Era stato salutato come un provvedimento che, finalmente, va verso gli interessi dei cittadini di Brindisi.
Parliamo della cosiddetta “rottamazione dei tributi locali”, proposta dalle forze di opposizione ma varata all’unanimità dal consiglio comunale del 30 gennaio scorso.
Con il passare dei giorni, però, sono venute fuori alcune questioni che ledono lo spirito della norma, che è quello di aiutare tutti i cittadini che, in un periodo di crisi economica, possono mettersi in regolare con le tasse ed evitare procedure esecutive che aggravano ancor di più l’economia delle famiglie.
La prima questione è stata sollevata da Antonio Elefante (PD) che ha denunciato la violazione delle norme di pubblicità e trasparenza contenute nel regolamento. Il capogruppo PD ha fatto notare che “per accedere alla rottamazione, il cittadino deve presentare al Concessionario una apposita istanza. Questa istanza doveva essere pubblicata sui siti internet del Comune e dell’Abaco entro 15 giorni dall’approvazione del regolamento.
Ebbene, trascorsi oltre 15 giorni dall’approvazione, il modulo non è stato ancora pubblicato né sul sito del Comune, né su quello del Concessionario”.
In realtà sul sito del Concessionario (ma solo su quello visibile dai computer e non da tablet e smartphone), dopo alcuni “giri” era possibile rinvenire un modulo creato su una rottamazione “standard” e non certamente tarato a quella varata dal Comune di Brindisi.
Dopo la denuncia di Elefante, lo stesso modulo “standard” è stato inserito sul sito del Comune di Brindisi. Ed è talmente “standard” che non può che far sorridere la dicitura presente sul modulo secondo cui “Prima di compilare il presente modulo è quindi necessario consultare il sito internet del Comune titolare del credito e verificare che abbia adottato il Regolamento“…
E’ lapalissiano o no che il modulo sia inserito sul sito del Comune sol perché è stato approvato il Regolamento?
Ma questo è solo l’inizio.
Chi si è interessato alla rottamazione ha subito capito che, quella del Comune di Brindisi, era una definizione, diciamo, “light”, che poco c’azzecca con lo spirito della legge nazionale.
Infatti, a differenza di quanto avviene con Equitalia (che rottama tutti i carichi tributari) a Brindisi si possono definire esclusivamente i tributi che hanno in piedi una ingiunzione di pagamento e non quelli scaturiti da un avviso di accertamento.
Tutto ciò limita fortemente il numero dei debiti rottamabili e crea forti disparità tra i cittadini creditori dell’Amministrazione Comunale ad una stessa data.
Se lo spirito della legge è quello di “agevolare” la definizione di tutti i debiti tributari maturati al 31/12/2016, non si comprende per quale motivo il Comune di Brindisi deve fare ciò che nemmeno Equitalia si spinge a fare: ossia creare figli e figliastri a seconda che il carico tributario sia stato chiesto con una ingiunzione di pagamento oppure sia allo stato di avviso di accertamento.
Come se non bastasse, però, c’è un’altra tegola che, in queste ore, sta interessando diversi cittadini di Brindisi. E’ la problematica delle procedure esecutive avviate prima della presentazione dell’istanza.
Per semplificare la questione poniamo il caso che un cittadino abbia subito un fermo amministrativo in relazione ad un debito definibile con la procedura agevolata.
Equitalia, alla presentazione dell’istanza di rottamazione, sospende il fermo amministrativo, per poi cancellarlo al pagamento integrale della somme definita; Abaco, invece, non concede alcuna sospensione, costringendo il cittadino che vuole rottamare il proprio debito a tenere fermo il mezzo fino a giugno/luglio 2017. Insomma il Comune ti mette davanti ad una scelta: vuoi usare il mezzo? paga subito senza rottamazione!!!; vuoi rottamare il debito? tieni ferma l’auto almeno per altri quattro mesi!!!
E questo sarebbe il Comune vicino al cittadino???
Infine va sottolineata un’altra scocciatura causata ai cittadini: stando a quando riportato sul modulo, l’istanza non potrebbe essere consegnata direttamente al Comune o agli uffici Abaco di Brindisi ma deve essere trasmessa, insieme alla copia del documento di identità, via e-mail (definizioneagevolata@abacospa.it), via fax (al numero 0423/1990616) o per posta raccomandata (all’indirizzo Abaco S.p.a., Via Risorgimento 91, 31044 – Montebelluna – TV).
Certo, nessuno si aspettava che Abaco o il Comune agissero come Equitalia, inviando la comunicazione a casa dei cittadini, ma sarebbe stato “umano” prevedere (e pubblicizzare) la consegna diretta dell’istanza negli uffici preposti.
Insomma, la rottamazione dei tributi del Comune di Brindisi rischia di rappresentare il caso limite di come un Ente può rendere ancora complicata la vita del cittadino… altro che “definizione agevolata”..
Se lo spirito della legge 193/20156 era quello di aumentare le entrate di Stato e Comuni e, nel contempo, evitare di vessare ulteriormente i cittadini, non è possibile accettare a cuor leggero che il Concessionario e il Comune di Brindisi, pur pagati con i soldi dei contribuenti, fanno di tutto per rendere complicato accedere alla rottamazione.
Sarebbe auspicabile che si cambiasse registro. Magari con delle piccole revisioni al Regolamento da approvare in Consiglio Comunale oppure con un’applicazione meno capotica delle norme, in modo da evitare di complicare la vita ai cittadini che vogliono pagare le tasse.
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