July 14, 2025

Esce oggi, lunedì 7 luglio, l’ultimo lavoro discografico di Amerigo Verardi che ritorna sulla scena con un nuovo, potente singolo “Matteotti di nome”, un brano rock crudo, visionario e profondamente personale che prosegue l’intensa ricerca musicale del musicista e compositore brindisino. Il brano, pubblicato in formato digitale da NOS Records, è disponibile in vinile (singolo da 10 pollici a 45 giri), grazie alla collaborazione con MarraCult e Psychout Records, e su tutte le piattaforme digitali.

 

Già lo scorso mese il cantautore, in occasione dell’anniversario della morte di Giacomo Matteotti, ha scelto di donare in anticipo il testo del brano al pubblico: una poesia, un atto di memoria e di resistenza civile, che ora si può ascoltare anche in musica.

 

Dopo i due album psycho-elettronici del progetto Maverick Persona (2024), realizzati in coppia con Deje e apprezzati in tutta Europa, Verardi sorprende ancora una volta con un’opera dichiaratamente indipendente, intensa e politicamente consapevole.

 

Come suggerisce il titolo, “Matteotti di nome” è un omaggio sentito a Giacomo Matteotti, figura simbolo della lotta antifascista, assassinato il 10 giugno 1924 da un commando per ordine di Mussolini. Il brano si apre con ricordi d’infanzia dell’autore, legati a lutti familiari e alla Seconda guerra mondiale, per poi immergersi in una narrazione quasi cinematografica degli ultimi momenti di Matteotti. Emergono la sua fierezza, la consapevolezza del pericolo, l’amore per la moglie Velia, e infine il tragico assassinio e la sepoltura segreta, che preludono però a una vera “resurrezione storica”.

 

Verardi intreccia elementi autobiografici – il fratello della nonna, nato poco dopo l’assassinio Matteotti e chiamato così in suo onore – con una profonda riflessione sul presente: contro il revisionismo e la cancellazione della memoria storica, e per riaffermare l’eredità della Resistenza e dei suoi valori.

 

Gli eventi che Verardi racconta nel brano sono come quadri nel quadro. Emergono i caratteri, le attitudini, i pensieri e le emozioni dei protagonisti. La fierezza e il coraggio di Matteotti che va alla Camera dei deputati con documenti che contengono prove schiaccianti contro Mussolini – “Nella borsa ho la chiave di volta, e oggi li faccio tremare!” – e al contempo la sua consapevolezza di correre gravi rischi, perché sa di agire contro gente violenta e senza scrupoli – “Non mi aspettare, Velia”. La sua volontà, espressa con un’accorata e tenera preghiera alla moglie Velia, di non essere lasciato solo al suo destino – “e se non torno, non mi abbandonare”.

 

Anche la squadra degli assassini fascisti ha una sua precisa fisionomia “tossici di sangue e cocaina”, quella di esaltati assetati di violenza che mostrano in questa occasione un sentimento quasi di fastidio nell’obbedire a un ordine ricevuto dall’alto e che li ha distolti dalle loro faccende private “e gli tocca pure decidere chi deve affondare per primo la lama”.

 

Dalla scena del vile assassinio Matteotti rivolge i suoi ultimi pensieri alla famiglia e all’Italia – “perdonami, Velia, sono vittima di un codardo”; “vivo per l’Italia e la libertà, ostaggi di un bastardo”. Non manca una riflessione amara sull’oggi – “Evviva la libertà, c’è scritto sopra un muro, in rosso sangue anche per chi non sa leggere il futuro che è già qui”.

 

Il brano è stato scritto, suonato e registrato da Amerigo Verardi presso “Alma Mater Studio” (BR), mixato e masterizzato da Valerio Daniele presso “Chora Studi Musicali” (Calimera – LE). La cover art è firmata da Daniele Guadalupi.

 

Con questo singolo, Verardi non solo rende omaggio a Matteotti e alla sua famiglia, ma si schiera apertamente contro ogni forma di fascismo, riaffermando con forza la libertà e la memoria come pilastri irrinunciabili della nostra società.

No Comments