Nei giorni scorsi diversi turisti, in arrivo a brindisi con la nave da crociera, sono stati attratti dalle abbondanti protuberanze vegetative, che sono cresciute indisturbate sulle mura del Bastione di Porta Lecce, al punto da immortalarle con i loro telefonini.
Non è dato sapere se le considerassero la sperimentazione di nuovi tipi di impianti botanici o il simbolo dell’incuria della città, elevata a sistema.
Tutto comunque fa credere che da parte dell’Amministrazione comunale si stia cercando di consegnare al futuro la memoria di quel luogo intato.
Per questo evita accuratamente di metterci le mani, resistendo tenacemente alle tante richieste di intervento da parte dei cittadini, che rivendicano il loro diritto ad una città vivibile, attenta alla sua storia e al decoro della scena urbana.
Preoccupati dal processo di sgretolamento delle mura provocato dalle radici degli arbusti sempre più grandi.
Bisogna ammettere che non è facile per l’Amministrazione mantenere l’impegno al disimpegno. Una qualità che non si inventa. Si deve essere molto esperti e distaccati.
Ad un turista italiano che chiedeva se all’interno dell’Amministrazione ci fosse un responsabile della cura del Bastione, è stato mentito dicendo che non c’era nessuno.
Tutto sommato è stata una bugia veniale. Infatti, cosiderata la situazione, per molti cittadini, che ci sia o non ci sia non fa molta differenza.
Nondimeno bisogna ammettere che questa situazione non depone bene per una città che si dichiara proiettata nella dimensione italiana della cultura.
Vincenzo Albano
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