May 12, 2025

La crisi del Brindisi assume contorni inquietanti.

Sette calciatori avrebbero abbandonato la squadra e sarebbero rientrati nelle loro città di residenza.

Utilizziamo il condizionale perchè secondo alcune voci, qualcuno tra essi, su consiglio dei procuratori, starebbe rientrando sui propri passi, anche perchè mancano poco più di 10 giorni alla fine del campionato.

 

La decisione di alcuni dei calciatori più importanti e rappresentativi della squadra allenata da Castellucci sarebbe stata assunta dopo quanto accaduto ieri pomeriggio negli spogliatoi del Fanuzzi.

Anche in questo caso utilizziamo il condizionale dal momento che non vi è alcuna conferma degli interessati. In ogni caso, stando a rumors insistenti, pare che vi siano stati vivaci scambi di battute (e non solo) tra alcuni personaggi appartenenti alla tifoseria brindisina e qualche calciatore.

Entrando nello specifico, lo sfogo di qualche tifoso (infiltratosi chissà perché negli spogliatoi) sarebbe stato incentrato su un calciatore in particolare. A quel punto due compagni di squadra sarebbero intervenuti a sua difesa ed il parapiglia negli spogliatoi avrebbe assunto proporzioni poco edificabili.

Sarebbe questa la ragione per cui la squadra non si è allenata ieri. D’altronde era sembrato poco credibile la versione “ufficiale” secondo cui l’allenamento sarebbe saltato per una “riunione tecnica” prolungatasi oltre il dovuto.

 

Fatto sta che anche oggi il Brindisi non si è allenato e questo conferisce risvolti ancora più inquietanti alla vicenda. Qualcuno riferisce che i calciatori – soprattutto i più giovani – appaiono preoccupati e terrorizzati, tant’è che qualche genitore è partito alla volta di Brindisi per riportarli nei luoghi di residenza.

 

La situazione appare davvero insostenibile.

Se può comprensibile (ma fino ad un certo punto!) il silenzio di staff tecnico e atleti, non appaiono giustificabili le bocche incredibilmente cucite da parte della società. Nessuna difesa dei dipendenti che sarebbero stati insultati ed aggrediti, nessun commento sui mancati allenamenti, nessuna spiegazione sulla crisi che ha portato a non pagare gli atleti, i ristoratori e i proprietari degli appartamenti in cui vivono i calciatori.

Un silenzio indegno per dei dirigenti calcistici e per tutti coloro che gravitano intorno a loro. In fin dei conti si tratta di gente che dovrebbe porre lo spirito e i valori dello sport prima di ogni cosa ma che, probabilmente, ha a cuore esclusivamente i propri infimi interessi di bottega.

 

Con questi presupposti è assolutamente inutile parlare di calcio giocato. Tornano alla mente altri momenti buoi  vissuti dalla Brindisi calcistica.

Probabilmente hanno ragione tutti coloro che sostengono che è arrivata l’ora di resettare completamente.

Anche i bambini sanno che quando le fondamenta sono marce tutte le costruzioni sono destinate a crollare. E’ assolutamente inutile cambiare presidenze, società o imprenditori di riferimento, quando è la base del movimento che va costruita. Dalle fondamenta.

Va fatto con l’impegno di tutti. Nessuno escluso. Ognuno secondo le proprie competenze, il proprio ruolo e la propria Autorità. E siccome non è più soltanto un problema di sport ma si è trasformata in un’annosa e sgradevole questione sociale, crediamo che sia giunta l’ora di intervenire. Una volta per tutte!

 

 

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