sabato 25 gennaio presso il teatro Verdi è organizzata una iniziativa dal titolo “Notte a Cerano”. C’è chi dice che è una passerella elettorale. Noi speriamo che possa essere un appuntamento per chiarire in che modo Regione Puglia e Comune di Brindisi intendano costruire l’uscita dalla combustione del carbone nella centrale termoelettrica Brindisi sud e più in generale dai combustibili fossili: la strategia “carbon free”, infatti, comporta l’uscita degli impianti di combustione anche dal metano.
Le recenti decisioni della Commissione europea e del Parlamento europeo prevedono lo stanziamento per il “green new deal” di mille miliardi in dieci anni e nell’ambito delle priorità concernenti lo stanziamento dei primi cento miliardi, in Italia si individuano gli impianti da dismettere in Sardegna ed appunto a Brindisi accanto al siderurgico di Taranto.
Ipotizzare la costruzione di una nuova centrale termoelettrica alimentata a metano, nel mentre si chiudono impianti similari per circa ventimila Megawatt, è la negazione del “green new deal” e trova motivazione per l’Enel unicamente nell’accesso ai finanziamenti del “capacity market” che soltanto Italia e Polonia incredibilmente indirizzano verso un combustibile fossile e non verso fonti rinnovabili ed efficientamento energetico.
Brindisi merita ben altro e questo è il momento in cui Governo ed istituzioni locali devono dimostrare di
saperlo costruire.
Le Associazioni, con il contributo di tecnici e di scuole medie superiori brindisine hanno delineato un piano di rigenerazione di Cerano e di tutta l’area che va fino alla zona industriale. Questo futuro, fondato su bonifica e riqualificazione del territorio, sulla valorizzazione dei parchi e dell’agricoltura, su fonti rinnovabili e centri di ricerca avanzati, offrirebbe molto più dei cinquanta posti di lavoro che l’impianto proposto dall’Enel prospetta e garantirebbe l’accesso ai finanziamenti europei per un effettivo “green new deal”.
La città attende ristoro dei danni sanitari subiti in questi decenni e servizi sanitari in grado di dare risposte alle malattie croniche rilevate dallo studio Forastiere come esiti degli anni di inquinamento atmosferico di origine industriale e ai più recenti rilievi di eccessi di mortalità tra le donne per tumori della mammella e del polmone. data per certa la fine dell’uso del carbone come combustibile, sarebbe necessario chiarire – dal momento che di questo non si è mai finora discusso – come avverrà la rimozione del nastro trasportatore e la bonifica dei terreni interessati.
Al Ministro Boccia, al Presidente della Regione Puglia Emiliano ed al Sindaco di Brindisi Rossi chiediamo di fornire pubblicamente sabato risposte ed impegni chiari per chiudere la “storia sbagliata” del carbone a Brindisi ed aprire un effettivo “green new deal”.
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