Sono venuto per la pace, ma sono pronto alla guerra”. Il neocommissario regionale di Forza Italia in Puglia Luigi Vitali rivolge l’ennesimo avvertimento ai dissidenti azzurri che continuano a disertare gli appuntamenti da lui convocati per riorganizzare il partito in regione.
Il richiamo è stato ribadito da Vitali questa mattina, nel corso della riunione tenutasi a Taranto con eletti e dirigenti azzurri del capoluogo e della provincia.
Presenti decine di sindaci, consiglieri, dirigenti e militanti giunti da ogni Comune.
Ma come spesso accade a fare rumore sono stati soprattutto gli assenti. Fra questi il presidente della Provincia Martino Tamburrano, il sindaco di Castellaneta Giovanni Gugliotti e il deputato Gianfranco Chiarelli.
A tutti i cosiddetti “ricostruttori” di Raffaele Fitto che stanno cercando col loro atteggiamento di demolire 20 anni e più di storia, Vitali tende ancora una volta la mano, ma avverte che la pazienza è giunta al suo limite.
E dedica buona parte del suo intervento a ricordare le ipocrisie della cosiddetta nuova guardia:
“Si sono scandalizzati e dimessi in massa quando Berlusconi mi ha nominato commissario regionale. Dicono che le decisioni non possono più essere prese dall’alto. E dov’era la loro indignazione quando negli ultimi 15 anni sono stati loro a essere nominati? È lo statuto del partito a prevedere che le principali cariche e candidature siano decise de Roma.
Quando nel 2000 Berlusconi nominò Raffaele Fitto suo delfino e punto di riferimento in Puglia, io mi sono adeguato. E mi sono adeguato quando non sono stato ricandidato al Parlamento. E mi sono adeguato ancora quando Fitto si è candidato alle Europee e tutti, tutti assieme ci siamo impegnati a sostenerlo.
Nel corso del suo intervento il neocommissario Vitali ha ribadito un concetto chiave alla base della dialettica interna a Forza Italia: “Io condivido gran parte delle questioni sollevate da Fitto: meritocrazia, democrazia, ricerca del consenso. Io abbraccio queste sue battaglie. Ma non posso condividerle quando cerca di imporle attaccando da un palco Berlusconi, accusandolo di usare un sistema del quale lui stesso ha beneficiato in questi 15 anni. Parlano di democrazia, di partito dal basso, ma abbiamo una sede regionale a Bari sotto sfratto e a Foggia ho dovuto incontrare il sindaco nel suo ufficio. Buona parte dei parlamentari e dei consiglieri pugliesi che oggi chiedono la costruzione di un partito collegiale sono due anni che non versano un centesimo”.
Rompendo con ogni tradizione anche di fittiana memoria, e disobbedendo allo stesso Silvio Berlusconi che giorni fa gli chiesto di scegliere di propria iniziativa i nuovi commissari provinciali, Vitali anche questa mattina ha fornito alla decine di eletti, dirigenti e militanti presenti, i propri recapiti per suggerigli a chi secondo loro debba spetttare il compito.
Un’iniziativa molto apprezzara dalla base, e in particolare da numerosi amministratori che al termine dell’intervento di Vitali hanno preso il microfono ed espresso lo stesso concetto: “Fino a ieri ero deciso a lasciare il partito. Dopo aver sentito te ho capito che questa sarà ancora la mia casa”.
Ufficio stampa Luigi Vitali
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