Gianmarco Di Napoli, giornalista e direttore de “Il 7” nonché collaboratore di Antenna Sud, ha reso nota una preoccupante vicenda legata al mondo dei collaboratori di giustizia. Dopo alcuni servizi realizzati per l’emittente televisiva, oggi, su Il7 Magazine ha raccontato come è partita:
“Ciao, sono Adriano Stano, volevo raccontarti una cosa”, così inizia il racconto di Di Napoli in relazione ad una telefonata ricevuta da Stano, ex boss della Sacra Corona Unita, ora collaboratore di giustizia. “Ho scoperto che su una pagina di TikTok c’è la mia foto e quelle di altri collaboratori di giustizia. Ma c’è qualcosa di più serio sotto: la pagina si chiama Pentiti Brindisini”.
Di Napoli sottolinea come l’aspetto più inquietante non sia solo la pubblicazione di un album fotografico con le immagini dei pentiti, ma il fatto che il gestore anonimo della pagina sia così informato su Stano da ricordare un episodio risalente a quando, a 14 anni, fu sorpreso a rubare un paio di zoccoli alla Standa e portato in questura. Un episodio mai giunto a processo, rimasto nascosto in un vecchio fascicolo personale, rendendo la situazione ancora più inquietante.
Ma la preoccupazione maggiore arriva dalle minacce rivolte ai figli di Stano: “Tu li hai uccisi”, scrive l’anonimo gestore della pagina. Oltre a questo, la pagina pubblica immagini di presunti stupratori, documenti ufficiali e accuse pesantissime nei confronti di molte persone, alimentando un clima di odio. La pagina, che già conta 1.500 follower con profili autentici e numerosi commenti, sembra essere stata creata con piena consapevolezza dei rischi di ritorsioni e atti di violenza che potrebbe innescare.
La situazione non è passata inosservata. Nei giorni scorsi, in seguito ai servizi televisivi realizzati da Gianmarco Di Napoli su Antenna Sud, la Procura Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce ha aperto un fascicolo sulla pagina Pentiti Brindisini e sul suo misterioso creatore. L’indagine dovrà chiarire se si tratta di un semplice atto di vendetta personale o di un disegno più complesso in un periodo in cui sono in corso processi che vedono coinvolti esponenti di primo piano della Sacra Corona Unita, nei quali il contributo dei collaboratori di giustizia è determinante.
Adriano Stano, visibilmente preoccupato per le minacce ricevute, è deciso a fare la sua parte per contribuire alla chiusura della pagina e all’identificazione del suo gestore.
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