July 27, 2024

Brundisium.net

Un’inchiesta senza precedenti quella condotta dalla Procura di Lecce ed eseguita dalla Guardia di Finanza.
L’operazione ha portato al sequestro di due degli impianti industriali più importanti della Puglia: la Cerano Enel di Cerano e lo stabilimento Cementir di Taranto. A questo vanno aggiunti anche alcuni compendi aziendali dell’Ilva (i parchi loppa d’altoforno, nastri trasportatori e tramogge).
Per non pregiudicare i servizi alla collettività, il Gip ha disposto la facoltà d’uso al massimo per 60 giorni delle infrastrutture delle tre società. Enel dovrà inviare i rifiuti presso impianti autorizzati mentre Cementir dovrà cessare ogni forma di approvvigionamento dalla centrale Enel.

Non solo. Per Enel produzione spa è in corso un sequestro per oltre €. 523 milioni, quantificato come ingiusto profitto per il periodo settembre 2011/settembre 2016.
Sono 31 le persone indagate dalla Procura di Lecce per traffico illecito di rifiuti e gestione dei rifiuti non autorizzata.

I decreti di sequestro preventivo sono stati effettuati dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Taranto e sono stati disposti dal Gip del Tribunale di Lecce Antonia Martalo su richiesta della procura.

L’operazione, denominata “Araba fenice”, è il proseguimento dell’attività giudiziaria partita cinque anni fa e conclusa con il sequestro penale di due aree dello stabilimento Cementir Italia spa di Taranto, secondo l’accusa illecitamente adibite a discarica di rifiuti industriali gran parte dei quali originati dall’Ilva.

Le indagini della Procura hanno rivelato che le materie prime utilizzate da Cementir per la produzione di cemento e acquistate dall’Ilva e dallo stabilimento Enel di Cerano non erano conformi agli standard di legge.

La procura ha accertato che Enel ha classificato le ceneri come “rifiuto speciale non pericoloso” ma, in realtà, avrebbe impiegato combustibili generando così ceneri contaminate.
In questo modo – secondo la procura – Enel ha reperito un canale di smaltimento dei rifiuti più economico rispetto a quelli conformi a legge.
Peraltro la condotta è stata ritenuta particolarmente grave tenuto conto che presso la centrale sono presenti impianti che avrebbero consentito lo stoccaggio e la separazione delle ceneri e che tuttavia non sono mai stati utilizzati».

«La gestione promiscua delle diverse tipologie di ceneri da parte dell’Enel di Cerano – afferma la Procura di Lecce – si è tradotta in un oggettivo vantaggio patrimoniale consistente nel risparmio dei costi legati alla separazione di 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti e al loro corretto smaltimento».

La reazione dell’Enel
Enel Produzione apprende dei provvedimenti di sequestro emessi questa mattina a carico di Cementir e dell’Ilva, che hanno interessato anche la centrale di Brindisi Cerano.

 

I provvedimenti relativi alla centrale di Enel Produzione riguardano l’uso delle ceneri nell’ambito di processi produttivi secondari.

 

Enel Produzione confida che nel corso delle indagini potrà dimostrare la correttezza dei propri processi produttivi e presterà ogni utile collaborazione alle Autorità inquirenti.

 

Il provvedimento di sequestro non pregiudica la corretta operatività della centrale, nel rispetto di prescrizioni coerenti con il modello operativo di Enel Produzione.

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