“Un commissario regionale che non convoca un coordinamento di partito per anni, ma che non manca di entrare a gamba tesa nelle dinamiche del Gruppo consiliare, ledendone l’autonomia e determinandone la spaccatura: è questo il triste epilogo che porta la firma di Mauro D’Attis in Puglia”. Così il capogruppo di Forza Italia Paride Mazzotta. “Un coordinatore regionale -aggiunge- che ha un curriculum preciso di rapporti con i vari capigruppo di Forza Italia durante il suo incarico: da Nino Marmo a Stefano Lacatena, D’Attis è riuscito ad incrinare i rapporti con tutti. Ed oggi tocca a me, che sono lealmente in Forza Italia da anni, comportandomi sempre da uomo di partito. Sarei “reo” di aver difeso l’autonomia del Gruppo, ma nessuna riunione è stata convocata nelle settimane passate per dirimere la questione del segretario d’Aula e dei tanti altri problemi di Forza Italia in Puglia”.
“Chiediamo il commissariamento di D’Attis -aggiunge Napoleone Cera- perché non possiamo accettare questo atteggiamento dispotico, che non contempla alcun confronto all’interno del partito. Ed è bene ribadire che in Puglia il gruppo che rappresentiamo vale l’80% di Forza Italia e che D’Attis, invece, sia rappresentativo solo del 20% ovvero Brindisi e Taranto. Altrettanto doveroso è dire che è stato proprio D’Attis a portare ad una spaccatura Forza Italia nella nostra Regione, creando due correnti. Chiediamo quindi al coordinatore nazionale, il Ministro Antonio Tajani, di venire in Puglia, di commissariare il partito e tirare le somme della questione”.
Questa la risposta dei consiglieri regionali di Forza Italia Massimiliano Di Cuia e Paolo Dell’Erba. “Chiediamo le dimissioni del capogruppo di Forza Italia, Paride Mazzotta, perché è evidente che non rappresenti più tutto il nostro Gruppo consiliare. Non solo: Mazzotta e Cera hanno chiesto il soccorso di Emiliano, prendendo i voti del centrosinistra determinanti per Cera che, diversamente, non sarebbe stato eletto segretario d’Aula. A questi inciuci Forza Italia è sempre stata allergica e mai avremmo pensato che qualcuno cedesse all’opa di Emiliano per conquistare un posto nell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Ma, del resto, Cera sedeva nella coalizione di Emiliano la scorsa legislatura e, quindi, la coerenza è un valore che ricorda a singhiozzo. Il partito ha ritenuto, giustamente, di proporre la candidatura di Dell’Erba perché quando il Gruppo rimase orfano del presidente, lui rinunciò alla stessa carica per entrare in Forza Italia. Era una gratificazione doverosa, giusta. La verità è che il viceministro Sisto ha irrorato -scavalcando il coordinatore regionale D’Attis- la candidatura di Cera, strumentale a creare lo scontro e poi la spaccatura. Abbiamo letto che il “loro gruppo” avrebbe l’80% del partito in mano. Bene, innanzitutto Dell’Erba ha preso, alle elezioni, circa il 40% di voti in più di Napoleone Cera che, solo per questo, ben farebbe a non parlare di numeri. E ancora: su Bari, il viceministro e coordinatore provinciale e cittadino Sisto ha da pochi giorni subito l’ennesima e grave fuoriuscita di Michele Boccardi, da sempre nel nostro partito, assieme a tanti altri amici che hanno lasciato il partito per sua chiara responsabilità. Come del resto tante altre persone di qualità e peso elettorale che nel recente passato hanno sbattuto la porta proprio per Sisto. Se dovessimo parlare di numeri su Bari, poi, sarebbe troppo facile, considerando le percentuali di FI alle scorse comunali e un’attività pressoché inesistente sul territorio. A numeri rispondiamo con i numeri e troviamo anche abbastanza ridicolo che qualcuno ritenga, di fronte a tanta evidenza, di poter chiedere un commissariamento, perché ha eletto il proprio segretario d’Aula, come se fosse una vittoria straordinaria. Con i voti di Emiliano, peraltro, loro nuovo amico. Evviva la coerenza!”.
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