May 8, 2025

A poche ore dalle dimissioni di Luca Ward dalla presidenza della Fondazione Nuovo Teatro Verdi, si alza la voce – caustica e pungente – dell’ex presidente Stefano Miceli. Un intervento che non passa inosservato, soprattutto per la provocazione finale, in tono polemico e insieme beffardo: “Arnold Schwarzenegger non è più governatore della California. Fateci un pensiero, è un buon attore!”.

Il post, pubblicato su Facebook e indirizzato a chi negli ultimi giorni lo ha tirato in ballo sui social in merito a presunti compensi ricevuti durante la sua gestione, è un lungo sfogo in cui il pianista brindisino di fama internazionale rivendica con fermezza la trasparenza del proprio operato.

“Mai percepito un compenso dalla Fondazione, né per il ruolo di presidente, né per quello di direttore musicale”, scrive Miceli, sottolineando anzi come abbia affrontato personalmente spese per 12.000 dollari nel corso del suo mandato. “Non me ne pento”, aggiunge, rivendicando l’impegno profuso insieme ai membri del consiglio “gratuitamente per la cittadinanza e per gli artisti”.

Miceli ricorda poi come la sua nomina sia stata frutto di una pubblica audizione e ribadisce l’assenza di qualsiasi legame politico nelle fasi della sua designazione. Precisa di aver preteso riunioni del cda in presenza, di non aver firmato alcun contratto personale e di aver lasciato in attivo i bilanci della Fondazione, con una disponibilità economica raddoppiata rispetto al momento del suo insediamento.

Una frecciatina che arriva in un momento delicato per la Fondazione, dopo la discussa gestione di Luca Ward – attore e doppiatore di fama nazionale – il cui incarico non è mai decollato e si è chiuso bruscamente con le dimissioni. Se l’inizio del suo mandato era stato salutato con entusiasmo, i mesi successivi sono stati segnati dalla sostanziale assenza dalle città con relative polemiche nel mondo politico e culturale e da un clima di crescente incertezza sulla governance dell’ente.

Stefano Miceli, classe 1975, è un pianista e direttore d’orchestra con una carriera internazionale alle spalle, docente al Conservatorio di New York e già presidente del cda della Fondazione tra il 2020 e il 2022. Durante il suo mandato aveva puntato su una programmazione artistica solida e sul risanamento economico dell’ente, ottenendo risultati che oggi rivendica con decisione.

Ma è la chiusa del suo intervento a imprimere al messaggio il tono sarcastico di una vera e propria stilettata destinata a far discutere: la proposta di Schwarzenegger ironizza sulla scelta di individuare per la gestione della Fondazione una figura dall’alto valore mediatico ma poco presente e a secco di esperienze e conoscenze riguardo la realtà culturale cittadina.

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