October 5, 2024

C’è un risvolto inquietante nell’inchiesta che ha portato all’arresto di Vincenzo Corsano, noto come “Chiavolla”, Giuseppe Polito, Alessio Curto, Cosimo Marangio, soprannominato “Coco”, e Salvatore Pizzolante. Sebbene l’accusa principale che ha motivato l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine sia legata a reati di associazione per delinquere, riciclaggio, estorsione e furti, un altro aspetto della vicenda sta attirando grande attenzione: un sospetto episodio di compravendita di voti nelle ultime elezioni amministrative del Comune di Brindisi, nel maggio 2023.

Sebbene la compravendita di voti non figuri come capo di imputazione formale per nessuno degli arrestati, fa scalpore la sua menzione nei documenti dell’indagine.

Secondo quanto riportato nell’ordinanza, Vincenzo Corsano, descritto come “capo promotore ed organizzatore” dell’associazione criminale, avrebbe avuto contatti con una persona non identificata, la quale, durante le elezioni amministrative, lo avrebbe incaricato di procurare voti. Tali voti sarebbero stati ottenuti tramite la promessa di un compenso di 30 euro per ogni preferenza elettorale raccolta.

Stando a quanto emerge dall’ordinanza, i voti venivano certificati attraverso fotografie scattate con lo smartphone all’interno dei seggi elettorali e destinate a esponenti politici locali, al momento ancora sconosciuti.

Questo meccanismo, già visto in passato in altri contesti di criminalità organizzata, prevede che gli elettori, in cambio di denaro, documentino il loro voto con una foto della scheda elettorale compilata, rendendo così possibile il controllo e la gestione del consenso elettorale.

Anche se non costituisce capo di imputazione, la circostanza che l’ipotesi di compravendita di voti sia stata messa nero su bianco in un’ordinanza lascia supporre che siano stati effettuati accertamenti preliminari o che possa essere avviata un’indagine specifica.

L’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Brindisi ha condotto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, su conforme richiesta e nell’ambito di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Brindisi, nei confronti d di cinque persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, all’estorsione, alla ricettazione nonché ai furti.

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