May 12, 2025

La nuova ordinanza sulla scuola di Emiliano che – sostanzialmente – lascia alle famiglie la scelta se far studiare i figli all’interno dell’istituto o con la didattica a distanza, continua ad essere criticata da più parti.
Per la CGIL di Brindisi “rappresenta un gravissimo precedente che distorce alcuni dei capisaldi della nostra Costituzione” perchè segnerebbe “un dilemma inaccettabile per gli studenti, per i loro genitori e per i lavoratori della scuola che non meritano di essere trattati in questo modo, abbandonati da un lato e “iper-responsabilizzati” dall’altro”.
Inoltre, secondo il sindacato di Brindisi, andrebbe considerata la difficoltà di un insegnante a garantire sia la didattica in presenza che quella a distanza e andrebbe valutata la circostanza che “mentre gli studenti e le loro famiglie sono lasciati liberi nella scelta di recarsi o meno a scuola, i lavoratori” non lo sono.

Infine andrebbe tenuto in considerazione che “la Dad, in provincia di Brindisi, come nel resto della Puglia, è una via poco praticabile, viste le condizioni pietose di molte scuole che ad essa dovrebbero ricorrere”.

Anche l’On. Valentina Palmisano (M5S) – seguendo la sua collega di Governo Azzolina – ha scritto che “Le scuole vanno riaperte come previsto da Governo e Ministero della Pubblica Istruzione, nell’ultimo Dpcm. Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano la smetta di creare confusione nelle famiglie”. Per l’onorevole ostunese “Michele Emiliano farebbe bene ad evitare ulteriori decisioni del tutto slegate dalla realtà e dalle esigenze delle famiglie. Quelle stesse famiglie a cui il governatore pugliese ha “scaricato” ogni responsabilità, sul mandare o meno i propri figli a scuola. Una situazione surreale che andava assolutamente evitata”.

 

Nel pomeriggio Michele Emiliano aveva risposto alla Ministro Azzolina che aveva richiesto il ritiro della ordinanza n. 413 spiegando cosi: “il mio provvedimento è stato reso necessario ed urgente dall’elevato numero di studenti, insegnanti, personale scolastico e loro familiari contagiati e posti in quarantena, che ha determinato una situazione di rischio epidemiologico elevato. Parliamo di migliaia di persone.

Dopo aver sottolineato che il suo provvedimento urgente è stato “con grande sofferenza e rispetto verso il mondo della scuola al solo fine di prevenire ulteriori contagi”, Emiliano ha  sciorinato i dati epidemiologici: “in un solo mese dall’apertura delle scuole sono risultati positivi almeno 417 studenti, 151 positivi tra docenti e personale scolastico e almeno 286 scuole sono entrate in contatto con casi covid. E migliaia e migliaia sono gli studenti e il personale scolastico attualmente in isolamento per contatto stretto avvenuto a scuola con casi positivi.”

 

Ed i segnali segnali allarmanti che arrivano dalle scuole brindisine sembrano supportare la visione di Emiliano.
Questa sera la Prof.ssa Patrizia Carra, dirigente dell’Istituto Comprensivo Commenda, ha comunicato che, in una classe del plesso Collodi, un alunno è risultato positivo al covid-19.
“Pertanto, secondo quanto predisposto dalla ASL di Brindisi, seguendo i protocolli previsti per impedire l’espandersi del contagio, alunni e docenti ritenuti contatti dell’alunno positivo saranno sottoposti a tampone. Gli stessi riceveranno singola comunicazione e, fino all’esito del test, rimarranno in isolamento volontario, svolgendo le lezioni a distanza attraverso la DDI”.
Tutti gli altri alunni della classe, solo in via precauzionale, svolgeranno le lezioni a distanza attraverso la DDI fino al giorno 11 novembre p.v.”.
E’ già stata disposta la sanificazione dell’aula, degli spazi comuni e dei servizi.”
Questo caso si aggiunge alle altre varie decine di contagi che hanno investito le scuole della provincia di Brindisi e di tutta Italia, costringendo centinaia di bambini a restare a casa in quarantena e mandando in tilt il tracciamento con i tamponi. E forse mette in crisi chi è convinto che occorre tenere aperte le scuole: se gli istituti non fossero stati chiusi, quel bambino avrebbe rischiato di infettare altri bambini o il personale scolastico, che a loro volta avrebbero messo a repentaglio la salute di altri parenti.

 

Anche per questi motivi, questa sera è giunta l’altra allarmante richiesta del Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli: “Lockdown totale, in tutto il Paese“.
“Considerando i dati di questa settimana come andamento-tipo – afferma all’ANSA il presidente della Federazione degli Ordini dei medici Filippo Anelli – se li proiettiamo senza prevedere ulteriori incrementi, la situazione fra un mese sarà drammatica e quindi bisogna ricorrere subito ad una chiusura totale. O blocchiamo il virus o sarà lui a bloccarci perchè i segnali ci dicono che il sistema non tiene ed anche le regioni ora gialle presto si troveranno nelle stesse condizioni delle aree più colpite”. “Con la media attuale, in un mese arriveremmo ad ulteriori 10mila decessi”.

 

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