Pur contribuendo ai controlli sugli spostamenti di persone e veicoli in periodo di emergenza pandemica da COVID-19, i Carabinieri Forestali continuano a contrastare reati più caratteristici della loro specializzazione.
Così, durante un pattugliamento nelle ore preserali nel Parco Regionale delle Saline di Punta della Contessa, a Sud di Brindisi, i Militari hanno notato in lontananza il transito, da strade secondarie, di un’ autovettura fuoristrada.
Insospettiti, anche per le circostanze di condizioni meteorologiche avverse, hanno seguito ed avvicinato l’ automezzo fino ad intercettarlo su uno svincolo della tangenziale di Brindisi, con l’ ausilio dei colleghi della Stazione Forestale di Ostuni, prontamente intervenuti.
Da un controllo della vettura, i Carabinieri Forestali hanno notato un contenitore in legno con fori, incassato nel fondo del bagagliaio; aprendolo, vi hanno trovato 4 esemplari di avifauna protetta (1 piro-piro e 3 gambecchi, uccelli limicoli che vivono in aree umide come quella delle Saline). Si ipotizza che i volatili fossero stati catturati con reti da uccellagione (vietate dalla Legge n. 157 del 1992, che disciplina l’ attività venatoria), che però non sono state trovate.
Hanno proceduto quindi all’ accompagnamento in caserma ed all’ arresto del conducente, R.P. di anni 61, già noto ai Forestali per fatti di bracconaggio, e della figlia che era con lui, C.P. di anni 26.
Ai due è stato contestato il reato di furto venatorio aggravato, ai sensi degli articoli 624 e 625 del codice penale; dopo gli accertamenti ed i rilievi del caso, su disposizione del pubblico ministero, sono stati rilasciati.
La vettura fuoristrada e gli uccelli, invece, sono stati sottoposti a sequestro probatorio; l’ avifauna, essendo stata catturata da poco e quindi non “stressata” e idonea al volo, sempre su disposizione del magistrato è stata rimessa in libertà in luogo idoneo.
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