May 1, 2025

blocchi di partenzaParto… Non parto…

Così ripetevo mentalmente sfogliando una margheritina dai petali gialli come i raggi di sole di agosto. Poi, senza accorgermene, ho cominciato a bisbigliare: Rischio… Non rischio…

 
Allora mi sono svegliato madido di sudore e il pensiero, senza che riuscissi a fermarlo, è corso a quel viaggio prenotato da cinque mesi e che in tutto questo periodo mi aveva fatto tanto fantasticare.
Certo la situazione è cambiata da allora, molto cambiata. Non c’è alcun dubbio.

 
Prima gli orrori nei Paesi in cui perversa l’Isis. Poi c’erano state le ossessioni islamiste (la sala concerti e i caffè di Parigi, l’aeroporto e la metropolitana di Bruxelles). Per non dire dei casi di depressione e frustrazione (Mohamed Bouhlel a Nizza) e della mania di persecuzione (Ali Sonbly a Monaco di Baviera).

Fino a quello che è successo in queste ore, ancora in Francia, a Saint-Etienne-du-Rouvray dove è stato sgozzato, sempre in nome di Allah, il parroco d’una chiesetta.

 
aeroportoE addirittura la psicosi terrorismo, qualche giorno fa, ha creato momenti di panico anche all’aeroporto di Brindisi quando gli altoparlanti hanno diffuso un messaggio registrato con cui si chiedeva di lasciare la struttura, senza specificare le ragioni. Anche se a far scattare l’allarme antincendio e gli avvisi di default è stato uno sbalzo di tensione in un punto ristoro del Papola.

 
Questo vuol dire che anche qui, nel tranquillo e accogliente Salento, nella Florida dai prezzi stracciati, i nervi sono a fior di pelle e basta un nulla per fare scattare il panico.
Eppure le vittime del terrorismo in Europa, oggi, sono inferiori di quelle degli anni 70 e 80 del Novecento. E anche se è vero che il 2016 si avvia a essere l’anno più sanguinoso del secolo, resta distante dal 1972, dal 1974, dal 1980 o dal 1988.
Allora mi sono detto: qui bisogna ragionare e non lasciarsi prendere dal panico. Non è giusto che la dose quotidiana di morte inalataci a tutte le ore del giorno dai mass media e dai social network finisca per diventare un’abitudine.

 
Paura[1]In che modo possiamo uscire fuori dal gorgo della paura? Facendo tutto quello che ci spaventa. Tutto!

Naturalmente non mi riferisco a cose che possono mettere a rischio la vita, ma a tutto il resto. Bisogna pensare freddamente alla paura e decidere subito come affrontarla perché la paura rimarrà pur sempre il problema importante delle nostre vite.
La paura sarà il motore di ogni nostro successo, la radice di tutti i nostri fallimenti e il dilemma di tutte le storie che ci racconteremo. E qual è l’unica possibilità che si ha di batterla? Quella di assecondarla, di andarle dietro, di pensarla come la nostra guida. Proprio così! La guida che ci indica la strada che dobbiamo seguire. Con accortezza, ma che “dobbiamo” seguire!

 
Dunque i viaggi vanno fatti anche perché il rischio che si rimanga coinvolti in una di queste mattanze senza senso rimane pur sempre affidato alla casualità. Certo non andremo in Tunisia e in Egitto dove noi europei rischiamo di diventare bersagli. Tanto meno in Turchia dove è in corso un brutale, autolesionistico regolamento di conti. Ma nell’Unione Europea si può andare con tranquillità e qui un luogo vale l’altro.

 
Naturalmente, come per la maggior parte delle cose della vita, molto dipende dall’età.

Giorni fa mi trovavo all’aeroporto di Linate in attesa dell’imbarco per Brindisi e non ho potuto non notare come davanti a tutti i “gate” stazionavano frotte di giovani che chiacchieravano spensieratamente, si trastullavano con gli smartphone o, un po’ più appartati, creavano le premesse per le ore che giunti a destinazione avrebbero dedicato, lei, a quel ragazzo imberbe e un po’ imbranato che le stava di fronte e, lui, a quella ragazza dal volto ancora acerbo e lentigginoso, ma dagli occhi splendenti più dell’azzurro del mare.

 
marittima2[1]Loro non pensavano minimamente che in quel momento una valigia sarebbe potuta esplodere lasciando una scia di sangue e di morte. Loro pensavano esclusivamente a vivere.

 
Quei ragazzi mi hanno riportato alla memoria quelli che trenta, quaranta anni fa stazionavano sul lungomare di Brindisi, in attesa d’imbarcarsi per Corfù. Non è cambiato nulla tra i ragazzi di queste generazioni, se non il modo di viaggiare. Allora erano i treni trainati da locomotive che lasciavano tracce di carbone perfino nei bagagli. Oggi ci sono i jet con l’aria condizionata e i servizi di bordo che, con una ristorazione differenziata secondo le percorrenze, rende il viaggio il più confortevole possibile.

 
I ragazzi però sono gli stessi! Essi cercano l’avventura, la novità, la vita, l’amore e nessuna ombra può distoglierli da questo. La paura? Non la conoscono. E, se del caso, l’affrontano a viso aperto.

 
marinai donneSiamo una città di mare ed è perciò calzante parlare di marinai. Riflettete: a proposito della paura del fortunale sempre in agguato non sempre i marinai possono scegliere il momento della partenza. Ma sanno una cosa: che paura e avventura navigano insieme. Chi ha avuto paura non è mai partito e chi non parte non arriva da nessuna parte. Niente mare aperto, niente porti nuovi: solo cozze e alghe sotto la chiglia. E, naturalmente, il pentimento di non avere osato.
E allora non facciamoci prendere dalla paura, non spostiamo le date delle vacanze (non cambierebbe niente), non stravolgiamo progetti su cui abbiamo fantasticato tutto l’inverno, non annulliamo i viaggi all’estero. L’importante è evitare di condividere e diffondere immagini, video e dettagli degli attentati perché così si fa solo il gioco del nemico o dei pazzi.

 
0709_serendipity_Jacqueline_Tribou[1]Sapete cosa è la serendipity? Certo che sì, ma forse i giovani lo ignorano. Serendipity è la capacità di trovare quello che non stiamo cercando. Il nome viene dall’antico Sultano dell’isola di Serendip, oggi Sri Lanka. Partito per trovare l’oro non lo trovò, ma scoprì, in una vallata remota, una qualità di tè tanto pregiata da valere più dell’oro. E lo capì. Altri, probabilmente, avrebbero dichiarato il fallimento della spedizione.

 
Dunque, niente sfoglio di margherite. Si parte e basta perché, in ogni caso, arricchiremo il nostro spirito.

 
Non sono stato sufficientemente convincente?

Allora soggiungo che già nel 1338-39, il pittore Ambrogio Lorenzetti nell’affresco del “Buon Governo in campagna” ubicato nel Palazzo Pubblico di Siena mostra un angelo (personificazione della Sicurezza) che trascina un cartiglio sul quale si legge: “Senza paura ogn’ uom franco cammini…”.
Buone vacanze!

 

Guido Giampietro

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